Durante il Mobile World Congress di Barcellona i tre grandi leader mondiali della tecnologia Intel, Cisco e Deutsche Telekom hanno annunciato la nascita di Challenge Up!, il programma di accelerazione destinato alle migliori startup EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) operanti nel settore dell’Internet of Things.
Challenge Up! nasce allo scopo di ricercare, selezionare e supportare i migliori progetti innovativi e le grandi idee nell’IoT e nelle aree ad esso collegate:
– Connected/smart solutions – Information security – Big Data – Analytics – Connectivity – Cloud computing
Le startup selezionate per il programma di accelerazione Challenge Up! avranno accesso ad un percorso di product development, mentoring, networking e a tutti gli asset e gli strumenti messi a disposizione dagli organizzatori. Inoltre, per i migliori progetti di Challenge Up!, è prevista la possibilità ricevere finanziamenti e inserirsi sul mercato globale.
La call for ideas di Challenge Up! resterà aperta fino al 25 maggio 2015: le candidature possono essere presentate esclusivamente on-line, accedendo alla piattaforma attraverso il seguente link: https://challengeup.eu/guest/login
Alla chiusura delle candidature, Challenge Up! entra nella sua seconda fase che prevede per i progetti selezionati 5 giornate formative: si tratta dell’Acceleration Week, che si terrà dal 22 al 26 giugno 2015 e sarà incentrata su coaching e mentoring face-to-face e pitching.
Infine, i migliori progetti selezionati tra i partecipanti all’Acceleration Week avranno accesso ad un percorso di incubazione della durata di 4 mesi, che si svolgerà a Cracovia, Berlino e Vienna.
Domani, venerdì 6 marzo, la sede dell’Unione degli Industriali di Napoli (Sala Salvatore D’Amato, Piazza dei Martiri n. 58) ospita l’evento “Focus Day: SME Instrument & Fast Track to Innovation”.
Organizzato dal Distretto Tecnologico Campania Bioscience in collaborazione con APRE Campania, il Focus Day rientra tra le iniziative dedicate al sostegno e allo sviluppo dell’impresa innovativa e si concentra in particolare sul tema delle iniziative UE per sostenere l’innovazione “close to market”.
Il Programma del Focus Day: SME Instrument & Fast Track to Innovation prevede l’apertura delle registrazioni alle 9:00, mentre i Saluti di Benvenuto sono fissati alle 9:30 e affidati a Ambrogio Prezioso, Presidente Unione degli Industriali di Napoli e a Luigi Iavarone di Confindustria Campania.
L’Introduzione ai lavori è invece affidata a Mario De Rosa, Presidente del Distretto Campania Bioscience.
Alle 10:00 il convegno entrerà nel vivo con l’intervento di Amleto D’Agostino (Direttore Generale Distretto Campania Bioscience) dedicato ad approfondire il tema “Il ruolo del Distretto nel supporto alle piccole e medie imprese”.
Seguirà la testimonianza di Lucia Altucci (EPI-C S.r.l.) dal titolo “Tra ricerca e impresa: l’esperienza di EPI-C S.r.l” (ore 10:30).
Infine, alle ore 11:00, Antonio Carbone (APRE NCP per PMI e Capitale di Rischio – Horizon 2020) e Marco Matarese (Consorzio Technapoli, Coordinatore di APRE Campania) offriranno ai presenti una panoramica sulle “Principali opportunità per le PMI in Horizon 2020: SME Instrument & Fast track to Innovation”.
La giornata si concluderà con una sessione dedicata alle domande dei partecipanti.
Lunedì 9 marzo 2015 sarà invece la Sala Convegni della Camera di Commercio di Napoli (Via S. Aspreno n. 2 – Secondo Piano) ad ospitare il seminario “Digital Day – Focus sulla Fatturazione Elettronica”.
L’iniziativa di formazione, totalmente gratuita, è proposta da Unioncamere in collaborazione con l’Agenzia per l’Italia Digitale e la rete dei “Digital Champions”. L’inizio dei lavori è fissato per le 10:30 con i saluti affidati a Maurizio Maddaloni, Presidente CCIAA di Napoli.
L’introduzione del tema della giornata, insieme alla moderazione, sono invece affidati a Giovanni De Caro (Digital Champion Napoli), mentre la parte centrale del seminario sarà dedicata all’intervento di Giuseppe D’Anna (Digital Champion) incentrato sul tema “La fatturazione elettronica: istruzioni per l’uso”.
