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Tag: ricerca & sviluppo

Estesa fino al 15/06/2014 la Call for Makers per l’edizione 2014 della Maker Faire Rome

Dopo il grande successo dello scorso anno, torna a Roma dal 3 al 5 ottobre 2014 Maker Faire Rome, la grande fiera internazionale dedicata all’innovazione, la creatività e il saper fare dei talenti europei.

Organizzata a cura di Asset Camera (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma dedicata a servizi e progetti per l’innovazione e la crescita del tessuto imprenditoriale), Maker Faire Rome si basa sull’idea dei suoi promotori, secondo i quali il movimento dei Makers è fondamentale per l’implementazione di un nuovo modo di fare impresa in Italia: lo scopo è quello di affiancare alle attività di ricerca e sviluppo la diffusione di una cultura del “saper fare”, grazie alle grandi novità della stampa 3D.

Fino al 25 maggio 2014 (N.B. la call è prorogata fino al 15/06/2014) è aperta la Call for Makers, dedicata a chi voglia partecipare alla Maker Faire Rome 2014 per presentare il proprio lavoro, la propria esperienza e il proprio progetto: è possibile candidarsi on-line previa registrazione a questo link http://www.makerfairerome.eu/call-for-makers/calls/

Le domande potranno essere presentate singolarmente o in team, il modulo va compilato in lingua inglese e occorre fornire un’accurata descrizione del progetto e dei suoi promotori, allegando fotografie e video.

Le candidature per la Call for Makers possono riguardare un lungo elenco di settori (qui, la lista completa): tra questi, ricordiamo Digital Fabrication, Robot&Drones, Education, Arduino, Internet of Things, 3D Printing, Food & Agriculture, Artigianato.

La Call for Makers consente tre tipologie di candidatura:

1) Maker: singoli, team, scuole e organizzazioni che vogliono mostrare il proprio progetto, ciò che fanno e come funziona. Sono particolarmente incoraggiate dagli organizzatori le mostre interattive. I candidati selezionati avranno diritto ad uno stand standard all’interno della fiera.

2) Light-Talk Speaker: singoli e team che vogliono parlare di un’idea o un progetto che sia di interesse rilevante per la community Maker, oppure makers che vogliono dimostrare ciò che fanno e come lavorano in un setting dedicato. Le presentazioni potranno avere una durata di 15 o 40 minuti, più il tempo per le Q&A.

3) Hands-On Workshop: gli organizzatori della Maker Faire incoraggiano chiunque voglia trasmettere al propria passione e ispirazione al pubblico a proporre workshop e attività in tema. L’organizzazione è disponibile a fornire materiali e componenti che andranno specificati dal proponente. Ciascun workshop, che dovrà essere guidato dal Maker, avrà una durata di due ore e mezza o di un’intera giornata. In particolare, le attività dovranno essere adatte anche al pubblico più giovane che dovrà, nel caso, partecipare con l’aiuto dei genitori.

Per maggiori informazioni è possibile contattare l’indirizzo e-mail makers@makerfairerome.eu

Il sito ufficiale di Maker Faire Rome 2014 è disponibile al seguente link: http://www.makerfairerome.eu/

Napoli, 13/05/2014

La co-opetition: quando la collaborazione con i concorrenti può generare un vantaggio competitivo

Marquis Cabrera è il fondatore e presidente di Foster Skills, un’Organizzazione no profit americana che si occupa di accrescere le life skills dei minori in stato di affido attraverso attività di formazione e mentorship. In passato ha lavorato nel settore dell’Innovation per Wefunder, Wayfair e alla Casa Bianca. Il blog della Harvard Business Review ha pubblicato un suo recente contributo su un tema interessante per aziende innovative e tecnologiche: la “Co-opetition”.

La co-opetiton è una forma di cooperazione tra aziende concorrenti, particolarmente fruttuosa per aziende innovative, che si differenzia per alcuni aspetti sostanziali dai tradizionali accordi di cooperazione: in apertura del suo post, Cabrera spiega infatti che spesso le cooperazioni tradizionali, anche in caso di aziende con business di profilo elevato, falliscono. Ciò accade perchè le parti interessate partono dalla condizione di fondo che il successo di una debba andare a discapito dell’altra, e questo tipo di situazione è chiaramente un gioco a somma zero (una situazione nella quale la contrapposizione tra le parti è totale, e la vincita dell’una corrisponde alla perdita dell’altra).

