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Consigli per startup e imprese: adottare un approccio basato sulla trasparenza per ottenere i migliori risultati dal team

Avishai Abrahami è co-founder e CEO di Wix, piattaforma per il web development basata sul cloud che consente ai suoi utenti di realizzare siti web e mobile. Fondata nel 2006, la società ha raccolto un round di finanziamento da 10 milioni di dollari nell’aprile del 2010 e ha la sua sede principale a Tel Aviv, con uffici anche a San Francisco e New York.

Di recente, Entrepreneur ha pubblicato un post di Abrahami incentrato sul concetto della trasparenza, e di come un approccio basato su quest’ultima sia di fondamentale importanza per una startup in fase di crescita: in particolare, secondo l’autore la trasparenza è imprescindibile per i meeting aziendali che una startup dovrebbe organizzare regolarmente per il proprio team, garantendo che gli incontri si svolgano in un ambiente informale e rilassato.

Nella sua esperienza alla Wix, Abrahami ha sempre garantito lo svolgimento di meeting informali tra i componenti del team basati su un clima di onestà e trasparenza: le informazioni sullo stato di avanzamento di qualsiasi campagna di marketing, o dei processi di sviluppo dei prodotti, erano regolarmente messi a disposizione di tutti i membri del team della startup; allo stesso modo, il concetto di trasparenza è espresso anche dall’arredamento degli uffici, dove le pareti sono di vetro.

Abrahami afferma di essere convinto che la trasparenza sia stata il fulcro del successo della sua startup, in quanto ha consentito di ottenere:

1) UNITA’

Quando le startup si trovano in fase di crescita, inevitabilmente si trovano ad affrontare la sfida di dover trasmettere la passione per la mission aziendale a coloro che non facevano parte del team fondatore. La chiave per assicurarsi l’impegno di tutto il team, compresi i nuovi arrivati, secondo l’autore è assicurarsi di dar voce a tutti i componenti della squadra, a prescindere da quando sono arrivati.

In questa situazione la trasparenza gioca un ruolo fondamentale: mantenere informati i dipendenti su tutte le questioni inerenti l’azienda ripaga sempre, perché qualsiasi membro del team potrebbe avere un parere o un’idea che rappresentano un punto di svolta. Anche a livello organizzativo, secondo Abrahami, può essere utile eliminare livelli e divisioni che potrebbero ostacolare il senso di unità all’interno della startup.

Il ruolo dei leader della startup, infine, deve essere quello di mantenere il coinvolgimento del team al completo, dimostrando sempre che ogni membro della squadra è importante e apprezzato: in questo modo sarà più facile per il team far crescere la voglia e l’impegno di lavorare in maniera compatta per raggiungere gli obiettivi dell’azienda.

2) CREATIVITA’

Fin dal primo giorno, spiega l’autore, Wix ha istituito un sistema automatizzato di comunicazione aziendale che informa tutti i membri del team sugli aggiornamenti riguardanti la startup, in tema di prodotti, campagne e vendite. All’interno della sede di Wix sono stati montati degli schermi giganti che mostrano i progetti in corso.

Disporre di un efficiente sistema di comunicazione interna per il personale è fondamentale non solo per una grande azienda, ma anche per una startup, in quanto consente di massimizzare il valore dell’asset più importante: il capitale umano.

Nell’esperienza di Abrahami, è capitato che ottime idee per gli aggiornamenti delle funzionalità provenissero da membri del team addetti al marketing, o che campagne pubblicitarie di successo nascessero da idee stravaganti da alcuni sviluppatori. Non basta, quindi, riuscire ad assumere brillanti talenti nel team della propria startup: bisogna anche massimizzare questi talenti, offrendo loro la possibilità di accesso a tutte le informazioni. E tale possibilità di accesso è ottenibile solo garantendo la trasparenza all’interno del team.

3) RESPONSABILITA’

Quando un’azienda non offre possibilità di accesso alle informazioni, inevitabilmente incorrono in problemi relativi alla responsabilità e si ritrovano in situazioni nelle quali alcuni “puntano il dito” nei confronti di uno o più membri del team. Ad esempio, una decisione relativa ad un’attività specifica potrebbe aiutare lo sviluppo di un certo progetto e, contemporaneamente, danneggiarne un altro. O ancora, i singoli gruppi di lavoro potrebbero lavorare senza conoscere tutte le informazioni utili, perchè solo i dirigenti hanno a disposizione il quadro completo.