A seguire, Antonella Marra (Infocamere) illustrerà ai presenti il Servizio Gratuito erogato dalle Camere di Commercio alle PMI, prima delle conculsioni affidate a Luigi Iavarone, Vicepresidente della CCIAA Napoli.
E’ aperta da oggi la call for ideas 2015 per TIM #WCAP Accelerator: Telecom Italia è infatti alla ricerca di progetti innovativi e startup in ambito digital, con focus particolare nei settori mobile, smart home, automotive, gaming, health&wellness, data analysis, green solutions, social impact, digital payments, it security, social network e wearables.
A partire dalla prima edizione del 2009, #WCAP ha ricevuto 7.000 idee di business, selezionato e supportato oltre 200 progetti e assegnato 4,5 milioni di euro alle startup accelerate: anche quest’anno i migliori 40 team avranno diritto ad un grant da 25K e a partecipare al percorso di accelerazione in uno degli incubatori #WCAP, che dallo scorso anno rientrano tra gli incubatori certificati dal MISE.
La call di #WCAP è aperta a società (italiane ed estere) costituite da non oltre 24 mesi e team di persone fisiche maggiorenni, che si assumono l’impegno di costituire una società entro 15 giorni dall’eventuale assegnazione della call.
Le application potranno essere inviate esclusivamente on-line entro l’11 maggio 2015, effettuando la procedura di registrazione al seguente link: http://www.wcap.tim.it/it/call-ideas-it
Per effettuare l’application è necessario presentare la seguente documentazione: pitch di presentazione del progetto, curriculum vitae dei partecipanti, piano di sviluppo del progetto, copia dei documenti di identità (per le persone fisiche) e della visura camerale (per le persone giuridiche).
Tra tutte le proposte progettuali ricevute, saranno selezionati i migliori 40 progetti che avranno diritto ad un grant da 25.000 euro ciascuno e ad un percorso di accelerazione in uno degli incubatori #WCAP d’Italia: Roma, Milano, Bologna e Catania.
Alcune settimane fa (in questo post del nostro blog) abbiamo affrontato il tema del Regime Patent Box, che prevede delle agevolazioni fiscali per imprese che gestiscono nella propria attività i cosiddetti “beni intangibili” (ad esempio, marchi e brevetti).
Il Regime Patent Box è stato introdotto nel nostro ordinamento dalla Legge di Stabilità 2015, ampliato dal decreto legge Investment Compact ed è attualmente in attesa del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico (di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze) che servirà a dettagliare le modalità attuative dell’agevolazione.
In particolare, il Patent Box è un regime di detassazione dei redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali, applicabile a tutti i titolari di reddito di impresa. Si tratta di un regime opzionale irrevocabile della durata di cinque anni.
Il Patent Box può essere applicato ai redditi derivanti dall’utilizzo di opere dell’ingegno, brevetti industriali, marchi d’impresa, disegni e modelli, processi, formule e informazioni acquisite dalle esperienze in campo industriale, commerciale e scientifico giuridicamente tutelabili.
L’opzione del regime Patent Box è applicabile a partire dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014, quindi a partire dal 2015: in particolare, per il 2015 l’aliquota prevista è del 30%, che sale al 40% nel 2016 e al 50% nel 2017.
Le agevolazioni sono applicabili ai redditi per utilizzo diretto, cessione o concessione in uso di beni intangibili. In particolare, per il caso di utilizzo diretto, la quota parte di reddito si calcola attraverso una procedura di ruling in accordo con l’Agenzia delle Entrate: grazie alla procedura di ruling, sarà possibile determinare l’ammontare dei componenti positivi di reddito impliciti e i criteri per l’individuazione dei componenti negativi riferibili a quelli positivi.
Altra caratteristica fondamentale del regime Patent Box è che la detassazione dei redditi derivanti da marchi e brevetti è indissolubilmente collegata alle spese per attività di R&S, anche mediante contratti di ricerca stipulati con altri enti, università e imprese: l’agevolazione, infatti, è concedibile esclusivamente se l’impresa svolge attività di R&S sui beni immateriali oggetto di detassazione.
Inoltre, la quota di reddito agevolabile si determina in base al rapporto dei costi per attività di R&S sostenuti per il mantenimento, l’accrescimento e lo sviluppo del bene immateriale e i costi complessivi sostenuti per produrre il bene in questione. In particolare, la quantificazione dei costi di R&S è determinante per l’entità dell’agevolazione concedibile: tali costi, infatti, possono essere incrementati fino al 30% se sostenuti attraverso acquisizione del bene materiale o con contratti di ricerca.