Al contrario, la co-opetition rappresenta un tipo di collaborazione in cui due aziende concorrenti uniscono le proprie forze sulla base di una parziale congruenza di interessi: come affermato dai professori di management Adam M. Brandbenburger e Barry J. Nalebuff nel libro “Co-Opetiton”, quando due business agiscono basandosi su questo tipo di presupposti hanno la possibilità di diventare più competitivi cooperando.

La co-opetition si basa sul tener conto sia dell’interesse della propria azienda, che di quello dell’altra azienda coinvolta: c’è quindi trasparenza sulle motivazioni, gli obiettivi e le future mosse di entrambe le aziende. Mentre nella collaborazione tradizionale la domanda che ci si pone è “come possiamo collaborare, in modo tale che il risultato sia 1+1=2 ?”, nella co-opetition non ci si chiede quale sarà il mio risultato e quale il risultato dell’altro, bensì ci si interroga su come si possa fare in modo che “1+1=3”.

Alla base della co-opetition c’è la consapevolezza tra le due aziende di essere in concorrenza tra loro: grazie a questo punto di partenza, gli accordi riescono a prosperare e il risultato è che entrambe le aziende riescono a diventare più competitive cooperando. Ciò accade perchè, a differenza delle collaborazioni tradizionali, nella co-opetition le aziende non fingono di non essere in competizione, ma sfruttano reciprocamente la forza del proprio concorrente per prosperare insieme.

Cabrera dimostra come sia possibile arrivare a questo risultato partendo da un esempio concreto: la co-operation tra LinkedIn e i reclutatori professionisti (i cosiddetti “cacciatori di teste”). Il co-fondatore di LinkedIn Reid Hoffman, in un’intervista al New York Times, ha spiegato questa collaborazione apparentemente contraddittoria nel modo seguente: “Non si può avere successo da soli. L’unica strada per ottenere qualcosa di grande è lavorare con altre persone. Ci sono moltissime co-opetition possibili”.

Permettere ai reclutatori di utilizzare LinkedIn per trovare potenziali candidati e opportunità di lavoro consente infatti di ottenere risultati maggiori rispetto ad agire separatamente sul mercato. La domanda che Cabrera si pone a questo punto è “come si fa a proteggere i propri interessi e al contempo a collaborare con i propri concorrenti, ottenendo come risultato la creazione del massimo valore?”. Ci sono essenzialmente tre punti da tenere in considerazione:

1. Accettare di condividere le informazioni

Condividere informazioni e competenze è un ottimo modo per costruire la fiducia con i concorrenti. L’esempio segnalato da Cabrera è il Memorandum of Understanding (MOU), una partnership non vincolante dal punto di vista giuridico, stipulata tra Ford e Toyota che potrebbe evolversi in una joint venture per lo sviluppo di un autocarro leggero ibrido: si tratta di una co-operation che sta procedendo con calma, perché anche in questo tipo di accordo, come in tutti i rapporti, con il passare del tempo la fiducia cresce e si è disposti a condividere di più. Naturalmente, per una co-opetition valida, è fondamentale che la condivisione sia vantaggiosa per entrambe le parti.

2. Concentrarsi sulla costruzione di qualcosa di nuovo

La co-opetition funziona particolarmente bene con aziende che lavorano sulla tecnologia e l’innovazione, perché per questo tipo di business le spese in R&S sono particolarmente ingenti. Un esempio è la collaborazione tra American Airlines e Boeing: se queste due aziende non avessero unito le forze, non avrebbero avuto le risorse finanziarie e la manodopera per ristrutturare e costruire i nuovi aerei nel progetto “76 Next Generation 737s”.
Quando ci si trova a dover lavorare ad un progetto particolarmente costoso, soprattutto nel settore della tecnologia e dei servizi, secondo Cabrera la strada da percorrere è quella di presentarsi al proprio concorrente e dire: “Entrambi vogliamo raggiungere il risultato X, ma abbiamo risorse limitate. Tuttavia, la tua azienda è particolarmente brava a fare A, la mia eccelle nel fare B. Se riusciamo a unire le forze e ad impiegare nel progetto risorse AB, anzichè ottenere un risultato X, potremmo ottenere 2X“.

