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Tag: investitori

Opportunità per startup: aperte fino al 30/06 le candidature per UniCredit Start Lab 2014

UniCredit Start Lab è il programma di accelerazione dedicato ai migliori progetti imprenditoriali innovativi creato nel 2009 da UniCredit, che ha sostenuto negli ultimi anni oltre 100 startup ed è attualmente alla ricerca delle idee di impresa più interessanti per l’edizione 2014 del Programma: le candidature on-line resteranno aperte fino al 30 giugno 2014 (è possibile registrarsi alla piattaforma on-line dedicata al Programma UniCredit Start Lab a questo link).

UniCredit Start Lab è un programma multisettoriale, che accoglie progetti innovativi di impresa riguardanti i seguenti ambiti:

Life Science: Biotecnologie, Pharma, Medical Devices, Servizi di Health Care;
ICT/Web/Digital: Digital Design, Mobile Apps, Hardware;
CleanTech: Energie rinnovabili, Efficienza energetica, Mobilità sostenibile;
Innovative Made in Italy: Fashion, Materiali innovativi, Nanotecnologie, Robotica.

Tra tutti i Business Plan ricevuti entro il 30 giugno 2014, UniCredit Start Lab selezionerà 10 startup per ciascuna delle categorie elencate che saranno ammesse al Programma. Il Programma Start Lab ha una durata di 12 mesi e prevede la partecipazione alla Startup Academy 2014 di UniCredit, un percorso di formazione sui temi dell’imprenditorialità, e al programma di mentoring personalizzato di UniCredit per ciascun team inserito nel programma UniCredit Start Lab.

Il programma annuale Unicredit Start Lab offre quindi una serie di opportunità, servizi e attività per le startup selezionate:

Valutazione: incontri one-to-one con gli esperti della commissione specializzata nel proprio ambito di riferimento, che permetteranno al team di confrontarsi e ottenere feedback utili allo sviluppo e la crescita della startup;
Mentoring: una volta effettuata la valutazione, a ciascun team saranno assegnati uno o più mentor del network UniCredit che seguiranno il team nell’evoluzione nel progetto e in particolare nei momenti chiave per la crescita della startup. Sono previsti almeno quattro incontri durante i 12 mesi di durata del programma.
Formazione: erogata essenzialmente attraverso la Startup Academy, si svolgerà presso gli spazi di UniCredit a Milano e sarà dedicata a temi specifici legati alla realizzazione e l’accelerazione dei progetti imprenditoriali (es. Go To Market, Business Plan, Governance).
Networking: i partecipanti al Programma entreranno in contatto con il network internazionale di UniCredit, e quindi con aziende, professionisti, partner, soggetti istituzionali e manager protagonisti del mondo dell’imprenditorialità e dell’innovazione.

Inoltre, i team selezionati per il Programma UniCredit Start Lab 2014 parteciperanno all’evento finale “Pitch Day”, durante il quale avranno la possibilità di incontrare potenziali investitori (Business Angel, Fondi Early Stage, Venture Capitalist, ecc.). Al termine del Programma saranno selezionati 4 vincitori (uno per ciascuno dei settori di riferimento) i quali riceveranno un premio in denaro di 10.000 euro: i migliori progetti saranno scelti sulla base di criteri quali l’innovatività, le potenzialità di mercato, la completezza del team e le prospettive economico-finanziarie del business.

Per maggiori informazioni:

– La pagina ufficiale dedicata al Programma UniCredit Start Lab: https://www.unicreditgroup.eu/startlab/it/startlab/programma.html

– Il Regolamento del Programma UniCredit Start Lab: https://www.unicreditgroup.eu/startlab/it/startup/regolamento.html

Napoli, 27/02/2014

European ACE Competition: un percorso di accelerazione per startup innovative che vogliono crescere sui mercati internazionali

Manca poco alla chiusura delle application per European ACE Competition, progetto europeo dedicato alle startup e PMI innovative più promettenti con elevato potenziale di crescita nei mercati internazionali: fino al 28 febbraio 2014 è possibile inviare la propria candidatura on-line compilando il form disponibile al link http://www.f6s.com/aceprogram.

