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Tag: startup

IBM Global Entrepreuner Program: persone, prodotti e visibilità per le startup

IBM Global Entrepreuner Program è un’interessante iniziativa rivolta alle start up che vogliono utilizzare la tecnologia e l’innovazione per affrontare le sfide e costruire il cambiamento: per partecipare, bisogna essere un’azienda privata costituita da non più di cinque anni, ed avere in corso un progetto di sviluppo software di un prodotto o servizio.

I partecipanti al Global Entrepreuner Program di IBM usufruiranno di tutta una serie di risorse e di benefici: mentoring con grandi esperti del settore, possibilità di usufruire dei contatti del networking di IBM, supporto tecnico per lo sviluppo del prodotto, accesso gratuito ai software e al cloud IBM, possibilità di servirsi della visibilità e della comunicazione propri di un colosso mondiale dell’informatica.

Per accedere all’IBM Global Entrepreuner Program è necessario registrarsi al sito ed entrare a far parte dell’IBM Partner World: dal momento della registrazione, a ciascuna start up sarà assegnato un consulente di riferimento che fornirà il proprio supporto immediato in tutte le fasi ed aspetti del programma.

Far parte dell’IBM Partner World offre quindi una serie di benefici, ma tra i requisiti fondamentali c’è l’essere un’azienda in linea con quanto previsto dall’IBM Smarter Planet: si tratta di un’iniziativa di IBM basata sull’idea che la tecnologia e l’innovazione prodotte dalle aziende private debbano essere finalizzate a costruire un pianeta più intelligente. Secondo IBM, è necessario utilizzare la tecnologia e l’interconnessione per produrre l’intelligenza: questo consente di risolvere i problemi costruendo il cambiamento.

Una volta verificato di essere in possesso dei requisiti, la start up deve compilare il modulo per entrare nell’IBM Partner World: dopo la registrazione riceverà alcune e-mail, tra cui quella con le istruzioni per partecipare all’IBM Global Entrepreuner Program. La partecipazione all’iniziativa può avere una durata massima di tre anni, ed in ogni caso è subordinata al mantenimento dei requisiti di partecipazione da parte della start up.
Al termine del Global Entrepreuner Program l’azienda potrà comunque continuare a far parte dell’IBM Partner World continuando a beneficiare del supporto tecnico del proprio consulente dedicato, e potrà continuare ad utilizzare gratuitamente i software ed il cloud IBM.

Alle start up iscritte all’IBM Global Entrepreuner Program è infine offerta un’ulteriore ed interessante possibilità: compilando l’apposito modulo on line ed inviando il proprio pitch, parteciperanno alle selezioni per gli eventi IBM.
In particolare, è possibile accedere allo Smart Camp: si tratta di un esclusivo incontro con imprenditori, investitori, mentors, esperti di fama mondiale aperto esclusivamente alle migliori start up che partecipano al Global Entrepreuner Program. Il prossimo Smart Camp è previsto il 3 luglio 2013 presso IBM Client Center Milano: un’occasione unica per le start up che potranno incontrare grandi imprenditori, chiedere consigli ai migliori mentors e avere un accesso esclusivo ad investitori in seed e venture capital.

Per tutte le informazioni, è possibile contattare la responsabile del progetto Ornella Beggiato al seguente indirizzo: ornella_beggiato@it.ibm.com

Il sito internet dell’iniziativa è disponibile a questo link.

Napoli, 27 maggio 2013

I requisiti per gli Incubatori Certificati di Start up innovative

Il Decreto Sviluppo bis (D. L. 179/2012, convertito in legge 221/2012) ha introdotto, per la prima volta in Italia, il concetto di incubatore certificato di start-up innovative, delegando ad apposita disciplina attuativa la regolamentazione nel dettaglio. Tale regolamentazione è, quindi, stata emanata con Decreto Ministeriale (Ministero Sviluppo Economico) del 21/02/2013, pubblicato in Gazzetta Ufficiale 18/04/2013 n. 91, dove sono riportati i criteri e le scale di punteggi per gli incubatori certificati di start up innovative.

Nello specifico, il DL 179/2012 (convertito con legge n. 221/2012) elenca i requisiti necessari ad ottenere lo status di incubatore certificato di start-up innovative a seguito dell’iscrizione alla Sezione Speciale del Registro delle Imprese. Infatti, è proprio grazie all’iscrizione alla CCIAA che si ottiene lo status di incubatore certificato, cui conseguono una serie di agevolazioni:

–     esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo e del diritto camerale per i primi 4 anni dall’iscrizione;

–     possibilità di remunerazione del personale con strumenti finanziari ovvero con ogni altro diritto o incentivo che preveda l’attribuzione di strumenti finanziari o diritti similari (si ricorda che il reddito da lavoro derivante dall’assegnazione di tali strumenti non concorre alla formazione del redito imponibile);

–     semplificazioni nella normativa prevista per il Credito d’Imposta, che viene concesso in via prioritaria rispetto alle altre imprese per il personale altamente qualificato assunto a tempo indeterminato, anche attraverso contratti di apprendistato;

–     accesso facilitato e gratuito al Fondo Centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese;

–     una start-up innovativa può annoverare tra le spese di Ricerca e Sviluppo quelle relative ai servizi di incubazione forniti da un incubatore certificato;

–     la bozza di Regolamento sul crowdfunding della CONSOB prevede che una quota pari ad almeno il 5% degli strumenti finanziari offerti da un portale on-line di crowdfunding debba essere “sottoscritta da investitori professionali ovvero fondazioni bancarie, società finanziarie per l’innovazione e lo sviluppo di cui all’art. 2 della legge 5 ottobre 1991 n. 317, incubatori di start-up innovative“.