In una situazione del genere, chi dirige l’azienda si ritrova a dover incastrare i vari pezzi come se si trattasse di un puzzle e, oltretutto, è l’unico ad avere a disposizione tutte le informazioni per poterlo fare. Il risultato è un team che lavora senza piena consapevolezza e che si ritroverà spesso e volentieri a dire “Come potevo saperlo?”.

Offrire ai dipendenti la responsabilità, derivante dalla trasparenza sulle informazioni, è invece un segnale di stima, rispetto e fiducia: tutti sapranno di essere apprezzati, e saranno invogliati a dimostrare che è stata una buona scelta quella di riporre in loro la fiducia.

Infine, l’autore mette in luce un altro aspetto: lo sforzo di nascondere le informazioni al team, oltre che controproducente, è anche faticoso. La trasparenza, al contrario, è semplice ed efficace, ripaga sempre in termini di coinvolgimento del team e incoraggia il contributo personale che, a sua volta, aumenta la qualità del processo decisionale.

L’articolo originale di Avishai Abrahami è disponibile qui: http://www.entrepreneur.com/article/235873

Napoli, 01/08/2014

BBVA Open Talent: il contest internazionale per startup innovative technology-based con in premio un contributo di 30.000 euro e una settimana di accelerazione a New York City

BBVA Open Talent è una startup competition internazionale giunta alla sua sesta edizione e promossa da BBVA – Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (Madrid) allo scopo di fornire supporto a progetti e imprese in fase di startup. Il focus è su progetti imprenditoriali basati sulle tecnologie innovative, che favoriscano lo sviluppo economico e sociale.

La competition BBVA Open Talent si compone di tre contest regionali simultanei: BBVA Open Talent Europe, BBVA Open Talent Central and South America e BBVA Open Talent North America. Possono partecipare alle selezioni imprese nate a partire dal mese di Aprile 2010, che non abbiano raccolto capitali per oltre 1,5 milioni di euro negli ultimi 12 mesi e con un fatturato annuo inferiore a 1 milione di euro.

I progetti dovranno rientrare in una delle due categorie in gara: New Banking e Digital Life.

New Banking: la categoria comprende progetti che utilizzano le nuove tecnologie per creare modalità innovative di concepire e fornire servizi finanziari customer-oriented. Possono riguardare nuovi servizi, tecnologie e soluzioni B2C, B2B o B2B2C. Tra i progetti possono rientrare quelli relativi a: retail banking, corporate banking, pagamenti, assicurazioni, gestione patrimoniale e degli investimenti, trading and market.

Digital Life: di questa categoria fanno parte i progetti che sviluppano tecnologie innovative riguardanti una serie di elementi, tra cui la società (sanità, istruzione, lavoro, viaggi, turismo, smart city, ecc.), le piattaforme tecnologiche (sicurezza, applicazioni mobile, cloud computing, big data, hardware e software, ecc.), e-business, e-commerce, gaming e multimedia, social network e web 2.0.

Le application per l’edizione 2014 di BBVA Open Talent vanno inviate on line entro il 10/06/2014 compilando il form disponibile al seguente link:
https://www.f6s.com/bbvaopentalent2014-english#/apply

La Commissione di Valutazione selezionerà 60 finalisti: 20 progetti (10 per categoria) in ciascuna delle tre regioni. I finalisti saranno quindi invitati all’evento finale organizzato in ciascuna delle tre regioni per presentare il proprio progetto ad una giuria di esperti internazionali.

La Giuria sceglierà quindi i vincitori, che in questa sesta edizione della competition internazionale saranno in tutto 13:

6 winners: uno per categoria in ciascuna delle tre regioni;
6 runners-up: uno per categoria in ciascuna delle tre regioni (rappresentano i secondi progetti più votati dalla Giuria);
– Un progetto selezionato attraverso le votazioni on line tra tutti i 60 finalisti.

Ciascuno dei team vincitori riceverà un contributo pari a 30.000 euro per sviluppare un progetto di collaborazione con BBVA e un viaggio a New York (per un componente di ciascun team) per partecipare al programma Crash Acceleration in NYC: si tratta di una settimana di accelerazione durante il quale i partecipanti potranno entrare in contatto con potenziali investitori, partner strategici, mentor e advisor a livello internazionale, avendo accesso ad una community mondiale di innovatori cui presentare la propria startup.

Napoli, 28/05/2014

Consigli alle startup – Il pitch per gli investitori e quello per i clienti: due modi differenti per raccontare il business

Mark Birch è un tech investor e imprenditore newyorkese, CRO di una tech startup (Enhatch) e autore del blog Strong Opinions (il blog di Birch Ventures per la community newyorkese di startup tecnologiche): uno dei suoi più recenti post affronta il tema della differenza tra Investor Pitch e Customer Pitch, partendo dal presupposto di base che utilizzare lo stesso pitch per presentarsi sia agli investitori che ai clienti è una mossa che molto raramente funziona a dovere.