Il Progetto ACE (Accelerator Cross-Border Engagement Project), lanciato nel settembre dello scorso anno, consiste in un programma di accelerazione per startup e PMI innovative nel settore ICT ed è finalizzato all’internazionalizzazione dei progetti coinvolti, in particolare alla ricerca di partner e finanziatori sui mercati esteri.

Dopo la chiusura delle selezioni, saranno identificati i 120 progetti migliori che verranno inseriti nel programma di accelerazione ACE: all’interno della rete di partner che abbraccia tutta Europa, i team e le startup selezionate attraverso European ACE Competition potranno beneficiare di un programma gratutito di mentorship che include attività e servizi quali living lab validation, assistenza ed incontri con potenziali partner e clienti, spazi di coworking, incontri con investor stranieri, coaching ed assistenza per la stesura e la presentazione del pitch. Lo scopo finale del programma di accelerazione è consentire alle startup coinvolte la possibilità di sviluppare il proprio internationalization plan.

Come accennato, il Progetto ACE può contare su un network di partner internazionali che erogheranno i servizi e le attività del percorso di accelerazione ai vincitori: il partner italiano del Progetto ACE è META Group, leader nella consulenza aziendale, gestore di alcuni fondi di venture capital (attraverso ZernikeMeta Ventures) e attore di rilievo nell’ecosistema startup italiano con il suo Startups’Village.

Per maggiori informazioni: http://www.europeanace.eu/

Napoli, 26/02/2014

Aperta la call per “CheBanca! GrandPrix Fin – Startup Program”: in palio 25.000 euro e 12 mesi di incubazione per startup nel settore Tech-Fin

E’ stata appena presentata l’iniziativa promossa da CheBanca! in collaborazione con PoliHub e StartupItalia! chiamata “CheBanca! GrandPrix Fin – Startup Program”, dedicata al sostegno e al finanziamento dei migliori progetti innovativi nel settore Fin-Tech.

Il Contest è aperto a persone fisiche (con una business idea innovativa già delineata in un business plan), aziende in fase di startup (società avviate dal 2010 in poi con un business innovativo nel settore finanziario) e imprese già avviate in possesso di un progetto innovativo nel settore Fin-Tech con potenziale spin-off.

Le candidature dovranno pervenire entro il 21/05/2014 compilando il form di registrazione on-line (disponibile al seguente link: http://www.polihub.it/parte-il-contest-chebanca-grandprix-fin-startup-program/) e allegando la documentazione richiesta (in italiano o in inglese).
Ciascun partecipante (in team o come singolo individuo) può candidare fino a un massimo di due proposte progettuali.

I progetti dovranno riguardare in particolare prodotti e/o servizi nel settore dei servizi finanziari e di pagamento retail, inoltre possono partecipare idee relative a piattaforme on-line strettamente collegate all’erogazione di queste tipologie di servizi.

Un apposito Comitato di Valutazione, composto da esperti di CheBanca!, docenti del Politecnico di Milano e Venture Capitalist, selezionerà i 10 migliori progetti sulla base dei seguenti criteri:

– qualità e competenze del team imprenditoriale;
– innovatività del progetto;
– mercato e potenzialità di business;
– fattibilità tecnica.

I 10 progetti selezionati saranno invitati a partecipare al CheBanca! GrandPrix Fin – Startup Program, il programma di empowerment imprenditoriale della durata di 5 giorni full-time che si terrà dal 16 al 20 giugno 2014. Al termine del programma, i 10 finalisti presenteranno il proprio pitch al Comitato di Valutazione che sceglierà i 4 progetti vincitori.

Ai progetti vincitori saranno riconosciuti:
– un premio da 25.000 euro stanziato da CheBanca!;
12 mesi di incubazione presso PoliHub a Milano;
– programma di mentorship sui temi relativi alla finanza, al management e alla comunicazione social.

Per maggiori informazioni, il Regolamento della Call4Ideas è disponibile al seguente link: http://www.polihub.it/wp-content/uploads/2014/02/CheBancaRegolamento-Call4ideas-v-5.pdf

Napoli, 21/02/2014

Continuous Customer Discovery, MVP e complessità: i consigli alle startup dal blog di Steve Blank

L’ultimo post del blog di Steve Blank è dedicato al tema della Continuous Customer Discovery: il contatto continuo con i clienti è fondamentale per una startup, e consente al team di diventare più “smart” anche dei potenziali investitori.