Nel dettaglio, per accedere alla Sezione Speciale del Registro delle Imprese è richiesta innanzitutto la costituzione dell’incubatore in forma di società di capitali (anche in forma cooperativa), residente in Italia, con oggetto sociale inerente all’erogazione di “servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo di start-up innovative”. Inoltre, l’incubatore deve essere in possesso dei seguenti requisiti:

a)    disporre di strutture, anche immobiliari, adeguate ad accogliere start-up innovative, quali spazi riservati per poter installare attrezzature di prova, test, verifica o ricerca;

b)    disporre di attrezzature adeguate all’attività delle start-up innovative, quali sistemi di accesso alla rete internet, sale riunioni, macchinari per test, prove o prototipi;

c)    essere amministrato o diretto da persone di riconosciuta competenza in materia di impresa e innovazione e avere a disposizione una struttura tecnica e di consulenza manageriale permanente;

d)    avere regolari rapporti di collaborazione con università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e partner finanziari che svolgono attività e progetti collegati a start-up innovative;

e)    avere un’adeguata e comprovata esperienza nell’attività di sostegno a start-up innovative.

I primi due requisiti sono quindi di natura strutturale, mentre quelli previsti alle lettere c) ed e) si focalizzano sulle competenze dei gestori. Con il requisito di cui alla lettera d), inoltre, si chiede la dimostrazione di un network di contatti con gli stakeholders, quale condizione fondamentale per la costruzione di un ecosistema adatto alla nascita e alla crescita delle start up innovative.

Il suddetto Decreto Ministeriale ha poi specificato, in materia di requisiti, che un incubatore certificato di start up innovative può offrire servizi a sostegno delle start up “anche in modo non esclusivo“. Lo stesso Decreto approfondisce, inoltre, il requisito dell’esperienza di chi gestisce l’incubatore specificando che essa va identificata “nei soci, negli amministratori della società e nelle unità di lavoro, collaboratori o professionisti che operano con continuità, equivalenti a tempo pieno (FTE)” in attività “dedicate in modo specifico al supporto e alla consulenza alle start-up innovative“.

Inoltre, in apposite tabelle allegate al Decreto Ministeriale, sono specificati i requisiti e i corrispondenti punteggi minimi che l’incubatore deve dimostrare per potersi iscrivere nella sezione speciale della CCIAA e acquisire lo status di “incubatore certificato”. Nello specifico:

–     La tabella A contiene i requisiti elencati alle lettere a, b, c, d, del comma 5 dell’art. 25 (DL 179/2012). In relazione a tali requisiti, il punteggio minimo richiesto è di 30 punti.

–     La tabella B si riferisce agli indicatori del requisito di cui alla lettera e) del comma 5 dell’art. 25 (DL 179/2012). In relazione a tali requisiti, il punteggio minimo richiesto è di 40 punti.

Da una lettura delle tabelle, appare molto importante per il legislatore il peso di requisiti di natura strutturale: agli incubatori vengono, infatti, attribuiti ben 10 punti ogni 400 metri quadrati di superficie destinati alle start up innovative. Inoltre, sono premiati gli incubatori che mettono a disposizione delle imprese incubate reti internet a banda larga e spazi adeguati alle sperimentazioni.

Infine, è da notare la particolare attenzione riservata al numero di posti di lavoro creati dalle start-up innovative, ospitate nell’incubatore, e al valore complessivo della produzione di queste ultime, che vengono valutati nella loro evoluzione temporale: nella tabella B, infatti, sono previsti due indici di variazione percentuale di tali grandezze rispetto all’anno precedente.

Il DM 21/02/2013 del MISE prosegue all’art. 3 con la disciplina relativa al monitoraggio: l’attività è affidata alle Camere di Commercio, che trasmetteranno al Ministero apposita reportistica in formato elettronico con cadenza massima semestrale. L’attività di monitoraggio consente al MISE di valutare l’adeguatezza degli incubatori certificati di start up innovative.

L’ultimo aspetto analizzato dal Decreto Ministeriale è quello dei controlli: gli incubatori certificati hanno l’obbligo di conservare per almeno 5 anni dal momento dell’iscrizione della Sezione Speciale del Registro delle Imprese gli atti e i documenti attestanti la veridicità delle informazioni fornite alla CCIAA.

L’iscrizione alla sezione speciale della CCIAA avviene mediate presentazione, in formato elettronico di un’apposita Autocertificazione attestante il possesso dei suddetti requisiti.

Napoli, 24/05/2013

Un premio da 5.000 euro per l’innovazione sociale: il Kublai Award

Kublai è un’iniziativa del Ministero dello Sviluppo Economico e del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del MISE per avviare e incentivare progetti di sviluppo locale. Kublai organizza il Kublai Award: si tratta del premio destinato al miglior progetto di innovazione sociale registrato alla community ning che raccoglie tutti i partecipanti a Kublai. Per il 2013, il bando prevede due premi: uno previsto per il mese di luglio, l’altro per novembre.

Il Kublai Award mette in palio un voucher del valore di 5.000 euro, da spendere per la formazione per servizi utili alla crescita del progetto. Il premio è messo in palio dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del MISE e possono partecipare tutti i progetti iscritti alla community ning di Kublai precedentemente al 30 maggio 2013.

Per partecipare all’edizione di luglio, infatti, basta iscrivere il proprio progetto di innovazione sociale compilando il form di iscrizione e allegando il documento di progetto redatto secondo lo schema progettuale presente all’interno del sito. Le candidature dovranno essere inviate entro le ore 15:00 del 30 maggio 2013.