Il motivo fondamentale è che investitori e clienti hanno motivazioni ed interessi differenti: pertanto, guardano il pitch da diversi punti di vista. Ne consegue che lo stesso pitch non è utilizzabile per entrambi: occorre costruire un pitch “su misura” per ciascuna delle due “categorie di pubblico” cui la startup si rivolge.

Gli investitori, infatti, sono alla ricerca di grandi opportunità di mercato, che possano comportare un significativo ritorno in termini di capitale. Il discorso dal punto dell’investitore è sintetizzato da Birch in questo modo: Team Market Product Traction Investors. Occorre dimostrare all’investitore che c’è un bisogno da soddisfare, che il team è in grado di ottenere il prodotto/servizio per soddisfarlo, che c’è un mercato per tale prodotto/servizio e calcolare se tutto ciò possa giustificare un investimento. In altre parole, occorre che il pitch sia in grado di dare all’investitore i dati, i numeri in modo tale che egli possa calcolare se investire o meno nella startup.

I clienti, invece, hanno un problema da risolvere o un bisogno da soddisfare. Per i clienti, le dimensioni del mercato sono assolutamente irrilevanti. La traction può essere un argomento appena interessante, ma sicuramente non importante per loro. Il team può essere leggermente più rilevante, ma in ultima analisi l’unica cosa che interessa ai clienti è cosa fa il prodotto e in che modo risolve il bisogno. Ed è proprio su questo aspetto che occorre concentrarsi quando si comunica con i clienti.

Birch spiega di aver provato a modificare il pitch che aveva sviluppato per gli investitori cercando di adattarlo ai clienti: eliminando un paio di slide e modificandone altre, però, ha ottenuto semplicemente una presentazione poco efficace perché totalmente svuotata dagli aspetti relativi la passione e la vision aziendale. Questa è, secondo l’autore del post, la cosa peggiore che si possa fare: non è possibile vendere senza questi elementi, che sono la forza ed il valore intrinseco di una startup.

Ecco quindi la conclusione di Birch: occorre preparare separatamente due pitch, uno per gli investitori ed uno per i clienti. Occorre inoltre farlo in momenti differenti, vincendo la tentazione di sfruttare alcune diapositive per entrambi i destinatari semplicemente apportando delle piccole modifiche.
E’ importante lavorare ad entrambi i pitch tenendo ben presenti gli aspetti fondamentali per coloro cui è destinato, cercando di guardare con i loro occhi e raccontando una storia differente in ciascuno dei due pitch: la stessa storia vista da due diverse angolazioni.

Il post originale da Strong Opinions è disponibile al seguente link: http://birch.co/post/81359224501/investor-pitches-vs-customer-pitches

Napoli, 02/05/2014

La gestione delle vendite in una startup: come ottenere i migliori risultati fin dal momento dell’acquisizione dei clienti

Jake Dunlap è CEO e founder di Skaled, società di consulenza con sede a New York specializzata in sviluppo e crescita di startup scalabili su mercati internazionali. In un suo post pubblicato da WeWork, spiega come, nelle fasi iniziali di una startup, sia fondamentale che i founders si occupino delle attività di vendita.

Anche se i founders di una startup agli inizi sono impegnati in svariate attività, infatti, sono le persone più adatte ad occuparsi delle vendite: questo perché, soprattutto per le startup basate sulla metodologia Lean, l’attività di vendita va gestita fin dal principio con grande attenzione e nessuno conosce e ama il prodotto come il founder.

Purtroppo, nella realtà dei fatti sono pochi i founders a preoccuparsi delle vendite: Dunlap utilizza come esempio la storia di Take the Interview, una startup che consente ai candidati di rispondere alle domande di un colloquio attraverso il video, riducendo i costi e i tempi rispetto agli incontri di persona.

Nei primissimi tempi di attività, i founders di Take the Interview (Danielle Weinblatt e Ty Abernethy) si occupavano di contattare direttamente le aziende cui proporre il prodotto della loro startup, spiegando tutti i vantaggi che Take the Interview avrebbe apportato in termini di sistematizzazione del processo di assunzione.

Ben presto ci si è resi conto che il prodotto offerto dal team di Take the Interview poteva espandersi potenzialmente a livello globale: da qui, la necessità di trovare un nuovo sistema per identificare e contattare i potenziali clienti, e per capire i loro bisogni, le loro necessità ed eventuali dubbi e preoccupazioni.