Di conseguenza, se l’assenza di costi in attività di R&S non permette l’accesso alle agevolazioni del Patent Box, la presenza di scarsi costi in attività di R&S potrebbe rendere l’agevolazione poco appetibile.
Riguardo, infine, ai costi ammissibili per attività di R&S e alle modalità di calcolo di questi ultimi occorre attendere il decreto ministeriale cui si è accennato in precedenza.
Nanxi Liu è co-founder e CEO di Enplug, società tecnologica di Los Angeles leader nel mercato dei software specializzati per l’alimentazione degli schermi digitali nei centri commerciali, ristoranti, negozi, etc. Molte grandi aziende in tutto il mondo si servono dei software di Enplug, per mostrare in tempo reale i contenuti interattivi sui propri schermi.
Di recente, il portale WeWork ha pubblicato un interessante articolo di Nanxi Liu sul tema della ricerca del perfetto co-founder per una startup: l’autrice prende spunto, per scrivere il suo articolo, dall’esperienza personale che ha vissuto con la fondazione della sua startup.
Nella maggior parte dei casi, i consigli sulla ricerca del co-founder sono essenzialmente due: fonda la tua startup con qualcuno che conosci già da tempo e fonda la tua startup con qualcuno con cui hai una pregressa esperienza di lavoro.
Nanxi Liu non ha seguito nessuno dei due: la sua prima startup, Nanoly Bioscience, è nata in un bar del college che l’autrice frequentava. Con il suo co-founder, Balaji Sridhar, hanno preso la decisione di fondare una nuova startup il giorno dopo essersi conosciuti: tre anni dopo, l’azienda era ancora in piedi e cresceva incessantemente.
Un’esperienza molto simile è stata quella della nascita di Enplug: i cinque co-founder anno scelto di intraprendere insieme l’avventura di una nuova startup dopo una settimana dal loro primo incontro, e due anni dopo l’azienda può contare su un team di 35 persone e degli uffici a Los Angeles.
Basandosi sulle sue esperienze, quindi, l’autrice ha trovato i suoi cinque punti da tenere in considerazione quando si è alla ricerca del co-founder perfetto per una startup:
1) Ammirazione reciproca
In entrambe le esperienze di startup, Nanxi Liu ha riscontrato un’immediata e reciproca ammirazione e rispetto per i co-founder e compagni di avventura: tutti si guardavano l’un l’altro con rispetto, il rapporto è stato immediatamente tra pari e ognuno si è sentito subito fiero di lavorare con l’altro. Sentirsi orgogliosi della propria squadra è, secondo l’autrice, un aspetto importante da tenere in considerazione quando si scelgono i co-founder per una startup.
2) Fase della vita simile
Trovarsi in una fase di vita simile significa avere le stesse esigenze in termini di Work Life Balance: si tratta di un aspetto importantissimo, per evitare risentimenti e conflitti nelle aspettative tra i co-founder. Spesso, agli inizi di una startup, occorre lavorare per molte ore al giorno, sacrificando anche i weekend, ed è fondamentale che tutti siano pronti a farlo.
3) Posizione finanziaria simile
Sia per Nanoly Bioscience che per Enplug, i co-founder si sono trovati d’accordo sulla decisione di rinunciare allo stipendio per i primi tempi. Inoltre, tutti erano pronti a vivere dei propri risparmi e a lavorare a tempo pieno sul progetto della startup. Inoltre, nessuno aveva debiti pregressi o la necessità di impegnarsi in un lavoro part-time. La condivisione di una posizione e di obiettivi finanziari simili tra i co-founder è, secondo Nanxi Liu, un aspetto che facilita il percorso di sviluppo di una startup.
4) Skillsets complementari
Fondare una startup con persone che hanno skills e conoscenze differenti è indispensabile per avere un team di successo: è importante riuscire a coprire le competenze di base per una nuova impresa, come quelle relative a design, finanza, hardware, software. Inoltre, secondo l’autrice, quando i co-founder hanno skillsets simili è più facile incorrere in conflitti e discussioni.
5) Valori condivisi
Anche se le esperienze di ogni co-founder sono differenti, è fondamentale condividere tutti gli stessi valori: tra questi, ad esempio, il rispetto degli altri, l’integrità e l’onestà. Ancora, tra i valori condivisi dall’autrice e dai co-founder delle sue startup ritroviamo la convinzione che il miglior modo per imparare sia assumersi dei rischi, l’ottimismo, il vedere qualsiasi impedimento come una sfida da risolvere.