Il documento progettuale dovrà concentrarsi su tre aspetti fondamentali:

1) Il cuore dell’idea: Idea progettuale e piano delle attività;

2) Le persone e le alleanze per lo sviluppo del progetto: il team promotore, la realtà locale, le alleanze e le collaborazioni, l’assetto organizzativo;

3) Prospetto economico-finanziario e timeline di realizzazione del progetto.

Per decretare il vincitore, i progetti affronteranno prima di tutto una preselezione di cui si occuperà lo staff di Kublai che comunicherà entro il 5 luglio i progetti finalisti (massimo 10). La preselezione verrà effettuata sulla base dei seguenti criteri:

  • Qualità del documento di progetto
  • Partecipazione della community alla discussione sul progetto
  • Condivisione dei valori di Kublai: progettazione partecipata, socializzazione e scambio delle idee ed esperienze, trasparenza, apertura.
  • Credibilità della proposta in relazione al profilo ed alle competenze dei proponenti

L’aspetto della community e dei valori di partecipazione, socializzazione e scambio è infatti fondamentale nella visione del progetto Kublai: a tal fine, oltre alla piattaforma ning, sono a disposizione degli iscritti degli appositi help desk che consentono ai partecipanti di interagire con i responsabili e lo staff di Kublai.

I progetti finalisti verranno valutati da una giuria di esperti e addetti ai lavori nel corso di un evento che avrà luogo a metà luglio. Il vincitore sarà decretato tenendo in considerazione i seguenti parametri:

  • Fulcro dell’iniziativa (idea progettuale e piano delle attività)
  • Innovatività e originalità
  • Realizzabilità (immediata) e sostenibilità economica
  • Qualità e completezza della presentazione/pitch
  • Persone (organizzazione e alleanze)
  • Rilevanza rispetto al contesto

Per tutte le informazioni: http://www.progettokublai.net/2013/05/21/kublai-award-iscrizioni-aperte-per-il-premio-di-luglio/

Per scaricare il Regolamento del Kublai Award: http://www.dps.tesoro.it/documentazione/bandi/DD_KUBLAI_AWARD_2013_ALL_1.pdf

Napoli, 23 maggio 2013

I 4 tipi di mercato e la Customer Discovery per start up: i consigli di Steve Blank

In un recente post pubblicato nel blog The Accelerators del Wall Street Journal, Steve Blank parla delle 4 tipologie di mercato e dà consigli agli aspitanti startupper per approcciarsi a ciascuna di esse: il punto di partenza è che ogni mercato ha le proprie caratteristiche e la startup dovrà affacciarsi ad esso con gli strumenti giusti, per ottenere le informazioni di cui ha bisogno senza spendere grosse cifre per strategie di marketing e di pricing.

Le quattro tipologie di mercato analizzate da Blank sono: mercati Existent, mercati Resegmented, mercati New e mercati Clone. Ognuna di esse ha le proprie peculiarità in termini di modelli e cicli di vendita e le startup, per poter competere, dovranno concentrarsi su diversi aspetti. I primi due sono i mercati in cui è effettivamente possibile procedere alla misurazione della domanda, mentre gli ultimi due sono mercati in cui non è possibile ottenere dati sulle grandezze del mercato, ma è comunque possibile ricavare informazioni utili.

MERCATI EXISTENT E MERCATI RESEGMENTED

I mercati Existent sono, come suggerisce il nome, i mercati già esistenti. In questo tipo di mercato è possibile misurare tutte le grandezze utili per capire quali sono le opportunità effettive per la startup: il numero di clienti, i concorrenti, il tasso di crescita, ecc. Si tratta di una situazione in cui è possibile reperire facilmente le informazioni su clienti e concorrenti, e il modo per vincere su questo tipo di mercato è quello di arrivare meglio e più velocemente a soddisfare i bisogni-chiave dei clienti.
In un mercato esistente è quindi indispensabile applicare gli strumenti di Customer Development e incontrare i clienti degli operatori già presenti sul mercato. Le informazioni di cui la startup ha bisogno in questo caso per valutare la domanda riguarderanno:

  • Aspetti alla base della concorrenza (velocità, prestazioni, prezzi, ecc.);
  • Come gli operatori attualmente presenti sul mercato soddisfano i bisogni della clientela;
  • Cosa potrebbe fare la startup per convincere i clienti ad acquistare il suo prodotto.

I mercati Resegmented sono monopoli o duopoli, in cui esistono già operatori che detengono la quota dominante di mercato. Blank avverte: una startup che opta per un “attacco frontale” su un mercato di questo tipo va incontro quasi certamente ad un fallimento. L’unico modo per entrare in un mercato del genere è quello di risegmentarlo: la startup deve trovare qualche caratteristica non ancora offerta dagli operatori dominanti ed incorporarla al proprio prodotto, per presentarsi ad una nicchia di clienti.
Un esempio proposto da Blank è il caso di un segmento di clienti che potrebbero essere soddisfatti anche da una versione “abbastanza buona” del prodotto offerto dagli operatori dominanti: la startup potrebbe in questo caso presentarsi come un produttore di una versione low cost del prodotto.
Per risegmentare il mercato è quindi fondamentale comprendere i bisogni del cliente: Blank sottolinea che la comprensione dei bisogni è assolutamente diversa dall’opinione che la startup può avere di questi ultimi, per cui sarà indispensabile anche stavolta incontrare i clienti e chiedere le informazioni di cui la startup ha bisogno.
Nei mercati Resegmented le informazioni utili sono quelle che consentono di capire:

  • Quale bisogno non è soddisfatto gli operatori storici;
  • Quali sono le caratteristiche del prodotto offerto dagli operatori storici;
  • Quanto e in che modo i clienti sono attualmente soddisfatti dagli operatori storici;
  • In che modo la startup può ottenere il passaggio del cliente dal prodotto già presente sul mercato al proprio prodotto.

