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L’Arena di TechHub: venerdì 23 a Napoli, 25 startup presentano i loro progetti per decretare i 7 vincitori

Venerdì 23 gennaio a partire dalle ore 9:00 la sede della Camera di Commercio di Napoli (Via S. Aspreno) ospita l’Arena finale di TechHub, il percorso di accelerazione per startup tecnologico nato dalla collaborazione tra CCIAA Napoli, Banco di Napoli e Università degli Studi di Napoli Federico II.

Dopo aver affrontato le selezioni (con quasi 100 idee innovative di impresa che si sono proposte per entrare nella “palestra per startup” di TechHub) e aver partecipato ad un percorso formativo con esperti e docenti di materie afferenti le tematiche principali dell’impreditorialità innovativa, le25 startup finaliste si sfideranno con il proprio pitch di fronte ad una platea di investitori, aziende e potenziali partner per provare a vincere uno dei sette premi in denaro messi a disposizione dalla Camera di Commercio.

Come previsto dal Bando per l’accesso a TechHub, infatti, le sette migliori startup tra i finalisti che partecipano all’Arena avranno la possibilità di accedere a contributi a fondo perduto per cifre comprese tra i 30.000 e i 50.000€.

Tra le 25 startup dell’Arena finale di TechHub, 5 sono i progetti che sono risultati tra i vincitori di VulcanicaMente: dal talento all’impresa e che, tra la prima e la seconda edizione della competition, hanno partecipato ai percorsi di incubazione del CSI – Incubatore Napoli Est:

1) ARTROOMS: marketplace di opere d’arte che raccoglie già oltre 600 opere di un centinaio di artisti contemporanei, tra i cinque vincitori del TechGarage finale di VulcanicaMente 2. Il portale Artrooms consente l’acquisto e il noleggio delle opere a tutti gli artlovers che desiderano avvicinarsi al mondo dell’arte contemporanea, offrendo nel contempo agli artisti l’opportunità di una vetrina on-line e un canale di vendita innovativo sul web.

2) APPETITOO: il progetto di punta di PushApp s.r.l., app factory napoletana tra le sette startup vincitrici della prima edizione di VulcanicaMente, è un appbuilder per il settore della ristorazione. Appetitoo consente ai ristoratori di creare un’app personalizzata per offrire una serie di servizi alla clientela del proprio ristorante.

3) PIZZA NOW: il team al lavoro su Pizza Now è stato tra i 9 migliori progetti che hanno partecipato al percorso di coworking e al TechGarage finale di VulcanicaMente 2, con la sua idea innovativa per ottimizzare il settore della consegna a domicilio delle pizze. Pizza Now è infatti un’app mobile multipiattaforma per smartphone e tablet geolocalizzata che permette ai clienti di ordinare la propria pizza e alle pizzerie di usufruire di un ulteriore canale di vendita con sistema di gestione degli ordini che consente un feedback immediato con il cliente.

4) REHUB: nata come web community rivolta a ricercatori e accademici per favorire l’incontro interdisciplinare tra materie umanistiche e scientifiche, Rehub è stata tra i vincitori di VulcanicaMente 1. Oggi il progetto si presenta come un vero e proprio aggregatore di profili che consente ai ricercatori di avere un biglietto da visita digitale: scopo del progetto è quello di favorire l’Open Science.

5) ZEESTY: il progetto Zeesty si inserisce nel settore della ristorazione, con sito web e app mobile per cercare e scegliere un ristorante in base ai gusti dell’utente. Grazie all’app, è possibile digitalizzare i menù di ristoranti, locali, pub e pizzerie. Zeesty è tra le sette startup vincitrici della prima edizione di VulcanicaMente.

Nell’immagine seguente, una panoramica di tutti i finalisti dell’Arena di TechHub:

techhubfinalisti

L’appuntamento con l’Arena Finale di TechHub è quindi fissato per venerdì 23 a partire dalle 9: dal CSI – Incubatore Napoli Est, un grosso in bocca al lupo a tutti!