I valori condivisi sono, secondo Nanxi Liu, alla base del team di una startup e rappresentano le fondamenta su cui l’azienda potrà crescere e svilupparsi.
Per leggere il post originale: https://magazine.wework.com/inspiration/found-perfect-co-founder/
C’è tempo fino all’8 giugno 2015 per presentare la propria candidatura al contest UE ClimateLaunchpad 2015: un’iniziativa dell’Istituto Europeo per l’Innovazione e la Tecnologia (EIT) aperto a studenti, imprenditori, ricercatori e startup con un progetto innovativo nel settore CleanTech.
ClimateLaunchpad 2015 rientra tra le iniziative dell’EIT nell’ambito del programma Climate-KIC, della Comunità della conoscenza e dell’innovazione sui cambiamenti climatici.
Il Contest si svolge in tre fasi:
1)Boot Camp: in ciascuno dei Paesi aderenti all’iniziativa sarà organizzato un BootCamp di due giorni per la formazione ai partecipanti sulle tematiche fondamentali di lancio di un nuovo business;
2)Coaching intensivo e Finali nazionali: al termine del Boot Camp, ciascun team avrà a disposizione un pitch, un business model e la value proposition del proprio progetto. In ciascun Paese saranno selezionati 3 finalisti che avranno accesso alla fase successiva.
3)Finale europea nei Paesi Bassi: i tre finalisti di ciascuno dei Paesi partecipanti avranno accesso all’evento finale di ClimateLaunchpad 2015, e presenteranno il proprio pitch di fronte alla Giuria del Climate – KIC Accelerator. Gli 8 migliori progetti avranno accesso al programma di accelerazione della durata di 18 mesi del Climate KIC – Accelerator, specializzato in startup innovative con progetti sui cambiamenti climatici.
Infine, i tre vincitori proclamati durante la Finale europea di ClimateLaunchpad 2015 avranno accesso a un premio in denaro di 10.000 € (per il primo classificato), 5.000 € (per il secondo classificato) e 2.500 € (per il terzo classificato).
Ultimi giorni per partecipare a Digital Media Lab, l’iniziativa promossa da Mediaset in collaborazione con PoliHub per selezionare, supportare e premiare i migliori progetti innovativi nell’ambito Internet Media.
In particolare, sono previste due categorie in concorso:
– Mobile Advertising: progetti innovativi per la monetizzazione dei contenuti editoriali pubblicitari su smartphone;
– Second Screen: progetti innovativi per l’interazione del pubblico con i programmi televisivi attraverso lo smartphone.
La partecipazione a Digital Media Lab è aperta a persone fisiche in possesso di un’idea innovativa nei settori di riferimento, sviluppatori già a lavoro su un progetto (anche in fase di test), startup del settore costituite da non oltre 5 anni e imprese operanti già da tempo sul mercato, con progetti innovativi candidabili alle categorie in concorso.
La Commissione di Valutazione provvederà a selezionare le migliori proposte progettuali sulla base di criteri quali:
– qualità e competenze del team,
– innovatività del progetto,
– mercato e potenzialità del business,
– fattibilità tecnica,
– integrabilità con l’offerta di Mediaset.
I progetti finalisti parteciperanno ad una giornata di confronto con esperti universitari e manager di Mediaset, che si svolgerà entro aprile presso la sede Mediaset a Cologno Monzese.
Durante la giornata di confronto, i team avranno l’opportunità di incontrare one-to-one gli esperti e i manager per approfondire la conoscenza dei progetti e valutare eventuali collaborazioni.
I progetti vincitori avranno accesso ad un percorso di 6 mesi presso PoliHub, con mentorship personalizzata da parte di esperti del Politecnico di Milano e di Mediaset. Inoltre, avranno l’opportunità di beneficiare del supporto degli asset Mediaset per accelerare lo sviluppo del business e, in caso sia reciprocamente conveniente, entreranno a far parte del network di partner e fornitori di Mediaset.
La Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 5 del 19 febbraio 2015 ha chiarito alcuni aspetti inerenti il Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi, introdotto nel nostro ordinamento con D.L. n° 91 del 24/06/2014 (Decreto Competitività), convertito in legge n. 116 dell’11/08/2014 (qui, il nostro post sull’argomento).