I mercati Existent e i mercati Resegmented sono quelli in cui è effettivamente possibile misurare la domanda. Secondo Blank, gli strumenti più adatti per questa misurazione sono quelli di Customer Discovery: bisogna incontrare i clienti faccia a faccia per verificare se c’è un problema o un’esigenza che i prodotti attualmente offerti dal mercato non riescono a soddisfare. Qualora si riscontri effettivamente un problema da risolvere, è possibile per la startup andare al passaggio successivo e proporre la propria soluzione ai potenziali clienti per verificare il loro livello di interesse/entusiasmo. Blank suggerisce alcuni strumenti utili:

  • Creazione di un sito web o di un blog semplice e poco costoso per descrivere il prodotto o il problema che risolve. Il consiglio di Blank è di aggiungere un pulsante di grandi dimensioni per condividere la pagina con gli amici. Bisogna fare attenzione al livello di traffico che si genera, ma anche al numero e la percentuale di persone che riferiscono le informazioni ad altri, al numero di coloro che vengono al sito, e soprattutto a quanti decidono di “impegnarsi” lasciando il proprio indirizzo e-mail, chiedendo ulteriori informazioni, ecc.
  • Intervistare 50 persone al giorno (non è importante dove, Blank ad esempio suggerisce un parco, uno Starbucks, l’esterno di un negozio). Si suggerisce di mostrare loro una semplice foto del prodotto o del pacchetto e di fargli 3-5 domande.  Vanno considerate attentamente le risposte che corrispondono almeno al livello B+ (85% di entusiasmo).
  • Creazione di una serie di campagne pubblicitarie (Blank suggerisce Google Adwords) per cercare di spingere la gente ad uno specifico sito web. La startup dovrà cercare di capire quali sono le frasi e le parole chiave che guidano più traffico. Per approfondire l’analisi, Blank suggerisce di guardare la percentuale di persone che esprimono interesse, si iscrivono, visualizzano più pagine o indicano in qualsiasi altro modo una propensione all’acquisto.
  • Creazione di un “Dry test”. Si tratta di offrire in vendita il prodotto della startup, acquistando alcuni banners per guidare la gente alla pagina “buy”. Blank specifica che il Dry Test non prevede l’effettiva monetizzazione dell’acquisto: ciò che è importante è capire la percentuale di visitatori che cliccano effettivamentesul pulsante “buy”, dove – invece di prendere i dati delle carte di credito per concludere l’acquisto – si dice: “Grazie. Si prega di lasciare il tuo indirizzo e-mail qui e ti contatteremo non appena il prodotto è pronto”.

MERCATI NEW E MERCATI CLONE

Il mercato New è un mercato nuovo, in cui non ci sono ancora prodotti, concorrenti e clienti: si tratta di una situazione in cui non ci sono grandezze misurabili, ma è comunque necessario reperire informazioni.
Secondo Blank, una startup che decide di affacciarsi ad un nuovo mercato deve anche in questo caso parlare con i potenziali clienti: è fondamentale “uscire dall’edificio” per non correre il rischio di trascorrere anni a sviluppare un prodotto che non incontri le esigenze ed i bisogni delle persone.
In un mercato New, le informazioni utili per la startup sono differenti da quelle dei mercati già esistenti o da risegmentare. Secondo Blank l’obiettivo è quello di comprendere quali sono i bisogni e le abitudini attuali del cliente, come questi cambieranno con l’arrivo del nuovo prodotto sul mercato e quali altri cambiamenti (culturali, tecnologici, ambientali, economici, ecc.) potranno influire sul business della startup.

Il mercato Clone è quello in cui una startup decide di importare un modello di business di successo da un altro Paese (solitamente dagli USA) per riproporlo nel proprio Paese. Non è possibile avere dati certi perchè spesso il paese da cui proviene il clone ha delle proprie caratteristiche peculiari in termini di mercato, cultura, lingua, regolamentazioni e normative: ciò che la startup deve riuscire a capire è se questo modello di business funzionerà anche nel proprio Paese.
Anche in questo caso, Blank spiega come la Customer Discovery sia utile alla startup per ottenere informazioni sulla domanda di mercato. Il processo è simile a quello analizzato per i mercati Resegmented: bisogna capire se secondo i clienti c’è un problema da risolvere (o un bisogno da soddisfare) e, successivamente, proporre il proprio prodotto e verificare il livello di interesse/entusiasmo dei clienti.

In conclusione, dall’articolo di Blank si comprende ancora una volta l’importanza del Customer Development per una startup: è fondamentale uscire dall’edificio e incontrare faccia a faccia i clienti per capire di cosa hanno bisogno, senza basarsi su ipotesi e supposizioni.

Fonte: Wall Street Journal

Napoli, 22/05/2013

“Dal Vesuvio alla Silicon Valley e ritorno”: in palio la Startup School di Mind The Bridge

Unite The Two Bays è un’iniziativa lanciata dall’associazione Skillpoint e da Campania Felix LLC nata per creare un canale stabile di scambi culturali ed economici tra Napoli e San Francisco: la creatività della città partenopea si riunisce con la capitale mondiale delle start up innovative e tecnologiche, per avere l’occasione di incontrare da vicino i Venture Capitalist americani.