Napoli, 21/01/2015

Team Building e Leadership: alcuni suggerimenti utili per i founder di una startup

Il portale Serious Startup ha pubblicato qualche settimana fa un articolo sulla tematica del team building e della leadeship all’interno di una startup: la firma è di Dan Adika, CEO e co-founder di WalkMe (startup che fornisce un servizio cloud-based per professionisti dedicato in particolare alle attività di assistenza clienti).

Il punto di partenza sul quale Adika costruisce il suo contributo è quello secondo cui il team rappresenta il bene più importante per una startup, dal quale dipende in ampia misura il futuro successo del progetto imprenditoriale: per questo motivo, è interessante capire come gestire e dare ispirazione al team in modo tale da fornire ai suoi componenti gli strumenti fondamentali per lavorare al meglio.

I suggerimenti contenuti nel post di Dan Adika sono essenzialmente quattro: vediamoli più nel dettaglio.

1) Rispettare l’individuo

Ogni componente del team di una startup ha le proprie competenze ed esperienze. Spesso, il leader di una startup è giovane e alle sue prime esperienze, e può trovarsi a gestire persone più adulte e con un bagaglio di esperienza alle spalle maggiore del suo. Un buon consiglio per il leader è quello di non spaventarsi di fronte a questa eventualità, ma di vederla come una sfida e soprattutto come la possibilità di utilizzare a vantaggio della startup il bagaglio di competenze ed esperienze dei componenti del team.
Bisogna quindi innanzitutto essere sempre attenti ad ascoltare cosa pensano i componenti “senior” riguardo alle attività da implementare nel percorso, ed è importante allargare questo atteggiamento di ascolto e di apertura a tutti i componenti del team, non solo ai veterani. Occorre sempre ricordarsi che ciascuno dei membri del team ha le proprie caratteristiche e i propri campi di eccellenza, e questo è il motivo per cui il founder li ha scelti.

2) Essere aperti alle nuove idee

Mantenere una politica open all’interno della startup è molto importante: spesso le migliori idee provengono dalle fonti più inaspettate, quindi è necessario essere aperti a qualsiasi fonte. Il team deve sapere che il leader della startup è aperto a ricevere e valutare nuove idee, deve sentirsi incoraggiato a comunicarle in qualsiasi momento.
Inoltre, è risaputo che nessuno conosce il funzionamento di una startup meglio di chi ci lavora ogni giorno: il team è quindi la fonte migliore di suggerimenti per migliorare il business di una startup.

3) Essere d’esempio

Il leader di una startup deve essere sempre il modello di riferimento per il team, mostrando gli standard di riferimento attraverso il proprio lavoro. Essere d’esempio è infatti il modo migliore per motivare i componenti del team: comportarsi da “grande capo” che si limita a dare ordini non dà alcun contributo al successo di una startup.
Quando il team vede che non c’è una gerarchia in cui il leader si pone al di sopra del resto della squadra è più propenso a lavorare in maniera efficace al progetto e sarà più semplice mantenere degli standard elevati anche nel prodotto/servizio offerto ai clienti.

4) Empowerment

Un buon leader non deve mai dimenticare quanto sia importante l’empowerment per il team: la squadra ideale per una startup è quella in grado di affrontare problemi e difficoltà anche senza chiedere aiuto. Ad esempio, se un cliente è in attesa di una risposta, dover aspettare “il responso dall’alto” serve solo a rallentare il processo. In una startup è invece fondamentale offrire al team la formazione e le conoscenze di cui hanno bisogno per svolgere il proprio lavoro con successo e nella maniera più autonoma possibile. Per risparmiare tempo e denaro, l’autore consiglia di preferire le guide digitali agli incontri fisici.