Per spiegare l’importanza della Continuous Customer Discovery Blank si serve dell’esempio di Ashwin, un suo ex-studente, che qualche tempo fa cercava di mettere a segno un seed round piuttosto ingente per finanziare il suo progetto di startup, Ceres Imaging. Il progetto prevedeva la costruzione di droni (Unmanned Aerial Vehicles) dotati di una speciale fotocamera (Hyper-spectral Camera), da far volare sui campi coltivati per raccogliere immagini delle coltivazioni. Partendo dalle immagini catturate dai droni, e grazie a dei particolari algoritmi sviluppati ad hoc, Ashwin e il suo team avrebbero potuto raccogliere dati e informazioni utili sulle piante: gli agricoltori avrebbero potuto sapere in tempi rapidi se le piante erano in buono stato di salute, se c’erano insetti, se c’era abbastanza fertilizzante e se avevano bisogno d’acqua.

Quando Ashwin cercava finanziamenti seed per costruire i droni, Blank gli aveva fatto notare che il loro minimum viable product in realtà non erano i droni, bensì i dati fruibili per gli agricoltori. Il suggerimento di Blank era quindi quello di convalidare il minimum viable product in un modo più semplice ed economico, affittando un elicottero o un aereo per sorvolare i campi. Una volta in possesso delle immagini, Ashwin e il suo team avrebbero potuto estrarre manualmente i dati e vedere se i contadini erano disposti a pagare per ottenerli. In questo modo, i capitali che Ashwin aveva bisogno di reperire attraverso un seed round sarebbero stati molto meno ingenti, e anche i tempi per effettuare il test erano drasticamente ridotti.

Qualche tempo dopo, Blank ha incontrato nuovamente Ashwin per scoprire a che punto era il progetto e quale fosse attualmente il minimum viable product: con grande sorpresa di Blank, la situazione era totalmente cambiata.

I founders di Ceres Imaging, parlando con i potenziali clienti (gli agricoltori) della loro idea dei droni, avevano scoperto che esistono i cosiddetti “Crop Dusters“: si tratta di veicoli aerei utilizzati in agricoltura per spruzzare pesticidi sulle coltivazioni. Negli USA sono circa 1.400 le aziende agricole che utilizzano i Crop Dusters, con circa 2.800 aerei in 44 stati.

Parlando con i potenziali clienti, Ashwin e gli altri founders di Ceres Imaging avevano ottenuto un’informazione preziosa: non era affatto necessario costruire dei droni per convalidare il minimum viable product, bastava semplicemente montare le Hyper-spectral Camera su questi veicoli già in possesso dei coltivatori. Quello che sembrava essere un grosso sforzo in termini di tempo, risorse e capitali si era immediatamente trasformato in un piccolo costo variabile e, allo stesso tempo, ben 1.400 aziende erano diventati potenziali clienti di Ceres Imaging.

Il minimum viable product era diventato un sistema di imaging montato sui Crop Dusters, per ottenere dati e informazioni utili ai coltivatori. La value proposition di Ceres Imaging non era l’aereo, nè tantomeno la macchina fotografica, bensì gli algoritmi specializzati nel monitoraggio dei livelli di acqua e fertilizzanti: un’idea brillante per una startup.

L’esperienza di Ashwin e del team di Ceres Imaging dimostra ancora una volta quanto sia importante “uscire dall’edificio” e andare a parlare con i potenziali clienti: secondo Blank, la continuous customer discovery deve entrare a far parte del DNA dell’azienda.

Inoltre, Blank sottolinea l’importanza per una startup di scegliere bene il minimum viable product: il giusto MVP consente infatti alla startup di eliminare le complessità dal business model e facilitare la fase di test.
La scelta deve essere effettuata focalizzandosi su ciò che fornisce valore immediato agli earlyvangelists, i primi potenziali partner e clienti della startup.

Ultimo consiglio di Blank: le complessità e il valore aggiunto vanno presi in considerazione soltanto in seguito, quando il minimum viable product è convalidato.