3. Scegliere una partnership nella quale ciascuno porterà al tavolo qualcosa di diverso

Un accordo tra società simili, ma non troppo simili è il modo migliore per creare relazioni win-win: ad esempio, la partnership tra Wayfair (multinazionale americana nel settore dell’e-commerce) e Amazon ha consentito alla prima di sfruttare un marchio noto a livello globale per aumentare le conversioni di vendita, dando ad Amazon una parte dei profitti. Anche se Amazon e Wayfair sono concorrenti, l’accordo ha generato profitto per entrambe le società.
Per una co-opetition vantaggiosa, bisogna quindi assicurarsi che le aziende siano simili, ma che le risorse apportate da ciascuna delle aziende coinvolte siano diverse.

Per leggere il post originale sul blog di HBR: http://blogs.hbr.org/2014/02/use-co-opetition-to-build-new-lines-of-revenue/?utm_source=Socialflow&utm_medium=Tweet&utm_campaign=Socialflow

Napoli, 11/02/2014

Credito d’imposta per assunzioni di personale qualificato per attività di R&S: procedura semplificata e riserva speciale per startup innovative e incubatori certificati

E’ stato pubblicato ieri, nella Gazzetta Ufficiale n. 16 del 21/01/2014, il Decreto Ministeriale 23/10/2013 del Ministero dello Sviluppo Economico che definisce le modalità di attuazione del Credito d’imposta per l’assunzione a tempo indeterminato di personale qualificato da impiegare nelle attività di Ricerca & Sviluppo.

Si tratta di un passo avanti nell’iter burocratico per l’effettiva attivazione di questo strumento di agevolazione destinato alle imprese di qualsiasi forma e dimensione, comprese le startup innovative e gli incubatori certificati: per l’attivazione vera e propria occorre però aspettare l’affidamento della gestione della piattaforma informatica per l’invio delle domande e il Decreto Direttoriale che andrà a identificare i contenuti della domanda e la procedura semplificata prevista per startup e incubatori.

Attualmente è possibile ricavare dal DM 23/10/2013, oltre ai beneficiari individuati sopra, le condizioni di accesso al Credito d’imposta e l’ammontare delle agevolazioni erogabili.

E’ possibile richiedere il Credito d’imposta per assunzioni a tempo indeterminato o per trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, per un periodo massimo pari a dodici mesi dalla data di assunzione, per:

1) personale in possesso di un dottorato di ricerca universitario conseguito presso una università italiana o estera (nel secondo caso il titolo deve essere riconosciuto equipollente);

2) personale in possesso di laurea magistrale in discipline in ambito tecnico o scientifico purché impiegato in attività di Ricerca e Sviluppo.

In particolare, per le startup innovative e per gli incubatori certificati è agevolabile anche il costo aziendale per assunzioni a tempo indeterminato effettuate mediante contratto di apprendistato.

Il “costo aziendale” viene calcolato considerando il costo salariale sostenuto dall’impresa, comprendente la retribuzione lorda (prima delle imposte) e i contributi obbligatori (oneri previdenziali e contributi assistenziali).

Relativamente all’anno 2012, il credito d’imposta deve essere calcolato sui costi aziendali sostenuti a partire dal 26 giugno 2012, mentre per gli anni successivi i costi si calcolano a partire dal 1° gennaio di ciascun anno.

I contributi di cui ciascun beneficiario può usufruire per ciascun anno non possono superare il limite massimo di 200.000 euro.
Il credito d’imposta è pari al 35% dei costi aziendali sostenuti dall’impresa.

L’impresa è tenuta ad indicare nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta durante il quale ha beneficiato delle agevolazioni l’importo del contributo sotto forma di credito d’imposta. Tale importo non concorre alla formazione del reddito, nè della base imponibile IRAP.

Da segnalare, relativamente a startup innovative e incubatori certificati, oltre alla procedura semplificata di accesso anche la previsione di un’apposita riserva del fondo per il credito d’imposta per l’assunzione di personale qualificato per attività di R&S: tale riserva è pari a 2 milioni di euro.