In conclusione, secondo Dan Adika, seguire questi quattro suggerimenti può aiutare il leader di una startup ad attivare il team verso maggiori competenze di problem solving, con il risultato di potersi concentrare meglio e garantire la crescita ed il successo del progetto.

Il link del post originale è disponibile qui: http://seriousstartups.com/2014/12/01/4-tips-empowering-team/

Napoli, 19/01/2015

Dal programma UE “CEF – Connecting Europe Facility”, due call per PMI nel settore digitale mettono a disposizione in totale 10 milioni di euro

La Commissione Europea ha lanciato di recente due interessanti Call for Tenders destinate a piccole e medie imprese europee nel settore digitale: si tratta di gare d’appalto inserite nel programma CEF – Connecting Europe Facility, l’iniziativa comunitaria per il periodo 2014/2020 che eroga finanziamenti alle infrastrutture europee nei settori dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni/digitale (ICT).

La prima delle call for tenders in questione è finalizzata alla realizzazione di un portale paneuropeo di Open Data e servizi connessi. La dotazione finanziaria complessiva è di 8 milioni di euro, e l’incarico riguarda la creazione, l’avvio, l’esercizio e la manutenzione di una piattaforma su larga scala, transfrontaliera e intersettoriale, con funzionalità di visualizzazione avanzate.

Inoltre, l’appalto prevede attività di formazione, laboratori e incontri bilaterali, più conferenze e attività divulgative finalizzate ad accrescere la comprensione dell’importanza del riutilizzo degli open data pubblici per scopi commerciali. Infine, sono previsti servizi per la misurazione dell’impatto e della sostenibilità degli open data (infrastrutture).

La deadline per la partecipazione alla call for tenders “SMART 2014/1072 – Deployment of an EU Open Data core platform: implementation of the pan-European Open Data Portal and related services” è fissata al 08/09/2014.

Le informazioni dettagliate e i documenti utili sono disponibili al seguente link: http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/news/smart-20141072-deployment-eu-open-data-core-platform-implementation-pan-european-open-data

La seconda call riguarda invece lo sviluppo di un’infrastruttura di servizi digitali per rendere internet più sicuro per i bambini. Nello specifico, la gara d’appalto richiede una piattaforma in grado di condividere risorse, servizi e pratiche tra fornitori di servizi a livello nazionale (i così detti SIC, centri “Internet più Sicuro”).

La gara prevede una dotazione finanziaria complessiva pari a 2 milioni di euro suddivisi in due lotti:

– il primo lotto (1,4 milioni di euro) è per la messa a punto e il funzionamento della piattaforma centrale. Tra gli incarichi previsti dall’appalto, ricordiamo: sviluppo e manutenzione di un elenco ricercabile di risorse formative; messa a punto di una piattaforma di strumenti on line e risorse e sviluppo di una community on line relativa alla pratica; sviluppo delle capacità, governance e coinvolgimento delle parti interessate;

– il secondo lotto (600.000 euro) è per la realizzazione di una banca dati di URL per la raccolta di dati su materiale pedopornografico trasmesso telefonicamente via linee dirette.

La deadline per la partecipazione alla call for tenders “SMART 2014/1073 – Digital Service Infrastructure for making a Better and Safer Internet for children” è fissata al 12/09/2014.

Le informazioni dettagliate e i documenti utili sono disponibili al seguente link: http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/news/smart-20141073-digital-service-infrastructure-making-better-and-safer-internet-children

Napoli, 28/07/2014

Bando “Sportello dell’Innovazione” Regione Campania: alcune modifiche e comunicate le date di apertura per l’invio delle domande

Con Decreto Dirigenziale n. 18 del 04 aprile 2014, pubblicato nel BURC n.23 del 2014, la Regione Campania effettua alcune modifiche ed integrazioni al Bando “Sportello dell’Innovazione”, pubblicato con Decreto Dirigenziale n. 1 del 05/02/2014, attraverso il quale sono state individuate tre linee di intervento per un impegno totale pari a 75 milioni di euro:

1) Progetti Cultural and Creative Lab (budget stanziato: 15 milioni di euro) 

2) Campania Start-up (budget stanziato: 10 milioni di euro)

3) Progetti di trasferimento tecnologico cooperativi e di prima industrializzazione per le imprese innovative ad alto potenziale (budget stanziato: 50 milioni di euro).