Nell’ambito di questa iniziativa e con la collaborazione di Mind The Bridge e Campania Innovazione nasce il contest “Dal Vesuvio alla Silicon Valley e ritorno“: in palio, la partecipazione alla “Mind The Bridge Startup School” di San Francisco, uno dei più importanti programmi di formazione al mondo dedicato agli aspiranti startupper della durata di 3 settimane, durante le quali imparare e vedere da vicino come funziona il Modello Silicon Valley.

Le migliori start up selezionate per il contest avranno la possibilità di partecipare alla Startup GYM Session che Mind The Bridge porterà a Napoli il 25 giugno 2013 nell’ambito del progetto MtB Job Creator Tour: saranno ammesse fino a 5 start up, scelte tra le migliori che avranno inviato la propria candidatura compilando il modulo on-line predisposto da Mind The Bridge. Le iscrizioni si chiudono il 14 giugno 2013.

La Startup GYM Session sarà l’occasione per le startup selezionate di presentare il proprio progetto alla giuria di esperti ed investitori, rispondendo alle loro domande e ascoltando i loro suggerimenti, ma soprattutto avranno diritto a concorrere all’assegnazione delle Borse di studio per la sessione autunnale prevista nel 2013 dalla Mind The Bridge Startup School. Alle start up selezionate per partecipare alla Startup GYM Session verrà data comunicazione via e-mail entro il 21 giugno 2013.

La selezione delle startup verrà effettuata da Mind the Bridge, valutando aspetti fondamentali quali il grado di innovatività dell’idea, la dimensione e il potenziale di crescita del mercato di destinazione, la qualità del team (tenendo conto di aspetti quali la composizione, l’eterogeneità, le competenze, le esperienze, il background, l’education), la fattibilità e le potenzialità di realizzazione del progetto.
Il Regolamento specifica, inoltre, che “dove possibile, verrà data priorità a progetti locali, ossia a startup con sede in Campania e a progetti proposti da persone residenti in Campania“.

Il progetto di Vertis: un nuovo incubatore e 60 milioni di euro per le start up

Il 17 e 18 maggio si è tenuto a Napoli il ConvegnoIl ruolo del Venture Capital nello sviluppo economico del Mezzogiorno” organizzato dalla società partenopea di Venture Capital Vertis SGR.
Dagli interventi dei relatori, tra cui il vice presidente di Confindustria Enzo Boccia, Rocco Corigliano della Fondazione Cariplo e il presidente del FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti) Dario Scannapieco, emerge una grande attenzione per il mondo delle start up innovative e più in generale per le PMI, considerate fondamentali per dare all’Italia un ruolo importante nel sistema competitivo globale.
Secondo le personalità intervenute, infatti, è necessario rinnovare il più possibile il sistema strutturale del nostro Paese, grazie a misure di sostegno all’imprenditoria innovativa, tra cui la normativa relativa appunto al venture capital.
In particolare, la Fondazione Cariplo è una sostenitrice delle start up innovative, come dimostra l’investimento di oltre 250 milioni di euro effettuato nel settore: Cappellini spiega, infatti, che Cariplo ha “impiegato tutti i fondi disponibili per sostenere startup e centri di eccellenza. In giro per l’Italia ci sono molte realtà di questo tipo, ma pochissimi attori pronti a sostenere“.

In questo quadro si inserisce il nuovo progetto di Vertis SGR, annunciato proprio durante il Convegno del 17 e 18 maggio, che prevede la costruzione di un nuovo incubatore di start up innovative a Napoli e il lancio di un nuovo fondo di investimento.

Il nuovo incubatore di Napoli nasce dalla collaborazione tra:

  • Vertis, che si occuperà dello scouting di idee innovative e degli investimenti;
  • La scuola di management IPE, per la formazione degli startupper;
  • Il Denaro, che si occuperà della comunicazione.

Lo scopo, come dichiarato da Antonio Ricciardi, direttore scientifico dell’Ipe, è quello di “fare in modo di evitare che i nostri migliori innovatori siano costretti a emigrare, come purtroppo ancora oggi accade“.

Durante il Convegno del 17 e 18 maggio, inoltre, Amedeo Giurazza (numero uno di Vertis SGR) ha dichiarato l’intenzione di istituire un nuovo fondo di finanziamento per le start up: “pensiamo di approvarlo in consiglio di amministrazione nelle prossime settimane, anche prendendo spunto dalla definizione di start up innovativa introdotta dal Decreto Sviluppo di fine 2012, nel quale sono previsti anche incentivi fiscali per gli investitori in fondi di Venture Capital”.

Il nuovo fondo si chiamerà quasi sicuramente Vertis Venture 2 ed avrà una dotazione pari a 60 milioni di euro: il precedente, invece, ha effettuato investimenti per 40,5 milioni.
A differenza del primo fondo di Vertis, che era focalizzato su aziende del Mezzogiorno, il nuovo fondo potrà investire su tutto il territorio nazionale anche attraverso investimenti seed, quindi con importi più modesti, di un valore compreso tra i 50mila e i 300mila euro.

Fonte: Il Denaro

Napoli, 20/05/2013

Convegno Startup e Innovazione al Campus Mentis: a Napoli il 22 maggio!

Mercoledi 22 maggio alle 11.30 si terrà presso l’Hotel SPA & Congress Terme di Agnano, in via Agnano Astroni 24, a Napoli la conference dedicata al tema “Startup e innovazione: a Campus Mentis la ricetta dei giovani campani per creare lavoro – Giovani e Start up: il posto fisso? Me lo faccio da solo”: una tavola rotonda dedicata ai giovani campani che vogliono superare la crisi economica cogliendo l’opportunità di trasformare le proprie idee di business in un modello di impresa efficace.