Napoli, 22/01/2014

Il Credito d’imposta R&S e il Digital Bonus a sostegno di imprese e startup: in cosa consistono?

In questo post pubblicato qualche settimana fa, abbiamo raccolto le misure più interessanti per imprese e startup contenute nel Decreto Destinazione Italia (D.L. 145/2013): analizziamo oggi più nel dettaglio due degli strumenti più utili per l’agevolazione dei business innovativi.

Credito d’imposta R&S (art. 3)

Destinazione Italia prevede l’istituzione del credito d’imposta a beneficio delle imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo: in attesa dell’apposito Decreto con cui il MISE definirà le modalità operative di tale strumento, vediamo quali sono i casi in cui il credito di imposta viene riconosciuto:

– importo massimo annuo di 2.500.000 euro per ciascuna impresa beneficiaria;
– per incrementi annuali (in ciascun periodo di imposta) del 50% di spesa nelle attività di ricerca e sviluppo;
– con decorrenza a partire dal periodo di imposta stabilito dal futuro decreto del MISE e fino alla chiusura del periodo di imposta al 31 dicembre 2016;
– nel rispetto della condizione secondo cui l’impresa sostenga spese per attività di R&S per almeno 50.000 euro per ciascun periodo di imposta.

L’articolo elenca inoltre le attività di ricerca e le spese ammissibili al credito di imposta. Le attività di ricerca ammissibili sono raggruppate nelle seguenti quattro voci:

a) lavori (sperimentali o teorici) la cui principale finalità sia “l’acquisizione di nuove conoscenze dui fondamenti di fenomeni e di fatti osservabili”, senza la previsione di applicazioni o utilizzazioni pratiche dirette;

b) ricerca pianificata o indagini critiche con lo scopo di “acquisire nuove conoscenze, da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi” o migliorare quelli esistenti, oppure per la creazione di componenti di sistemi complessi utili alla ricerca industriale;

c) acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo di conoscenze e capacità già esistenti per produrre “piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuovi, modificati o migliorati” (prototipi);

d) attività di produzione e collaudo di prodotti, processi o servizi che non siano impiegati o trasformati allo scopo di applicazioni industriali o per finalità commerciali.

Le spese ammissibili al credito d’imposta R&S sono invece quelle contenute nelle seguenti tre voci:

a) personale impiegato nelle attività di R&S;

b) quote di ammortamento per le spese di acquisizione e utilizzazione di strumenti e attrezzature di laboratorio;

c) costi della ricerca svolta in collaborazione con università ed organismi di ricerca.

Il Decreto prevede inoltre un’apposita procedura per ottenere l’agevolazione, che inizia con la presentazione di un’istanza telematica da parte dell’impresa. Le modalità di presentazione dell’istanza verranno specificate dal Decreto MISE.
Il secondo passaggio della procedura prevede la predisposizione di una certificazione che attesti la bontà del credito, da allegare al bilancio.

Da un punto di vista fiscale, infine, il credito d’imposta va indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui il beneficio è maturato. Il credito d’imposta, inolte, non concorre alla formazione del reddito, nè alla base imponibile IRAP.

Digital Bonus (art. 6)

Il Digital Bonus per la digitalizzazione delle imprese previsto da Destinazione Italia consiste in Voucher di importo non superiore a 10.000 euro che saranno concessi sotto forma di finanziamento a fondo perduto alle micro, piccole e medie imprese per:
– l’acquisto di software e hardware,
– l’acquisto di servizi che consentano il miglioramento dell’efficienza aziendale, lo sviluppo dell’e-commerce, la connessione a banda larga e ultra-larga;
– il finanziamento della formazione qualificata del personale nel campo ICT.

La somma complessiva destinata ai Digital Bonus è di 100 milioni euro, ripartiti tra le Regioni in base proporzionale al numero di imprese registrate nelle Camere di Commercio.

Fonte: Fiscal Focus

Napoli, 14/01/2013

SMAU NAPOLI: a dicembre la prima edizione con un focus sui Distretti Tecnologici

Per la prima volta, arriva a Napoli l’evento nazionale dedicato all’innovazione e alle tecnologie digitali per le imprese: il 12 e 13 dicembre si terrà nel capoluogo partenopeo SMAU NAPOLI. L’annuncio è stato dato nei giorni scorsi durante SMAU MILANO da Guido Trombetti, assessore regionale alla ricerca scientifica, presente all’edizione 2013 dell’evento milanese per presentare i neonati Distretti Tecnologici della Regione Campania.