Per leggere il post originale dal blog di Steve Blank: http://steveblank.com/2014/02/19/how-to-be-smarter-than-your-investors-continuous-customer-discovery/

Napoli, 20/02/2014

Consigli per startup: le sfide da affrontare quando si lancia sul mercato un prodotto innovativo

Scott Finfer è dal 2011 CEO della startup Emerge Clinical Solutions, ed è un esperto imprenditore ed investitore, che ha lavorato con questa startup riuscendo a trasformarla da un’azienda innovativa alle prime armi a leader consolidato nel settore medico e sanitario. Di recente ha firmato un articolo per Entrepreuner sulle sfide più difficili per una startup che, con un prodotto/servizio innovativo, crea un mercato del tutto nuovo.

Mentre un’azienda che offre un prodotto/servizio già esistente sul mercato deve fare i conti con i competitors per guadagnare quote di mercato, un’idea innovativa si trova ad affrontare spesso problemi molto più grandi: bisogna far comprendere il proprio prodotto ai potenziali clienti, far nascere in questi ultimi la consapevolezza di averne bisogno e convincerli ad assumersi il rischio di acquistarlo. Tutto ciò, riuscendo a mantenere l’azienda a galla da un punto di vista finanziario.

Finfer parte proprio dalla sua esperienza presso la startup Emerge Clinical Solutions, che commercializza un software nel settore medico (il cosiddetto EMR): si trattava di un prodotto totalmente nuovo, che aveva necessità di un forte sostegno finanziario e di una buona attività di marketing. Vediamo quali sono le sfide che una startup con un prodotto innovativo, che ha creato un nuovo mercato, ha dovuto affrontare.

1. Sopravvivere al passaggio da “unproven” a “proven”.

Durante le prime fasi di sviluppo, gli investitori originari di Emerge avevano finito i capitali a propria disposizione e si sono rivolti ad investitori esterni. Ma con un’idea “unproven”, non ancora testata, non è facile convincere degli investitori a rischiare i propri capitali per finanziare il progetto: è stato quindi fondamentale prestare la massima attenzione alla gestione finanziaria nelle fasi iniziali, cercando allo stesso tempo di guardare al futuro e di stringere relazioni efficaci con partner strategici.

2. Come si fa a vendere un prodotto che ancora non esiste, e del quale non si sa quali potrebbero essere le caratteristiche e i problemi?

Come accennato, Emerge commercializza cartelle cliniche elettroniche (EMR), ma durante le prime fasi di vita della startup solo il 25% dei medici utilizzavano questa tecnologia: una situazione difficile, che Finfer paragona a quello che poteva essere vendere la tecnologia e-mail prima che esistesse internet. Il mercato era molto limitato, ma Emerge aveva una vision ben precisa, e presto i medici hanno iniziato a comprendere l’utilità e l’efficienza della tecnologia EMR. Il prodotto di Emerge consentiva di migliorare qualcosa che i medici stavano già utilizzando, e questo ha aiutato la diffusione del prodotto.

3. Come si fa a dimostrare che un prodotto è valido, quando non c’è nulla con cui paragonarlo?

Proprio come nel caso di Emerge, è difficile ottenere dei confronti e dei dati specifici riguardanti l’impatto positivo di un prodotto quando non c’è nulla di simile cui paragonarlo: senza statistiche precedenti, è difficile dimostrare che le performance del nostro prodotto sono migliori. Una possibile soluzione è quella di costruire una statistica di dati con i primi clienti, che possono condividere i risultati, i benefici ed i pareri con gli altri potenziali clienti interessati al prodotto. I primi clienti diventano// dei “tester” che partecipano al work in progress della startup e suggeriscono modifiche e miglioramenti.

4. Individuare un valore di mercato equo è essenziale.

Un’altra questione che si pone quando una startup lancia un prodotto innovativo è capire come decidere quanto vale tale prodotto. Se il prodotto è troppo costoso, infatti, diventa molto difficile venderlo e, viceversa, se il prezzo fissato è troppo basso, si corre il rischio di svalutarlo agli occhi dei potenziali clienti. Anche in questo caso, diventa fondamentale trovare dei clienti che facciano da “tester”, che siano disponibili a rischiare acquistando un prodotto che si affaccia per la prima volta sul mercato: anche questa può essere una sfida davvero impegnativa per una startup.