Si tratta di un’agevolazione fiscale applicabile agli investimenti in beni strumentali nuovi, effettuati tra il 25 giugno 2014 e il 30 giugno 2015, per un importo minimo pari a 10.000 euro: l’agevolazione consiste in un credito d’imposta riconosciuto nella misura del 15% delle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti in beni strumentali realizzati nei cinque periodi di imposta precedenti. Per imprese costituite da meno di cinque anni, il calcolo della media va effettuato sul numero di anni di attività. Per imprese neo-costituite il credito d’imposta si applica “con riguardo al valore complessivo degli investimenti realizzati in ciascun periodo di imposta“.
SOGGETTI BENEFICIARI: tutti i soggetti titolari di reddito di impresa, a prescindere dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale, dal settore economico e dal regime contabile adottato: gli investimenti, però, devono essere destinati a strutture produttive localizzate su territorio nazionale italiano.
Il credito d’imposta è riconosciuto anche alle imprese costituite dopo l’entrata in vigore del Decreto Competitività, quindi successivamente al 25 giugno 2014.
INVESTIMENTI AGEVOLABILI: investimenti in beni strumentali nuovi “compresi nella divisione 28 della tabella ATECO 2007“. Per “beni strumentali” si intendono quei beni utilizzati per lo svolgimento dell’attività di impresa, che siano durevoli ed adatti ad essere impiegati nel processo produttivo.
Sono esclusi, quindi, i beni destinati alla vendita e i materiali di consumo.
UTILIZZO E RILEVANZA DEL CREDITO D’IMPOSTA: il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione e va ripartito in tre quote annuali di pari importo, da sottrarre ai versamenti dovuti. La prima quota annuale è utilizzabile “a decorrere dal 1° gennaio del secondo periodo di imposta successivo a quello in cui è stato effettuato l’investimento“: ad esempio, per gli investimenti effettuati nel 2014, il credito d’imposta sarà utilizzabile a partire dal 1° gennaio 2016. Le altre due quote, di conseguenza, a partire dal 1° gennaio 2017 e dal 1° gennaio 2018.
La Circolare dell’Agenzia delle Entrate contiene, inoltre, una serie di esempi di calcolo per il credito d’imposta in beni strumentali nuovi previsti dal Decreto Competitività.
LINK UTILI:
– Testo della Circolare n. 5 del 19 febbraio 2015 – Agenzia delle Entrate: disponibile qui;
– Testo del Decreto Competitività – D.L. n. 91 del 24 giugno 2014: disponibile qui.
CoopStartup è il progetto sperimentale di ricerca-azione avviato in collaborazione da Coopfond e Legacoop nel maggio 2013 e finalizzato alla sperimentazione e al sostegno di progetti cooperativi di startup caratterizzati da innovazioni tecnologiche e sociali.
Al momento CoopStartup ha lanciato il Bando CoopStartup FarmAbility, focalizzato sulla creazione di startup innovative ad alto contenuto tecnologico e di conoscenza, in forma cooperativa, nel settore agroalimentare: in particolare, CoopStartup FarmAbility è aperto a gruppi di aspiranti imprenditori e cooperative già esistenti.
I gruppi di aspiranti imprenditori dovranno essere composti da almeno tre persone, di cui la maggioranza residenti in una delle seguenti Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.
Le cooperative già esistenti dovranno invece essere costituite da non più di 12 mesi ed avere sede legale e/o operative in una delle Regioni sopra elencate.
Come accennato, le proposte progettuali innovative dovranno essere relative al settore agroalimentare o in ambiti di interesse per lo sviluppo del comparto agroalimentare: l’innovazione potrà essere di prodotto, processo, servizio e/o relativa all’organizzazione.
Per partecipare a CoopStartup FarmAbility, bisogna registrarsi alla piattaforma on-line www.coopstartup.it/farmability e compilare la domanda (Allegato A): la deadline è fissata alle ore 24:00 del 31 marzo 2015.
Entro il 30 aprile 2015 saranno selezionate le migliori 20 proposte, che parteciperanno al Percorso FarmAbility strutturato in tre fasi:
1) Formazione (maggio/giugno 2015): 6 giornate formative suddivise in moduli specifici per la creazione di impresa innovativa nel settore agroalimentare;
2) Consulenza Specialistica (giugno/settembre 2015): erogazione di servizi specialistici personalizzati per i singoli progetti di impresa;
3) Tutoraggio Cooperativo (giugno/settembre 2015): affiancamento dei team con personale di imprese cooperative già consolidate.
Al termine del Percorso, le tre idee di impresa più promettenti saranno premiate con il Premio CoopStartup FarmAbility, consistente in un premio in denaro (5.000 € al primo classificato, 3.000 € al secondo e 2.000 € al terzo) e dall’erogazione di un piano di servizi personalizzati previa costituzione delle imprese in forma cooperativa.