La conference sarà uno spazio di confronto tra chi ce l’ha fatta, chi ci si sta provando, e chi lavora per trasformare l’intuizione altrui in un’occupazione: il CSI – Incubatore Napoli Est partecipa con un intervento di presentazione dei servizi, delle opportunità e dei prossimi eventi di animazione e scouting previsti.
E’ previsto inoltre una testimonianza di Marco Meola, startupper, founder e CEO di Rehub, azienda attualmente incubata presso il CSI.

La tavola rotonda del 22 maggio è uno degli eventi organizzati nell’ambito della tappa partenopea di Campus Mentis: si tratta di un progetto di career guidance, formazione e orientamento al lavoro rivolto ai migliori talenti neolaureati under 29 provenienti da tutte le facoltà universitarie italiane.
Il progetto è promosso dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale – Presidenza del Consiglio dei Ministri e realizzato dal Centro di Ricerca e Servizi ImpreSapiens della Sapienza Università di Roma, con il patrocinio della Commissione Europea – Rappresentanza in Italia, ed in collaborazione con il Parlamento Europeo – Ufficio di Informazione in Italia.

Quest’anno la tappa di Napoli si svolgerà con un campus residenziale che si inaugura oggi, lunedi 20 maggio, per proseguire fino a venerdi 24 maggio: durante il campus sono previsti una serie di attività formative e di orientamento al mondo del lavoro, accompagnate dalla possibilità di incontrare numerose aziende, da seminari sulle modalità di finanziamento dell’imprenditorialità giovanile e sulle possibilità di occupazione presso le istituzioni comunitarie. Non mancano momenti ricreativi, dedicati ad attività sportive spettacoli musicali e teatrali, e interventi di animazione riservati ai partecipanti.

L’obbiettivo finale è quello di offrire ai migliori talenti italiani l’opportunità di una guida esperta per l’ingresso nel mondo del lavoro: la creazione di start up è proprio una delle possibilità che viene presentata ai giovani durante la conference di mercoledi.

Il Comunicato Stampa ufficiale è disponibile qui.

Per iscriversi e per partecipare a Campus Mentis: http://www.in-tour.campusmentis.it/index.php

Napoli, 20/05/2013

 

StartUp Visa: un modo per attrarre talenti innovativi e creare startup globali

L’evoluzione economica mondiale degli ultimi anni ha dimostrato una crescente tendenza alla globalizzazione: il mondo delle start up segue in pieno questo trend, tanto da iniziare a parlare di mobilità delle imprese e di start up globali.
Diventa così fondamentale la creazione degli StartUp Visa, dei visti speciali concessi agli stranieri che creano impresa nel Paese che li rilascia.

Alcuni Governi si stanno adoperando in tal senso, adattando le proprie politiche in materia di immigrazione, visti e permessi per accogliere i talenti creativi stranieri che vogliano portare le proprie idee innovative all’estero e trasformarle in imprese. La nascita di startup è infatti un grande vantaggio per il tessuto sociale ed imprenditoriale, in quanto offre la possibilità di creare occupazione aumentando il numero di nuovi posti di lavoro.

Il Paese attualmente più all’avanguardia in materia è il Canada, che ha varato il suo StartUp Visa Program il 1° aprile di quest’anno.

Lo StartUp Visa Program canadese nasce da un percorso durato due anni, in cui hanno lavorato attivamente e in maniera congiunta tutti gli stakeholders coinvolti: Governo, imprenditori ed investitori. Il programma è stato inoltre accolto con grande interesse dall’opinione pubblica, altro fattore da tenere in grande considerazione per raggiungere obbiettivi comuni di sviluppo imprenditoriale e crescita occupazionale, economica e sociale.

Tra le condizioni di accesso allo Start Up Visa Program, il Governo canadese ha indicato innanzitutto il possesso di una “lettera di supporto“, che dimostra l’impegno di un business angel o di un venture capitalist canadese a finanziare l’idea: è possibile contattare uno degli investitori designati cui sottoporre la propria business idea, attraverso il sito internet dedicato all’iniziativa.
Per accedere al Programma è necessario ottenere un investimento minimo pari a 200.000 dollari canadesi, se ci si rivolge ad un Fondo di Venture Capital, o a 75.000 dollari canadesi, se l’investimento proviene da un Angel Investor (l’elenco degli investitori è disponibili a questo link).

Altri requisti di eleggibilità sono:
– conoscenza della lingua inglese e/o francese;
– aver proseguito per almeno un anno gli studi dopo il diploma di istruzione secondaria;
– avere una copertura economica adeguata.

Il visto ottenuto grazie allo StartUp Visa Program Canada è concesso non solo all’aspirante imprenditore, ma anche alla sua famiglia.

Tutte le informazioni e la modulistica necessaria per candidarsi sono disponibili a questo link.

Mentre il Canada, grazie agli StartUp Visa, apre le frontiere agli innovatori e startupper stranieri, gli U.S.A. sono attualmente in una situazione di stallo: la cultura e la legislazione impongono infatti regole troppo severe all’immigrazione, arenando i progetti per la diffusione dei visti.

Questa situazione fa fatica a sbloccarsi, nonostante le grandi potenzialità che lo strumento StartUp Visa può avere, soprattutto in termini occupazionali: in un rapporto dello scorso febbraio, infatti, la Kauffman Foundation ha stimato che lo StartUp Visa potrebbe portare alla creazione di un numero compreso tra 500.000 e 1.600.000 nuovi posti di lavoro in America nei prossimi 10 anni.