Come affermato dallo stesso Trombetti al convegno inaugurale dell’evento milanese, SMAU NAPOLIrappresenta una opportunità importante per il nostro sistema di ricerca. La Campania ha una straordinaria capacità di produrre conoscenze e competenze di qualità. Tracciare percorsi virtuosi per facilitare e valorizzare lo sviluppo delle relazioni commerciali tra la domanda di innovazione proveniente dal mondo delle imprese e l’offerta di innovazione sviluppata dalle Università e dai centri di ricerca è una priorità“.

SMAU NAPOLI sarà l’occasione per ospitare i protagonisti più importanti dell’ecosistema mondiale delle tecnologie digitali e non solo: l’evento sarà concepito allo scopo di far incontrare startup, centri di ricerca, imprese del settore ICT e finanziatori pubblici e privati per le imprese.

L’idea di base è quella di consentire all’imprenditore di avere una panoramica completa sul mondo dell’innovazione, per consentire alle imprese di “trovare la giusta spinta per evolversi e innovare la propria impresa“, come spiegato dall’amministratore delegato di SMAU Pierantonio Macola.

Ampio spazio durante SMAU NAPOLI sarà destinato al mondo della ricerca industriale (con un’area dedicata che durante l’evento sarà denominata Campania Next), dove saranno presentati i sei distretti regionali:

STRESS: Distretto tecnologico Sviluppo Tecnologie e Ricerca per l’Edilizia sismicamente Sicura ed ecoSostenibile, nato allo scopo di favorire la collaborazione tra imprese, università e centri di ricerca del territorio regionale campano in ambito ricerca & sviluppo nel settore delle costruzioni sostenibili.

BIOSCIENCE: Distretto tecnologico per le biotecnologie, comprende 91 imprese del territorio regionale attive nel campo delle biotecnologie e della salute dell’uomo. Particolarmente attivo nel sostegno alle nuove imprese biotech e del settore agroalimentare.

D.A.C.: Distretto tecnologico Aerospaziale, è costituito da 30 soggetti tra i quali figurano grandi aziende, PMI e centri di ricerca. L’attività del D.A.C. ha portato alla presentazione di uno studio di fattibilità già approvato dal MIUR con 11 programmi strategici e circa 145 milioni di euro di investimenti per i prossimi tre anni.

DATABENC: Distretto ad Alta TecnologiA per i BENi Culturali, si occupa della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale in Campania attraverso l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo di tecnologie con un focus particolare sulla fruizione sostenibile della cultura.

SMART POWER SYSTEM: Distretto tecnologico per le energie rinnovabili, opera in una serie di ambiti di intervento afferenti alla competitività, lo sviluppo e il trasferimento di conoscenze in materia di reti elettriche intelligenti. Tra gli ambiti in questione, ricordiamo Smart Grid, Fonti rinnovabili, Geotermia, Risparmio energetico e sostenibilità ambientale.

DISTECTRA: DIStretto ad Alta TECnologia TRAsporti di Superficie, si adopera per l’aumento della competitività delle imprese e per l’attrazione di nuovi investimenti nei settori automotive, ferroviario e logistica. Particolare attenzione è riservata alla ricerca & sviluppo, alla crescita delle PMI e al sostegno alla nascita di nuove imprese nei settori di riferimento.

Oltre al tema dei Distretti Industriali, il programma di SMAU NAPOLI prevede oltre 70 workshop su temi fondamentali per imprenditori e startuppers, oltre ad una serie di premi come il Premio Innovazione ICT Campania e il Premio Smart City.

Per maggiori informazioni, qui la pagina dedicata all’argomento dal Portale della Regione Campania.
Napoli, 29/10/2013

Approfondimenti: Il Credito d’Imposta per PMI e #Startup

La Legge di Stabilità 2013 (Legge n. 228 del 24/12/2012) ha istituito, ai commi 95, 96 e 97 dell’art. 1, un Fondo per la concessione del Credito d’imposta per la Ricerca e Sviluppo, destinato in particolare alle piccole e medie imprese e con lo scopo di ridurre il cuneo fiscale.