Chris Thornham è co-founder di FLO Cycling, azienda specializzata nella produzione di ruote per bicicletta aerodinamiche che, nel giro di tre anni, ha venduto oltre 10.000 prodotti in 51 Paesi in tutto il mondo: di recente, il portale WeWork ha pubblicato un suo articolo con alcuni interessanti consigli appresi durante la sua esperienza di startup, e in particolare dal suo “passaggio” da ingegnere ad imprenditore.
Secondo Thornham, infatti, l’attitudine al pensiero logico-razionale e all’execution veloce dei piani sono due aspetti tipici degli ingegneri che lo hanno aiutato molto nell’attività imprenditoriale: la pianificazione è infatti di fondamentale importanza, soprattutto in un mondo come quello delle startup in cui i problemi e gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo.
La capacità di problem solving di matrice ingegneristica e tecnica rappresenta una skill di vitale importanza quando si tratta di dover affrontare alcuni imprevisti della vita da startupper: nel primo anno di attività di FLO Cycling, ad esempio, i founder hanno dovuto far fronte a piccole e grandi emergenze, dalle continue cadute del server all’incidente di una nave container che trasportava i prodotti dell’azienda.
Dalle sfide affrontate nei primi tempi della sua startup, Thornham ha tratto alcune importanti lezioni che condivide con i lettori del suo post: vediamo quali sono i suoi consigli.
1) Seguire sempre la tua passione
Un imprenditore di successo non si concentra soltanto sui soldi: è necessario avere passione per il proprio prodotto o servizio. Quando si riesce a fare della propria passione il proprio lavoro, tutto diventa più facile e si riescono ad affrontare meglio anche le difficoltà.
2) Elaborare un piano B
Nel tentativo di seguire la propria passione e i propri sogni occorre sempre essere intelligenti: una startup può incorrere in una serie di imprevisti e difficoltà, per cui è necessario predisporre una strategia alternativa che possa funzionare da piano B.
Dover cambiare programma e dedicarsi ad altro non significa aver fallito: significa semplicemente imparare le lezioni dal fallimento e applicare gli insegnamenti alla prossima occasione. Lo stesso Thornham racconta che il suo primo business è stato un flop totale: il team era particolarmente bravo negli aspetti tecnici, di design e di pianificazione, ma aveva scarso senso degli affari. Riconoscere le proprie mancanze è servito a capire dove bisognava lavorare e migliorare, per poi affrontare con nuove competenze l’impresa successiva.
3) Non avere fretta
Per costruire e coltivare un business di successo ci vuole il tempo giusto: essere impazienti non paga, quando si tratta di startup. Per far funzionare al meglio FLO Cycling sono serviti 5 anni di lavoro: il successo arriva lavorando sodo, e tenendo duro anche quando sembra non ci siano progressi.
Un suggerimento pratico dell’autore è quello di fare sempre attenzione agli aspetti finanziari: per far fronte ad eventuali spese impreviste è importante poter contare su un sostegno economico di base.
4) Collaborare con i clienti
A volte gli startupper pensano che la strada migliore sia quella di mantenere il segreto sul proprio business: questo atteggiamento, invece, è controproducente per raggiungere l’obiettivo finale di diffondere il brand e ampliare la base di potenziali clienti.
Quando si ha una buona idea per una startup, è importante invece chiedere alle persone cosa ne pensano e capire se sarebbero disposti ad acquistare il prodotto. I founder di una startup devono impegnarsi molto nella collaborazione e nel confronto con la potenziale clientela, cercando di capire quali siano le caratteristiche e i benefici che cercano in un prodotto o servizio.
A volte, le grandi aziende spendono molte risorse per costose ricerche di mercato tralasciando l’aspetto fondamentale: parlare direttamente con i clienti. Valutare l’interesse del pubblico è, invece, il modo migliore per sapere se impegnarsi nella costruzione di un prototipo per proseguire con l’attività di impresa.
In conclusione, gli aspetti fondamentali da tenere in considerazione secondo Thornham quando si crea una startup risultano essere:
cercare sempre il feedback dei clienti, lasciandogli un ruolo attivo nel processo di Product Development;
svolgere una corretta ed efficace attività di pianificazione, che contempli anche un piano B (elasticità e flessibilità);
farsi guidare dalla propria passione nella gestione del business, cercando di imparare tutto il necessario per portare al successo la propria startup.
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