Abbiamo parlato delle linee di intervento previste dal Bando in questo post del nostro blog: https://www.incubatorenapoliest.it/nuovi-finanziamenti-per-startup-e-pmi-lo-sportello-dellinnovazione-della-regione-campania-mette-75-milioni-di-euro-a-disposizione-per-progetti-di-innovazione-e-ricerca/

Le rettifiche ed integrazioni sono agevolmente rintracciabili nella nuova versione del Bando pubblicata dal BURC n.23 del 2014, cui rimandiamo per tutti i dettagli e le informazioni. In questa sede, segnaliamo la pubblicazione delle date di apertura per le procedure di invio delle domande di partecipazione (art. 24):

1) Progetti Cultural and Creative Lab: le domande potranno essere inviate a partire dalle ore 9,00 del 26 maggio 2014  N.B. la data di apertura dello sportello telematico per la presentazione delle istanze è fissata al 12/06/2014 con D.D. n. 27 del 22/05/2014;  

2) Campania Start-up: le domande potranno essere inviate a partire dalle ore 9,00 del 19 maggio 2014 – N.B. la data di apertura dello sportello telematico per la presentazione delle domande è stata posticipata al 22 maggio 2014 con D.D. n. 25 del 15/05/2014; 

3) Progetti di trasferimento tecnologico cooperativi e di prima industrializzazione per le imprese innovative ad alto potenziale: le domande potranno essere inviate a partire dalle ore 9,00 del 03 giugno 2014 – N.B. la data di apertura dello sportello telematico per la presentazione delle istanze è fissata al 05/06/2014 con D.D. n. 27 del 22/05/2014.

Inoltre, già da ieri è possibile accedere ai format per le domande di agevolazione e ai relativi allegati, mentre a partire dal giorno 11/04/2014 sarà possibile registrarsi al portale istituzionale della Regione Campania e accedere alle guide sull’utilizzo dello Sportello Telematico attivato per l’invio delle domande allo Sportello dell’Innovazione.

Il link di riferimento del sito ufficiale della Regione Campania, da cui accedere a informazioni, modulistica e al testo integrale del Bando, è il seguente: http://www.regione.campania.it/portal/media-type/html/user/anon/page/HOME_DettaglioRegioneInforma.psml?itemId=5259&ibName=NotiziaHomePage&theVectString=-1

AGGIORNAMENTO DEL 24/06/2014 – La Regione Campania, con DD n. 34 del 19/06/2014, ha comunicato che il 27 giugno 2014 è l’ultimo giorno utile per la presentazione tramite piattaforma SIM delle istanze per le linee di intervento del Bando “Sportello dell’Innovazione”. Maggiori informazioni al seguente link: http://redazione.regione.campania.it/rcnews_ce/showDocumentsNletter.php?04e2cb8004f27fa7b8d0af5c5f9d0e39=845306e5f26f8bc525d0290b99b28d77&nletter=nletter&num_newsletter=292&pgCode=G6I56R5538&refresh=on

Napoli, 08/04/2014

Storie di startup di successo: il co-founder di 24Floors racconta il processo di assunzione e l’importanza di ammettere di non avere tutte le risposte

In un post pubblicato recentemente su The Next Web, Jason Freedman, co-founder di 42Floors (startup americana che offre un portale on-line specializzato nell’affitto di office space), ha raccontato ai lettori la sua esperienza vissuta con i colloqui e l’assunzione di Kiran Diwela, esperto nelle attività di data supply chain.

