Loading...

Tag: mercati

La gestione delle vendite in una startup: come ottenere i migliori risultati fin dal momento dell’acquisizione dei clienti

Jake Dunlap è CEO e founder di Skaled, società di consulenza con sede a New York specializzata in sviluppo e crescita di startup scalabili su mercati internazionali. In un suo post pubblicato da WeWork, spiega come, nelle fasi iniziali di una startup, sia fondamentale che i founders si occupino delle attività di vendita.

Anche se i founders di una startup agli inizi sono impegnati in svariate attività, infatti, sono le persone più adatte ad occuparsi delle vendite: questo perché, soprattutto per le startup basate sulla metodologia Lean, l’attività di vendita va gestita fin dal principio con grande attenzione e nessuno conosce e ama il prodotto come il founder.

Purtroppo, nella realtà dei fatti sono pochi i founders a preoccuparsi delle vendite: Dunlap utilizza come esempio la storia di Take the Interview, una startup che consente ai candidati di rispondere alle domande di un colloquio attraverso il video, riducendo i costi e i tempi rispetto agli incontri di persona.

Nei primissimi tempi di attività, i founders di Take the Interview (Danielle Weinblatt e Ty Abernethy) si occupavano di contattare direttamente le aziende cui proporre il prodotto della loro startup, spiegando tutti i vantaggi che Take the Interview avrebbe apportato in termini di sistematizzazione del processo di assunzione.

Ben presto ci si è resi conto che il prodotto offerto dal team di Take the Interview poteva espandersi potenzialmente a livello globale: da qui, la necessità di trovare un nuovo sistema per identificare e contattare i potenziali clienti, e per capire i loro bisogni, le loro necessità ed eventuali dubbi e preoccupazioni.

Per prima cosa i founders si sono occupati della costruzione del profilo dei potenziali clienti di Take the Interview, per poi stabilire in maniera chiara e definita la tempistica e le modalità per mettersi in contatto con ciascuno di essi (per via telefonica o tramite e-mail). In seguito sono stati implementati alcuni sistemi di monitoraggio per tenere sotto controllo tali comunicazioni. Tutti gli sforzi erano quindi diretti a sistematizzare il più possibile le attività di acquisizione dei potenziali clienti, in modo tale da poter poi gestire in maniera efficace le vendite.

Dall’esperienza di Take the Interview, Jake Dunlap ha tratto alcuni consigli applicabili a qualsiasi startup:

1) Concentrare il focus sul problema che la startup cerca di risolvere: è il modo migliore per comunicare efficacemente cosa produce la startup e, quindi, cosa vende. L’ideale sarebbe comunicare ai potenziali clienti un problema che loro stessi non si erano ancora resi conto di avere.

2) Costruire un processo: riuscire a costruire un processo replicabile rende le vendite più facilmente gestibili per i founders, e assicura una transazione più facile e continuativa quando sarà il momento di assumere personale addetto alle vendite. Il processo sarà infatti ottimizzato e in grado di delineare le responsabilità e le risorse specifiche per far funzionare al meglio l’attività di vendita.

3) La Lead Generation è fondamentale: anche se richiede tempo, la lead generation è in definitiva un “gioco di numeri” che consente di raggiungere costantemente le persone via telefono o e-mail e di raccogliere ottimi risultati anche se il messaggio non è ancora perfetto. Basta infatti avere un messaggio forte e coerente da comunicare, ed essere perseveranti nel raggiungere i potenziali clienti.

In definitiva, costruire un processo di acquisizione clienti replicabile nelle fasi iniziali di attività di una startup, offre ai founders la possibilità di ottimizzare la gestione del settore vendite e di avere a disposizione un sistema coerente da trasferire ai venditori che saranno assunti in futuro.

Per leggere il post originale: http://www.wework.com/magazine/knowledge/sales-startups-founder-selling-can-go-right/

Napoli, 16/04/2014

I 4 tipi di mercato e la Customer Discovery per start up: i consigli di Steve Blank

In un recente post pubblicato nel blog The Accelerators del Wall Street Journal, Steve Blank parla delle 4 tipologie di mercato e dà consigli agli aspitanti startupper per approcciarsi a ciascuna di esse: il punto di partenza è che ogni mercato ha le proprie caratteristiche e la startup dovrà affacciarsi ad esso con gli strumenti giusti, per ottenere le informazioni di cui ha bisogno senza spendere grosse cifre per strategie di marketing e di pricing.