5. Il vostro successo è la nascita di un concorrente prima che il vostro business abbia iniziato a scalare.

Quando la startup ha superato le prime quattro sfide, solitamente si ritrova a dover affrontare un ulteriore problema: nascono i primi concorrenti, che cercano di copiare il prodotto. Ecco che un prodotto di nicchia, improvvisamente, si avvia a diventare mainstream. Spesso saranno proprio le grandi aziende a cercare di capire cosa rende così speciale il vostro prodotto, a provare a duplicarlo e scalarlo più velocemente di voi. Un’azienda pionieristica, secondo Finfer, può sopravvivere a quest’ultima sfida soltanto se riesce a mantenere stretta la propria posizione e la propria nicchia di mercato, lottando per la crescita del proprio business.

Il post originale di Scott Finfer è disponibile a questo link: http://www.entrepreneur.com/article/231570

Napoli, 19/02/2014

Pubblicati i nuovi orientamenti UE in tema di aiuti di Stato per investimenti in equity: focus particolare su accesso al credito, PMI e innovazione

Sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea i nuovi Orientamenti della Commissione sugli aiuti di Stato per promuovere gli investimenti in capitale di rischio nel territorio degli Stati Membri: si tratta del documento che andrà a sostituire gli orientamenti in scadenza al 30 giugno 2014, e che entreranno in vigore a partire dal 1° luglio 2014.

Si tratta di uno strumento fondamentale che la Commissione intende affiancare alle altre iniziative UE per favorire l’accesso al credito delle PMI, ed in particolare ai programmi Horizon 2020 e COSME 2014/2020: lo scopo principale è quello di promuovere la nascita e la crescita di nuove imprese, “in particolare quelle più innovative e a forte crescita”, che possono inoltre generare nuova occupazione.

Presupposto di base da cui parte la Commissione è che spesso le PMI, nonostante le loro potenzialità di crescita, possono avere difficoltà nell’accesso ai finanziamenti: ciò è vero soprattutto per le imprese che si trovano nelle fasi iniziali di sviluppo, e quindi per le startup.
In questo contesto, la Commissione ritiene che sia necessario promuovere misure che siano in grado di migliorare ed ampliare l’utilizzo di strumenti di equity e di debito, con strumenti semplici, flessibili ed efficaci.

Tra le novità degli Orientamenti, che saranno in vigore dal 1° luglio 2014 al 31 dicembre 2020, abbiamo innanzitutto un ampliamento del campo di azione degli aiuti di Stato per promuovere gli investimenti in capitali di rischio: non saranno più destinati soltanto alle PMI, ma saranno incluse tra le imprese beneficiarie anche le midcap e le imprese a media capitalizzazione innovative (in particolare, per progetti di innovazione e di R&S).

Gli aiuti, in particolare sottoforma di agevolazioni fiscali, potranno inoltre essere indirizzati agli investitori e agli intermediari finanziari (o soggetti gestori di intermediari finanziari). Sono concedibili anche aiuti di Stato per la creazione di piattaforme alternative di negoziazione, che potranno coprire fino al 50% dei costi.

Inoltre, è previsto un innalzamento sostanziale della soglia massima di aiuti concebili: dagli attuali 1,5 milioni di euro previsti, gli aiuti potranno arrivare fino a 15 milioni di euro per impresa.

Riguardo invece alle tipologie di strumenti, gli aiuti di Stato per la promozione degli investimenti di rischio potranno assumere diverse forme: equity, quasi-equity, prestiti ed interventi di garanzia.

Rimane in vigore l’obbligo di partecipazione di investitori privati agli strumenti di sostegno pubblico: è infatti indispensabile, secondo la Commissione, che ci sia condivisione dei rischi e dei benefici tra lo Stato e i privati, per assicurare una corretta gestione ed utilizzazione degli strumenti di accesso al credito.

Per il documento integrale della Commissione Europea: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2014:019:0004:0034:IT:PDF

Napoli, 07/02/2014

Eventi per startup a Napoli: il Convegno ODCEC del 13 febbraio 2014

L’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili – Circondario del Tribunale di Napoli ospiterà il 13 febbraio 2014 un’interessante convegno sul tema “Startup innovative per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno”.