L’esperienza di Freedman è interessante per le startup, in quanto offre degli utili spunti di riflessione su come gestire i rapporti con i potenziali collaboratori e dimostra come, in alcuni casi, ammettere di non avere tutte le risposte a disposizione può trasformarsi in un punto a favore per il founder di una startup.

Come accennato, Kiran Diwela è un esperto in materia di data supply chain: si tratta di una figura-chiave per la maggioranza delle startup, e in particolare Diwela aveva ottime competenze in tema di comunicazione e management. Queste caratteristiche lo rendono un candidato perfetto per il team di 42Floors, che sposa alla perfezione la cultura aziendale della startup.

Freedman racconta che il processo di assunzione di Diwela è stato molto difficile: aveva diverse opzioni, e sapeva che 42Floors era molto interessata a farlo entrare nel team. Ecco perché Freedman ha deciso di mettersi a sua completa disposizione, rispondendo a tutte le domande e i dubbi che Diwela aveva da porre.

Diwela voleva capire se le sue competenze erano effettivamente adatte al settore immobiliare, per lui completamente nuovo. Inoltre, aveva bisogno di sapere se stava entrando a far parte del team di un’azienda che sarebbe diventata davvero grande.

Durante i vari incontri tra Freedman e Diwela, il co-founder di 24Floors si è sentito come se stesse rivivendo di nuovo il processo di due diligence vissuto nel periodo di fundraising: ha mostrato a Diwela tutti i piani della startup, gli ha parlato degli obiettivi a breve, medio e lungo termine e gli ha spiegato nel dettaglio il piano strategico.

Ma il momento fondamentale che Freedman ricorda è quando Diwela gli ha chiesto quali fossero i piani della startup per mantenere i dati aggiornati quando il business avrebbe iniziato a scalare: si tratta di un aspetto di importanza cruciale per un business come quello di 24Floors. Se non si riesce a mantenere l’aggiornamento dei dati, infatti, i clienti si ritrovano ad avere la peggiore user experience possibile: può succedere di rispondere ad inserzioni non più esistenti, danneggiando enormemente la reputazione dell’azienda.

Un costante e puntuale aggiornamento dei dati, invece, garantisce alla startup la reputazione di fonte di dati attendibile per i clienti: nella fase iniziale, 24Floors riusciva ad acquisire e aggiornare i dati manualmente, ma questo non sarebbe stato possibile nel momento in cui l’azienda avrebbe iniziato a crescere e a scalare.

Il compito di Diwela sarebbe stato proprio quello: trovare il sistema per mantenere i dati costantemente aggiornati. I founders avevano riflettutto sulle possibili strategie da adottare, ma la realtà era che non avevano idea di come affrontare la questione.
Fu proprio quella la risposta che Freedman diede a Diwela: “Non lo so”.

E, con grande sorpresa di Freedman, quella fu la risposta migliore: Diwela, infatti, gli rispose immediatamente che era esattamente la cosa che voleva sentirsi dire per eliminare i suoi dubbi sull’accettare la loro offerta.
Dire la verità, ammettere di non avere la risposta, ha reso credibile il discorso di Freedman agli occhi di Diwela.

L’autore del post racconta che questo molto spesso non accade: i founders delle startup difficilmente ammettono di non avere una risposta, cercano di mostrarsi sempre molto fiduciosi sul prodotto, sul team, sulle strategie, sui futuri andamenti del business e del mercato.
Questo atteggiamento, però, può far sembrare poco credibili e non consente di imparare e, magari, venire a conoscenza proprio della risposta che non si ha.

In conclusione, Freedman consiglia di ammettere semplicemente la verità: è l’unico modo per trasformare un “non lo so” in quello che lui definisce “un compito a casa”.

 

Il post originale è disponibile qui: http://thenextweb.com/entrepreneur/2014/03/09/dont-know-admitting-dont-answers-perfectly-okay/#!zwNnD

Napoli, 13/03/2014