Istituito presso la Presidenza del Consiglio, il Fondo è finanziato dalla progressiva riduzione degli stanziamenti di bilancio destinati ai trasferimenti e ai contributi alle imprese. Nello specifico, il credito d’imposta è riservato alle imprese e alle reti d’impresa che affidano progetti di ricerca e sviluppo a università ed enti/organismi di ricerca o che realizzano investimenti nel settore.

L’istituzione del fondo avviene secondo criteri e modalità definiti di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze e con il Ministero dello sviluppo economico: i Ministri sono tenuti a riferire alle Commissioni parlamentari competenti circa l’individuazione e la quantificazione dei trasferimenti e dei contributi concessi, ai fini dell’adozione delle conseguenti iniziative di carattere normativo. In attesa di queste ultime, facciamo il punto della situazione sulla recente normativa sul tema di che trattasi.

Il Fondo per il Credito d’imposta prevede due differenti agevolazioni:

  • Deduzione ai fini IRAP dei costi sostenuti per il personale addetto all’attività di ricerca e sviluppo;
  • Deduzione ai fini IRES dei costi sostenuti per attività di ricerca e sviluppo.

Il beneficio sarà assegnato fino a concorrenza delle risorse disponibili, pari a 25 milioni di euro per il 2012 e 50 milioni di euro per il 2013 e per gli anni seguenti. Sono previste agevolazioni per l’assegnazione dei fondi alle imprese che hanno sede nei territori colpiti dal terremoto del 2012 (con l’istituzione di una specifica riserva), ma soprattutto delle “corsie preferenziali” per le start-up innovative e gli incubatori certificati (così come definite all’art. 25 del Dl 179/2012), per i quali è introdotto un vincolo di destinazione delle somme stanziate nel momento in cui si avvicina il loro esaurimento.

Al momento è stato emanato il decreto interministeriale previsto per dare attuazione al credito d’imposta per le assunzioni di personale altamente qualificato (art. 24 Dl 22 giugno 2012, n. 83), ovvero dei soggetti in possesso di un dottorato di ricerca universitario o di una laurea magistrale, purché, in questo secondo caso, impiegato in specifiche attività di ricerca e sviluppo. Il provvedimento, oltre a disciplinare alcuni aspetti specifici del meccanismo agevolativo, ha chiarito definitivamente che il beneficio potrà essere richiesto e fruito per tutte le assunzioni a tempo indeterminato effettuate a partire dal 26 giugno 2012, data di entrata in vigore del già richiamato decreto. Per gli anni successivi sono, invece, agevolabili i costi sostenuti per le medesime finalità a partire dal 1° gennaio di ciascuno di essi. Nel decreto si stabilisce che il beneficio si applica a tutte le assunzioni a tempo indeterminato, anche in caso di trasformazione di contratti a tempo determinato o di apprendistato.

L’agevolazione consiste in un credito d’imposta pari al 35% di tutti i costi aziendali sostenuti per il lavoratore (per esempio oneri fiscali e previdenziali), ma può essere fruito solo nel limite di 200.000,00 euro per anno. Il credito di imposta spettante deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta nel quale il beneficio è maturato e va utilizzato in compensazione, in base al Dlgs 241/1997, attraverso il modello F24. Il bonus non concorre alla formazione del reddito, né della base imponibile Irap e ai fini del calcolo del rapporto citato negli articoli 61 e 109, comma 5 del Tuir. Non è, inoltre, soggetto al limite annuale di utilizzo (pari a 250 mila euro).

Nonostante il decreto, però, l’incentivo non può ancora essere utilizzato o richiesto: sarà, infatti, necessario un ulteriore provvedimento del Ministero dello Sviluppo economico, con cui definire i contenuti della domanda di accesso all’agevolazione e rese note le procedure per la sua presentazione. L’aiuto sarà assegnato mediante la procedura del “click day“, un’apposita piattaforma informatica creata per la gestione del Credito d’imposta, ma al momento non è stato ancora emanato il decreto che dovrà disciplinare nel dettaglio i contenuti delle domande e la procedura di inoltro delle stesse.