Il Convegno si terrà nella mattinata di giovedì (dalle 9 alle 13) presso la sede ODCEC di Piazza dei Martiri n. 30 a Napoli, e la partecipazione consente l’attribuzione di 4 crediti formativi validi per la formazione professionale continua del dottore commercialista ed esperto contabile.

I temi trattati, nel dettaglio, saranno:

– Il quadro normativo delle startup innovative,
Vantaggi per aziende in possesso dello “status” di startup innovativa,
– Le agevolazioni, le modalità di accesso al credito e gli aspetti fiscali previsti per le startup innovative,
– L’evoluzione nel ruolo del Venture Capital e delle Università italiane nell’ecosistema startup.

Tra i partecipanti, alcuni esponenti dell’ODCEC Napoli tra cui il Presidente Vincenzo Moretta, la dott.ssa Carmen Padula (Presidente della Commissione Sviluppo Attività Produttive); protagonisti del mondo istituzionale tra cui l’on. Fulvio Martusciello, Assessore Sviluppo Attività Produttive – Regione Campania; protagonisti del mondo startup come Alessandro Gargani ed Eugenio Gervasio (Sviluppo Campania), Edoardo Imperiale (Campania Innovazione), Gennaro Tesone (56CUBE); esponenti del mondo accademico e imprenditoriale, tra cui il Prof. Roberto Vona (Università Federico II) e Vincenzo Caputo (Presidente Giovani Imprenditori – Unione Industriali di Napoli).

La moderazione degli interventi sarà affidata a Giovanni De Caro, Investments Manager di Atlante Ventures.

Per partecipare al Convegno “Startup innovative per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno” è necessario inviare un’e-mail all’indirizzo prenotazione@odcec.napoli.it, specificando nell’oggetto la dicitura “STARTUP”.

Il programma dell’evento è disponibile a questo link:
http://www.odcec.napoli.it/images/docs/13.01.14%20Convegno%20START%20UP.pdf

Napoli, 05/02/2014

Opportunità dall’UE: pubblicati i template per le prime due call dello SME INSTRUMENT di Horizon 2020

Horizon 2020 è il programma dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione 2014-2020: per la prima volta, un unico programma comunitario riunisce tre pilastri fondamentali: Excellent Science; Industrial Technologies e Societal Challenges, con un budget totale di oltre 70 miliardi di euro.
Nell’ambito del secondo pilastro, dedicato alle Industrial Technologies, Consiglio, Parlamento e Commissione Europea hanno previsto uno strumento specificamente rivolto alle PMI degli Stati Membri dell’Unione: si tratta del cosiddetto “SME INSTRUMENT”, concepito con l’obiettivo di promuovere la ricerca, favorire l’innovazione e aumentare la competitività a livello globale delle piccole e medie imprese europee.

Lo SME INSTRUMENT si articola in tre fasi:

FASE 1. Studio di fattibilità – attraverso il quale le PMI potranno ottenere un finanziamento destinato a predisporre l’analisi di fattibilità scientifica, tecnica, economica e commerciale del proprio progetto, che dovrà terminare con l’elaborazione di un business innovation plan.

FASE 2. Innovazione – i progetti che riusciranno a superare con successo la fase 1, potranno accedere ad un ulteriore finanziamento che permetterà la realizzazione e lo sviluppo concreto del business plan elaborato, fino ad arrivare all’effettivo lancio sul mercato del prodotto/servizio.

FASE 3. Commercializzazione – la terza e ultima fase prevede il coinvolgimento diretto di finanziatori privati, oltre ad un sostegno “indiretto” consistente in una serie di agevolazioni per l’accesso al credito e a nuove misure riguardanti i diritti di proprietà intellettuale.

Per tutte le tre fasi, inoltre, l’Unione Europea prevede un servizio di coaching e mentoring per le PMI partecipanti al programma, affidato all’Enterprise Europe Network (EEN).

A partire dal 1 marzo 2014 sarà possibile inviare le candidature per le fasi 1 e 2 del programma: sono già on-line, da pochi giorni, i template per la presentazione delle domande.