Per prima cosa i founders si sono occupati della costruzione del profilo dei potenziali clienti di Take the Interview, per poi stabilire in maniera chiara e definita la tempistica e le modalità per mettersi in contatto con ciascuno di essi (per via telefonica o tramite e-mail). In seguito sono stati implementati alcuni sistemi di monitoraggio per tenere sotto controllo tali comunicazioni. Tutti gli sforzi erano quindi diretti a sistematizzare il più possibile le attività di acquisizione dei potenziali clienti, in modo tale da poter poi gestire in maniera efficace le vendite.

Dall’esperienza di Take the Interview, Jake Dunlap ha tratto alcuni consigli applicabili a qualsiasi startup:

1) Concentrare il focus sul problema che la startup cerca di risolvere: è il modo migliore per comunicare efficacemente cosa produce la startup e, quindi, cosa vende. L’ideale sarebbe comunicare ai potenziali clienti un problema che loro stessi non si erano ancora resi conto di avere.

2) Costruire un processo: riuscire a costruire un processo replicabile rende le vendite più facilmente gestibili per i founders, e assicura una transazione più facile e continuativa quando sarà il momento di assumere personale addetto alle vendite. Il processo sarà infatti ottimizzato e in grado di delineare le responsabilità e le risorse specifiche per far funzionare al meglio l’attività di vendita.

3) La Lead Generation è fondamentale: anche se richiede tempo, la lead generation è in definitiva un “gioco di numeri” che consente di raggiungere costantemente le persone via telefono o e-mail e di raccogliere ottimi risultati anche se il messaggio non è ancora perfetto. Basta infatti avere un messaggio forte e coerente da comunicare, ed essere perseveranti nel raggiungere i potenziali clienti.

In definitiva, costruire un processo di acquisizione clienti replicabile nelle fasi iniziali di attività di una startup, offre ai founders la possibilità di ottimizzare la gestione del settore vendite e di avere a disposizione un sistema coerente da trasferire ai venditori che saranno assunti in futuro.

Per leggere il post originale: http://www.wework.com/magazine/knowledge/sales-startups-founder-selling-can-go-right/

Napoli, 16/04/2014

VentureOutItaly II: 15 startup tecnologiche italiane a New York

La città di New York ospiterà dal 4 al 9 maggio VentureOutItaly II, la seconda edizione del programma di accelerazione dedicato alle startup tecnologiche italiane nato dalla collaborazione tra VentureOutNY e Italian Business & Investment Initiative.

VentureOutNY è un punto di riferimento per le startup di tutto il mondo che vogliono espandere il proprio business sul mercato USA, ed in particolare a New York.

Italian Business & Investment Initiative è un’organizzazione fondata nel 2010 da Fernando Napolitano, che racchiude cinque milioni tra PMI e startup innovative italiane allo scopo di offrire all’economia Made in Italy la possibilità di internazionalizzarsi e fare business sul mercato statunitense grazie ad un network di riferimento con base a New York.

Il programma di accelerazione negli USA è aperto alle 15 startup tecnologiche italiane più promettenti tra quelle che faranno pervenire la propria application al link http://www.ventureoutny.com/apply/italy2014

Si tratta di un percorso della durata di una settimana che sarà incentrato sul tema dell’espansione delle startup partecipanti nel mercato statunitense. In particolare, il programma di VentureOutItaly II prevede:

Cap Intro: la possibilità di entrare in contatto con alcuni tra i più stimati venture investors americani, tra cui Gotham Ventures ed ERA;
Workshop: informazioni e assistenza in tema di visti e immigrazione, formazione su temi del business, delle vendite, delle strategie di marketing, della contabilità e delle assunzioni, ecc.;
Networking: partecipazione ad eventi cui saranno presenti oltre 150 membri della tech community newyorkese;
Pitch Night: presentazione dei progetti ad un panel di investitori ed esperti nel settore tecnologico;
Tours: visite ad aziende tech di successo tra qui Etsy, Huffington Post, AOL , Sailthru , e Big Spaceship.

Inoltre, la giornata di mercoledì 7 maggio sarà dedicata all’evento centrale della settimana di VentureOutItaly II: Startups & Meatballs, che metterà in contatto le aziende tecnologiche italiane con la community di venture investors locali.

Per maggiori informazioni: http://www.ventureoutny.com/events/italy2014

Per candidarsi al programma: http://www.ventureoutny.com/apply/italy2014

Napoli, 02/04/2014