Attualmente, per ottenere uno StartUp Visa di un anno per gli Stati Uniti, è necessario ottenere un finanziamento da parte di un investitore U.S.A. per una cifra pari ad almeno 100.000 dollari. Per ottenere un visto di due anni, la legge impone un ostacolo ancora più grande: il finanziamento deve essere di almeno 250.000 dollari. Si attende lo sblocco della legislazione in materia, che dovrebbe sbloccarsi con la definitiva approvazione dello Startup 2.0 Act, destinato non soltanto agli imprenditori che vogliano creare una start up negli Stati Uniti, ma anche a ricercatori e studenti particolarmente meritevoli.

Nel frattempo, due imprenditori californiani hanno proposto un progetto per aggirare gli ostacoli burocratici delle politiche statunitensi, allo scopo di attrarre e trattenere in America i talenti stranieri: si tratta di Max Marty e Dario Mutabdzija, che hanno ideato il progetto Blueseed: si tratta di utilizzare una nave da crociera come base per imprenditori e ricercatori, una sorta di città galleggiante situata a 12 miglia dalla costa, in acque internazionali. Nell’idea di Marty e Mutabdzija, gli imprenditori e ricercatori che aderiranno a Blueseed potranno creare la propria Startup vicino alla Silicon Valley, senza dover ottenere il visto di lavoro U.S.A.: il progetto prevede spazi di co-working, accesso Internet e collegamenti continui con la terraferma tramite traghetto.
Il progetto dovrebbe partire nella primavera del 2014, e attualmente ha ricevuto richieste da oltre 1.300 imprenditori di 67 Paesi nel mondo.

Tra i Paesi che hanno previsto una procedura agevolata per l’ottenimento degli StartUp Visa abbiamo anche il Cile: grazie al lancio del programma StartUp Chile, infatti, lo stato sudamericano ha aperto le proprie frontiere ai talenti, agli innovatori e agli startupper di tutto il mondo.
Per gli aspiranti imprenditori stranieri che decidono di fondare la propria start up in Cile è prevista la possibilità di uno StartUp Visa temporaneo della durata di un anno, senza obbligo di permanenza continua nel territorio cileno. Ai partecipanti a StartUp Chile, inoltre, sarà garantito un finanziamento di 40.000 dollari (equity-free) di seed capital, oltre all’accesso alla rete sociale e finanziaria cilena, che negli ultimi anni ha dimostrato di costituire terreno fertile per le start up.

Ultimo in ordine di tempo tra i Paesi che prevedono lo StartUp Visa è l’Irlanda: si tratta di uno degli Stati Europei che negli ultimi tempi ha sviluppato un ecosistema ideale per le Start up.
Allo scopo di attrarre le migliori idee innovative da trasformare in imprese, il Governo irlandese ha ideato lo StartUp Entrepreuner Programme. Grazie alla partecipazione a questo programma, gli aspiranti startupper stranieri possono ottenere uno StartUp Visa per due anni, con estensione ad altri tre. Il visto sarà concesso anche alla famiglia dell’aspirante imprenditore. Chi accede allo Start Up Entrepreuner Programme irlandese ha inoltre diritto ad un finanziamento di 75.000 euro per avviare la propria attività.

L’auspicio è che anche l’Italia si adoperi presto a creare e regolamentare gli StartUp Visa: come abbiamo visto, infatti, si tratta di uno strumento fondamentale per attirare i talenti sul territorio, creando nuove imprese e soprattutto posti di lavoro in un Paese come il nostro dove, al momento, il problema della disoccupazione rappresenta una priorità.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Napoli, 17 maggio 2013

20/05 – Barcamper e Microsoft LAB al CSI. Don’t miss the date!

Lunedì 20/05 il CSI ospita lo Startup Revolutionary Road Tour, con un programma all’insegna dell’innovazione.

Ore 10.00-18.00: Scouting sul Barcamper – Dpixel ascolterà sul Barcamper i progetti registrati (prenotazioni gratuite in questa pagina http://barcamper.it/stops/napoli-youthspark-2/)

Ore 12.30-16.30: MICROSOFT STUDENT PARTNER- LAB 4 STUDENTS & STARTUPPERS: HOW TO BUILD YOUR FIRST WINDOWS 8 APP – Microsoft supporterà i partecipanti nella creazione della prima App su Windows 8. Per il LAB registrati qui, la partecipazione è gratuita ma i posti sono limitati http://www.eventbrite.com/event/6586025981?ref=elink

Maggiori dettagli anche nel post di Gianluca Dettori http://dgil.uz/2013/05/09/due-giorni-di-barcamper-a-napoli/

Il 21/05 lo Startup Revolutionary Road Tour si sposta all’Università Federico II. Qui il programma completo.

Napoli, 17 maggio 2013

 

Il nostro approfondimento su Start up Innovativa, S.r.l. Semplificata e S.r.l. a Capitale Ridotto

La nascita di nuove imprese, in particolare di start up ad alto contenuto innovativo e con elevate potenzialità di crescita, fondate da giovani, è alla base dello sviluppo economico del Paese. Per questo motivo, a partire dallo scorso anno, sono state emanate nuove regole e forme societarie che rispondono all’esigenza di facilitare lo sviluppo dell‘imprenditorialità. In particolare:

  • sono state introdotte due nuove forme societarie, le s.r.l. semplificate e le s.r.l. a capitale ridotto. Tali forme societarie sono “sottotipi” della s.r.l. ordinaria (regolamentata dall’art. 2463 del Codice Civile) ma ne rappresentano una scelta più performante ed economica, grazie alla previsione di un iter costitutivo accelerato e di una serie di semplificazioni normative.

  • è stato pubblicato il Decreto legge Sviluppo bis, n. 179/2012, che ha introdotto nel panorama normativo italiano la start up innovativa: in questo caso non si tratta di una forma societaria a sè stante, ma piuttosto di una serie di regole ed agevolazioni previste per le società di capitali (tra cui le suddette s.r.l.), che soddisfano una serie di requisiti, contenuti negli artt. 25 – 32 del Decreto in questione.