Più nel dettaglio, la call per la fase 1 dello SME INSTRUMENT di Horizon 2020 prevede un budget totale di oltre 25 milioni di euro, destinati a PMI innovative con sede in uno degli Stati Membri (o degli stati associati) che abbiano un progetto relativo ad uno dei seguenti settori:

– Crescita sostenibile legata alle attivita marittime
– Spazio
– Open Disruptive Innovation
– Nanotecnologie, materiali avanzati o tecnologie avanzate per I processi e il manifatturiero;
– Validazione clinica di biomarkers e/o strumenti medici diagnostici
– Produzione e lavorazione del cibo efficiente dal punto di vista delle risorse ed eco-innovativa
– Energie pulite
– Trasporti
– Eco-innovazione e fornitura sostenibile di materie prime
– Applicazioni mobile innovative per l’e-government
– Innovazione dei business models delle PMI
– Protezione degli obiettivi urbani sensibili e delle infrstrutture urbane critiche
– Processi industriali basati sulle biotecnologie

La call per la fase 2 dello SME INSTRUMENT, invece, ha un budget totale pari a oltre 220 milioni di euro. Anche in questo caso, la partecipazione è possibile solo per PMI che abbiano sede in uno degli Stati Membri UE (o degli stati associati) e che presentino un progetto imprenditoriale innovativo in uno dei seguenti settori:

– Ecoinnovazione e fornitura di materie prime
– Spazio
– Crescita sostenibile legata alle attivita marittime
– Open disruptive innovation
– Trasporti
– Energia pulita
– Nanotecnologie, materiali avanzati o tecnologie avanzate per I processi e il manifatturiero;
– Protezione degli obiettivi urbani sensibili e delle infrstrutture urbane critiche
– Validazione clinica di biomarkerse/o strumenti medici diagnostici
– Processi industriali basati sulle biotecnologie

Per entrambe le call, il finanziamento UE potrà coprire fino al 100% dei costi ammissibili. I progetti saranno valutati sulla base di tre criteri fondamentali: Eccellenza, Impatto, Qualità ed Efficienza nell’implementazione.

Per entrambe le call la deadline per la presentazione delle domande è fissata al 17 dicembre 2014.

Per maggiori informazioni, il Regolamento delle call è attualmente disponibile al seguente link (in ingua inglese):
http://ec.europa.eu/research/participants/portal/doc/call/h2020/common/1587751-h2020-rules-participation_en.pdf

Per tutte le informazioni utili sulle call per le fasi 1 e 2 dello SME INSTRUMENT:

Fase 1 http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/opportunities/h2020/calls/h2020-smeinst-1-2014.html#tab1

Fase 2 http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/opportunities/h2020/calls/h2020-smeinst-2-2014.html#tab1

Napoli, 27 gennaio 2014

Presentata la piattaforma Startup Europe Partnership: alla guida la fondazione Mind The Bridge

Con il lancio ufficiale di oggi al World Economic Forum di Davos, nasce Startup Europe Partnership (SEP), la piattaforma UE destinata al supporto e al sostegno delle startup europee e al loro lancio verso il mercato globale.

La notizia è stata data da Neelie Kroes, Vice Presidente della Commissione Europea e responsabile della Digital Agenda: il programma sarà poi illustrato nel dettaglio durante un evento ad hoc che si terrà nel mese di marzo 2014.

La guida della piattaforma SEP è stata affidata alla fondazione italo-americana Mind The Bridge, che sarà supportata dalla fondazione inglese Nesta: lavoreranno insieme ad un unico obiettivo, definito dalle parole di Alberto Onetti (fondatore di MTB) nel modo seguente: “Sostenere la crescita di startup europee e la creazione di imprese europee nel campo delle nuove tecnologie che siano capaci di competere a livello globale. Il tutto superando le separazioni tra paesi, enorme ostacolo alla competitività europea. Le startup hanno difatti bisogno di sfondare il “soffitto di vetro” che le separa dalla crescita sia dimensionale che internazionale. Ma serve per questo un cambio di mentalità”.

Il programma SEP servirà quindi a costruire un vero e proprio ponte che unisca l’ecosistema europeo delle startup, da un lato, e le grandi imprese e gli investitori dall’altro: l’attenzione a tutti gli stakeholders coinvolti è dimostrata dal coinvolgimento attivo di attori come Telefonica e Orange (grandi aziende), istituzioni finanziarie (BBVA), fondi di investimento (European Investment Fund) e alcune tra le più importanti università europee (tra le quali la Cambridge University).