Le quattro tipologie di mercato analizzate da Blank sono: mercati Existent, mercati Resegmented, mercati New e mercati Clone. Ognuna di esse ha le proprie peculiarità in termini di modelli e cicli di vendita e le startup, per poter competere, dovranno concentrarsi su diversi aspetti. I primi due sono i mercati in cui è effettivamente possibile procedere alla misurazione della domanda, mentre gli ultimi due sono mercati in cui non è possibile ottenere dati sulle grandezze del mercato, ma è comunque possibile ricavare informazioni utili.

MERCATI EXISTENT E MERCATI RESEGMENTED

I mercati Existent sono, come suggerisce il nome, i mercati già esistenti. In questo tipo di mercato è possibile misurare tutte le grandezze utili per capire quali sono le opportunità effettive per la startup: il numero di clienti, i concorrenti, il tasso di crescita, ecc. Si tratta di una situazione in cui è possibile reperire facilmente le informazioni su clienti e concorrenti, e il modo per vincere su questo tipo di mercato è quello di arrivare meglio e più velocemente a soddisfare i bisogni-chiave dei clienti.
In un mercato esistente è quindi indispensabile applicare gli strumenti di Customer Development e incontrare i clienti degli operatori già presenti sul mercato. Le informazioni di cui la startup ha bisogno in questo caso per valutare la domanda riguarderanno:

  • Aspetti alla base della concorrenza (velocità, prestazioni, prezzi, ecc.);
  • Come gli operatori attualmente presenti sul mercato soddisfano i bisogni della clientela;
  • Cosa potrebbe fare la startup per convincere i clienti ad acquistare il suo prodotto.

I mercati Resegmented sono monopoli o duopoli, in cui esistono già operatori che detengono la quota dominante di mercato. Blank avverte: una startup che opta per un “attacco frontale” su un mercato di questo tipo va incontro quasi certamente ad un fallimento. L’unico modo per entrare in un mercato del genere è quello di risegmentarlo: la startup deve trovare qualche caratteristica non ancora offerta dagli operatori dominanti ed incorporarla al proprio prodotto, per presentarsi ad una nicchia di clienti.
Un esempio proposto da Blank è il caso di un segmento di clienti che potrebbero essere soddisfatti anche da una versione “abbastanza buona” del prodotto offerto dagli operatori dominanti: la startup potrebbe in questo caso presentarsi come un produttore di una versione low cost del prodotto.
Per risegmentare il mercato è quindi fondamentale comprendere i bisogni del cliente: Blank sottolinea che la comprensione dei bisogni è assolutamente diversa dall’opinione che la startup può avere di questi ultimi, per cui sarà indispensabile anche stavolta incontrare i clienti e chiedere le informazioni di cui la startup ha bisogno.
Nei mercati Resegmented le informazioni utili sono quelle che consentono di capire:

  • Quale bisogno non è soddisfatto gli operatori storici;
  • Quali sono le caratteristiche del prodotto offerto dagli operatori storici;
  • Quanto e in che modo i clienti sono attualmente soddisfatti dagli operatori storici;
  • In che modo la startup può ottenere il passaggio del cliente dal prodotto già presente sul mercato al proprio prodotto.

I mercati Existent e i mercati Resegmented sono quelli in cui è effettivamente possibile misurare la domanda. Secondo Blank, gli strumenti più adatti per questa misurazione sono quelli di Customer Discovery: bisogna incontrare i clienti faccia a faccia per verificare se c’è un problema o un’esigenza che i prodotti attualmente offerti dal mercato non riescono a soddisfare. Qualora si riscontri effettivamente un problema da risolvere, è possibile per la startup andare al passaggio successivo e proporre la propria soluzione ai potenziali clienti per verificare il loro livello di interesse/entusiasmo. Blank suggerisce alcuni strumenti utili:

  • Creazione di un sito web o di un blog semplice e poco costoso per descrivere il prodotto o il problema che risolve. Il consiglio di Blank è di aggiungere un pulsante di grandi dimensioni per condividere la pagina con gli amici. Bisogna fare attenzione al livello di traffico che si genera, ma anche al numero e la percentuale di persone che riferiscono le informazioni ad altri, al numero di coloro che vengono al sito, e soprattutto a quanti decidono di “impegnarsi” lasciando il proprio indirizzo e-mail, chiedendo ulteriori informazioni, ecc.
  • Intervistare 50 persone al giorno (non è importante dove, Blank ad esempio suggerisce un parco, uno Starbucks, l’esterno di un negozio). Si suggerisce di mostrare loro una semplice foto del prodotto o del pacchetto e di fargli 3-5 domande.  Vanno considerate attentamente le risposte che corrispondono almeno al livello B+ (85% di entusiasmo).
  • Creazione di una serie di campagne pubblicitarie (Blank suggerisce Google Adwords) per cercare di spingere la gente ad uno specifico sito web. La startup dovrà cercare di capire quali sono le frasi e le parole chiave che guidano più traffico. Per approfondire l’analisi, Blank suggerisce di guardare la percentuale di persone che esprimono interesse, si iscrivono, visualizzano più pagine o indicano in qualsiasi altro modo una propensione all’acquisto.
  • Creazione di un “Dry test”. Si tratta di offrire in vendita il prodotto della startup, acquistando alcuni banners per guidare la gente alla pagina “buy”. Blank specifica che il Dry Test non prevede l’effettiva monetizzazione dell’acquisto: ciò che è importante è capire la percentuale di visitatori che cliccano effettivamentesul pulsante “buy”, dove – invece di prendere i dati delle carte di credito per concludere l’acquisto – si dice: “Grazie. Si prega di lasciare il tuo indirizzo e-mail qui e ti contatteremo non appena il prodotto è pronto”.

MERCATI NEW E MERCATI CLONE

Il mercato New è un mercato nuovo, in cui non ci sono ancora prodotti, concorrenti e clienti: si tratta di una situazione in cui non ci sono grandezze misurabili, ma è comunque necessario reperire informazioni.
Secondo Blank, una startup che decide di affacciarsi ad un nuovo mercato deve anche in questo caso parlare con i potenziali clienti: è fondamentale “uscire dall’edificio” per non correre il rischio di trascorrere anni a sviluppare un prodotto che non incontri le esigenze ed i bisogni delle persone.
In un mercato New, le informazioni utili per la startup sono differenti da quelle dei mercati già esistenti o da risegmentare. Secondo Blank l’obiettivo è quello di comprendere quali sono i bisogni e le abitudini attuali del cliente, come questi cambieranno con l’arrivo del nuovo prodotto sul mercato e quali altri cambiamenti (culturali, tecnologici, ambientali, economici, ecc.) potranno influire sul business della startup.

Il mercato Clone è quello in cui una startup decide di importare un modello di business di successo da un altro Paese (solitamente dagli USA) per riproporlo nel proprio Paese. Non è possibile avere dati certi perchè spesso il paese da cui proviene il clone ha delle proprie caratteristiche peculiari in termini di mercato, cultura, lingua, regolamentazioni e normative: ciò che la startup deve riuscire a capire è se questo modello di business funzionerà anche nel proprio Paese.
Anche in questo caso, Blank spiega come la Customer Discovery sia utile alla startup per ottenere informazioni sulla domanda di mercato. Il processo è simile a quello analizzato per i mercati Resegmented: bisogna capire se secondo i clienti c’è un problema da risolvere (o un bisogno da soddisfare) e, successivamente, proporre il proprio prodotto e verificare il livello di interesse/entusiasmo dei clienti.

In conclusione, dall’articolo di Blank si comprende ancora una volta l’importanza del Customer Development per una startup: è fondamentale uscire dall’edificio e incontrare faccia a faccia i clienti per capire di cosa hanno bisogno, senza basarsi su ipotesi e supposizioni.

Fonte: Wall Street Journal

Napoli, 22/05/2013

1 2