Di seguito, proponiamo un compendio utile a tutti gli aspiranti startupper che volessero approfondire le tematiche suddette:

  • nella seguente tabella esponiamo in matrice le principali novità introdotte.

S.r.l. Semplificata

S.r.l. a Capitale Ridotto

Se è anche Starup Innovativa

Normativa

Art. 2463-bis Codice civile

Art. 44 D.L. 83/2012

Decreto legge Sviluppo bis n. 179/2012 artt. 25 – 32

Soci e Requisiti

Persone fisiche con meno di 35 anni.

Possibile anche se unipersonale.

Persone fisiche senza limiti di carattere anagrafico.

Possibile anche se unipersonale.

Persone fisiche e giuridiche. Per i primi 24 mesi dalla costituzione, la maggioranza deve essere costituita da persone fisiche

 

Rispetto degli ulteriori requisiti previsti dall’art. 25 del decreto.

Forma

Contratto o atto pubblico notarile

Contratto o atto pubblico notarile

Valgono le regole previste per la forma societaria prescelta

Atto costituivo

Conforme al modello standard con elementi indicati all’art. 2463-bis, comma 2. E’ possibile anche variare tale modello, ma potranno essere dovuti gli oneri notarili.

Libero con elementi indicati all’art. 2463-bis, comma 2

Oggetto sociale prevalente: sviluppo e commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

 

E’ possibile la creazione di categorie di quote fornite di diritti diversi, determinando liberamente il contenuto di tali categorie anche in termini di diritti di voto (commi 2 e 3 art. 26 DL 179/2012)

Denominazione

S.r.l.s.

Con espressa indicazione che si tratta di società a responsabilità limitata semplificata

S.r.l. a c.r.

Con espressa indicazione che si tratta di società a responsabilità a capitale ridotto

Valgono le regole previste per la forma societaria prescelta

Amministratori

Uno o più soci

Persone fisiche, anche non soci

Si ritiene che anche gli amministratori possano essere presi in considerazione per il raggiungimento del parametro quantitativo della forza lavoro qualificata prevista nei tre “Ulteriori requisiti” (lett. h comma 2 art. 25 DL 179/2012)

Capitale sociale

Da 1 a 9.999,99 euro

Da 1 a 9.999,99 euro

Valgono le regole previste per la forma societaria prescelta

 

Se il capitale scende sotto il minimo legale per perdite, è possibile prorogare di 12 mesi, rispetto alle società di capitali ordinarie, le decisioni dell’assemblea in relazione al ripristino del capitale stesso o alla trasformazione della società

Versamento del capitale sociale

Deve essere interamente versato agli amministratori. Non sono ammessi apporti in natura.

Deve essere interamente versato agli amministratori. Non sono ammessi apporti in natura.

Valgono le regole previste per la forma societaria prescelta

Spese di costituzione

Esenzione da bolli, diritti di segreteria e oneri notarili. Nel caso di startup innovative, si aggiunge anche l’esenzione dal diritto annuale della CCIAA.

Gli oneri notarili potranno essere dovuti se si modifica lo statuto standard.

Spese ordinarie per la costituzione della srl. Nel caso di startup innovative, si applica l’esenzione da bolli, diritti di segreteria e dal diritto annuale della CCIAA

Esenzione da bolli, diritti di segreteria e dal diritto annuale della CCIAA per i 48 mesi di durata dello status di start up innovativa (previo assolvimento degli obblighi per il mantenimento di quest’ultimo)

Cessione di quote

Ammessa solo tra persone fisiche con meno di 35 anni

Ammessa solo tra persone fisiche

Ammesso, nel rispetto dell’obbligo di detenzione della maggioranza delle quote da parte di persone fisiche (previsto per i primi 24 mesi dalla costituzione della società)

Cessazione attività per crisi aziendale

Procedure concorsuali ordinarie, incluso il fallimento

Procedure concorsuali ordinarie, incluso il fallimento

Solo disciplina sulla composizione della crisi da sovra indebitamento (capo II della legge 27 gennaio 2012, n. 3), per favorire una rapida liquidazione dei beni e il

beneficio del fresh- start per l’imprenditore.

Rapporti di lavoro

Disciplina ordinaria

Disciplina ordinaria

Agevolazioni per l’assunzione di personale altamente qualificato (credito d’Imposta per la Ricerca e Sviluppo, introdotto dalla Legge di Stabilità n. 228/2012).

Maggiore flessibilità per i contratti di lavoro a tempo determinato.

Possibilità di remunerazione del personale con strumenti finanziari o con ogni altro diritto o incentivo che preveda l’attribuzione di strumenti finanziari o diritti similari.

Raccolta di capitali

Disciplina ordinaria

Disciplina ordinaria

Le quote di partecipazione possono costituire oggetto di offerta al pubblico di prodotti finanziari, anche attraverso i portali per la raccolta di capitali (cd. crowdfunding)

Altri vantaggi fiscali

Disciplina ordinaria

Disciplina ordinaria

Non si applica la disciplina prevista per le società non operative (articolo 30 della Legge 23 dicembre 1994, n. 724) e quella sul godimento dei beni ai soci (articolo 2, commi da 36-decies a 36- duodecies del D.L. 13 agosto 2011, n. 138).

Altri vantaggi

Disciplina ordinaria

Disciplina ordinaria

Intervento gratuito del Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese.

Consulenza gratuita (compresa la partecipazione ad eventi) dell’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

 

Napoli, 16/05/2013

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