Grazie alla piattaforma Startup Europe Partnership, le startup potranno entrare a far parte di un network internazionale qualificato, grazie al quale entrare in contatto con i migliori clienti (sfruttando i sistemi di procurement delle grandi aziende), con gli investitori interessati a finanziare aziende promettenti attraverso seed capital, e cercando di ottenere un numero sempre più elevato di exit.

Il programma SEP si basa su tre linee di azione:

Matching: organizzazione di una serie di eventi nelle più grandi città europee, che seguiranno il format di un vero e proprio “marketplace” in cui le startup potranno incontrare grandi aziende interessate alle tecnologie (il focus sarà incentrato su tre punti: procurement, seed investment e acquisizioni).

Mapping: creare una mappatura di startup e hub europei che costituiscono le best practices del mondo dell’innovazione, fornendo visibilità alle migliori startup emergenti e promuovendo modelli di riferimento.

Sharing: condivisione delle best practices nel settore dell’imprenditorialità e dell’innovazione, per ridurre il gap culturale e aumentare le opportunità di contaminazione tra le startup.

Per approfondimenti su Startup Europe e su SEP:

https://ec.europa.eu/digital-agenda/en/about-startup-europe

Per il commento di Alberto Onetti, chairmen di Mind The Bridge:

http://siliconvalley.corriere.it/2014/01/23/da-davos-oggi-il-d-day-per-leuropa-delle-startup/

Napoli, 23/01/2014

Nuove opportunità per PMI innovative nel settore Health and Wellbeing da EIT ICT Labs

EIT ICT Labs, Istituto Europeo per l’Innovazione e la Tecnologia, ha lanciato una call destinata a PMI europee che operano nel settore della salute e del benessere: EIT Health and Wellbeing (HWB) Community. Si tratta di un’opportunità interessante per aziende che lavorano nel settore basandosi sull’innovazione, le tecnologie e le ICT.

Il bando, infatti, è riservato a imprese ad alto potenziale di crescita che impieghino nel settore di riferimento le soluzioni ICT in maniera innovativa: si tratta di un’iniziativa volta alla creazione di un network tra le imprese europee del settore Health and Wellbeing, allo scopo di individuare nuovi partner e clienti sul mercato internazionale.

Le selezioni resteranno aperte fino al 14 febbraio 2014, per partecipare occorre scaricare l’Application Form (da questo link) che andrà poi inviato in formato PDF all’indirizzo hwbcommunity@eitictlabs.eu

Tra le candidature pervenute entro il 14/02/2014, verranno selezionate un massimo di 28 PMI sulla base dei seguenti criteri:

– L’azienda svolge la propria attività nel settore ICT – Health and Wellbeing;
– L’azienda ha a disposizione le risorse e i programmi necessari per allargare il proprio business in Europa;
– La PMI ha sede o è fortemente collegata ad uno dei sette “Paesi-Nodo” in cui si trovano i KIC (le basi di EIT ICT Labs): Finlandia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Italia, Svezia e Regno Unito;
– La PMI ha introdotto sul mercato un prodotto/servizio innovativo ICT based, ad elevato potenziale di crescita, oppure una nuova versione di una tecnlogia/servizio/prodotto esistente sul mercato.

Le 28 imprese selezionate riceveranno un Grant da 7.500 euro e la possibilità di partecipare agli eventi in programma per HWB Community: è previsto infatti un evento iniziale in uno dei Nodi Europei nei primi mesi del 2014, una serie di incontri con clienti e investitori, uno o due eventi promozionali e l’evento finale di metà dicembre 2014.

Inoltre, la partecipazione a HWB Community garantisce una serie di opportunità:

Networking, partnership e condivisione tra le 28 PMI europee selezionate;
Accesso al network di contatti EIT Business Developer in tutti i sette Paesi-Nodo d’Europa;
– Possibilità di collaborazione con l’Area Innovazione di EIT Health & Wellbeing;
Contributi finanziari a sostegno della mobilità.

Per informazioni e approfondimenti:
http://www.eitictlabs.eu/about-us/calls-tenders/call-eit-health-and-wellbeing-hwb-community/

Napoli, 21/01/2014

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