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Tag: finance

StartupBootcamp Barcelona: 3 mesi in Spagna e 15K alle migliori 10 startup in tema Internet of Things e Data

StartupBootcamp Barcelona è uno dei più importanti acceleratori d’Europa con focus su progetti innovativi in ambito Internet of Things & Data. Ancora per pochi giorni, è possibile presentare application al suo programma intensivo (della durata di tre mesi) che si svolgerà presso la sua sede di Barcellona a partire dal 1° dicembre 2015.

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La call è aperta, infatti, fino al 16 ottobre 2015 attraverso il form di iscrizione disponibile a questo link: https://www.f6s.com/startupbootcampiotdata2015

Saranno selezionate le migliori 10 startup early stage, con progetti focalizzati in particolare nei seguenti settori: Public Sector & Cities; Healthcare & Life Sciences; Transport, Logistic, Automotive; Environmental, Renewables, Waste Processing; Home & Garden; Industrial & Manifacturing; Finance & Insurance; Offices & Workplace; Oil, gas; Travel; Utilities; Buildings & Infrastructure; Agriculture; Personal productivity; Media & Entertainment; Construction; Retail.

Inoltre, StartupBootcamp Barcelona segnala nello specifico 9 temi di interesse, da declinare nell’area Data o in quella IoT:

1. Security
2. Analytics
3. Storage
4. Connectivity
5. Hardware
6. Software
7. Infrastructure
8. Platforms
9. Products & Services

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Alle 10 startup selezionate attraverso la call, StartupBootcamp Barcelona offre un percorso di accelerazione trimestrale con coaching, mentorship, workshop e formazione più un premio in denaro (cash) da 15.000€ per ciascun team. In cambio, le startup dovranno assicurare full commitment e frequenza del programma per la sua intera durata e Equity per l’8%. I team selezionati avranno a disposizione uno spazio gratuito di lavoro presso StartupBootcamp Barcelona per i tre mesi del percorso, più altri tre mesi.

Infine, ai vincitori sarà offerta l’opportunità di presentare il proprio pitch nel corso del Mobile World Congress 4YFN e del Demo Day finale del Programma, previsto per il 25 febbraio 2016.

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Per ulteriori informazioni: http://www.startupbootcamp.org/accelerator/internet-of-things-data-barcelona.html

Napoli, 06/10/2015

Fàbrica de Startups è alla ricerca di startup europee nel turismo: in palio 15 percorsi di accelerazione a Lisbona

Fàbrica de Startups è l’acceleratore portoghese con sede a Lisbona che si rivolge a startup in fase early stage, offrendo programmi di accelerazione, incubazione e formazione secondo la metodologia Lean Startup.

Al momento, Fàbrica de Startups è alla ricerca di startup nel settore del Turismo con la call for ideas “Discoveries”: in palio per i vincitori, un programma intensivo di accelerazione a Lisbona della durata di quattro settimane per testare e validare il proprio Business Model con un team di mentor internazionale.

La partecipazione a Discoveries è aperta a team in possesso di un’idea innovativa di impresa nel settore del Turismo, che rientri in uno dei seguenti topic: productivity, cities, mobility, community, hospitality, entertainment, ecommerce, big data, crowd sourcing, software as a service, market places, augmented reality.

Possono presentare domanda di partecipazione team di startup che si trovino in una delle seguenti fasi:

IDEA: il team ha un’idea da sviluppare, ma non ha ancora un Business Plan;
PROTOTYPE: l’idea è già sviluppata, esiste un prototipo e il team sta provando a raggiungere i primi risultati in termini di clienti e vendite;
LAUNCH: il team è pronto a lanciare il prodotto sul mercato.

Le application devono essere inviate entro la deadline fissata al 10 luglio 2015, attraverso il form di iscrizione disponibile al seguente link: https://www.f6s.com/discoveriessummer2015/apply

Il 17 luglio 2015 saranno annunciati i vincitori di Discoveries (fino a 15 team) che avranno accesso al percorso di accelerazione previsto tra agosto e settembre 2015. Per le startup portoghesi è previsto un rimborso spese di 500€, mentre le startup provenienti da altri Stati europei avranno diritto ad un rimborso da 1.000€.

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Il percorso si svolgerà a Lisbona, presso Fàbrica de Startups, e prevede un programma di 8 Bootcamps nelle seguenti date:

17/08/2015: Welcome Session / Teams presentation / Introduction to the Business Model / Guest Speaker – Specific Training

20/08/2015: Customer Development / Defining Hypothesis / Defining Experiments / Lessons Learned

24/08/2015: Validation process / Knowing your customer / Creating Value / Guest Speaker – Specific Training

27/08/2015: Building Relationships / Defining Key Activities / Defining Key Resources / Lessons Learned

31/08/2015: Defining Key Partnerships / Generating Revenue / Guest Speaker – Specific Training

03/09/2015: Producing Value / Revenues and Costs / Lessons Learned

07/09/2015: Planning Finances / Preparing for execution / Guest Speaker – Specific Training

10/09/2015: Training for Investment Pitch / Lessons Learned

L’evento finale di Discoveries, “Investment Pitch”, è previsto il 21 settembre 2015: i team avranno la possibilità di presentare il proprio progetto ad una platea di potenziali investitori, Venture Capitalist e Business Angel.

Per maggiori informazioni: http://www.startupdiscoveries.com/

Napoli, 05/06/2015

Consigli alle startup: attenzione alle scelte in materia di Financial Strategy!

Taylor M. Sledge Jr è il presidente di Sledge & Company, società di Financial Strategy ed esperto internazionale in materia di finanza. Di recente il portale Entrepreneur ha pubblicato un suo articolo dedicato ai tre errori più diffusi delle startup in tema di finanza, proponendo delle soluzioni per evitarli.

Tra le svariate decisioni che i founder di una startup si trovano a dover prendere all’inizio della propria attività imprenditoriale, infatti, la gestione dei fondi di partenza è una di quelle più importanti: spesso, infatti, in una startup gli aspiranti imprenditori investono i propri risparmi di una vita.

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Vediamo quali sono i tre errori più diffusi in materia di finanza che le startup devono imparare ad evitare:

1) Svalutare il capitale umano

Nella maggior parte dei casi, una startup nasce allo scopo di concretizzare l’idea del suo founder. Il founder assume in genere una pluralità di ruoli: CEO, receptionist, segretario… Ma assumere troppi compiti e problemi nella gestione di un’impresa appena nata è un grande errore.

Il capitale umano, infatti, è da considerarsi alla stregua del denaro vero e proprio: è attraverso il capitale umano che una startup può crescere e progredire, mettendo in pratica e trasformando in una realtà imprenditoriale quella che era in principio soltanto un’idea.

Bisogna entrare nell’ottica secondo la quale il capitale umano rappresenta il potenziale maggiore per una startup, e pertanto deve essere quantificato in termini di valore finanziario nel tempo.

Anzichè provare a far tutto da soli, i founder dovrebbero dare valore al capitale umano e delegare alcune attività a persone in grado di svolgerle.

2) Andare in modalità “all in”

Nella sua esperienza a Sledge & Company, l’autore ha visto molti imprenditori che tendono a focalizzarsi sulla mentalità di una crescita a lungo raggio: pensare in grande è sicuramente il filo conduttore che ha portato al successo molte grandi aziende, ma per una startup questo può rappresentare un errore finanziario.

Una startup in possesso di un buon prodotto, ad esempio, può commettere l’errore di investire tutto il capitale derivante da un ottimo lancio sul mercato: è questa la modalità “all in” che, secondo Sledge, dovrebbe essere evitata.

Quando la startup inizia a guadagnare, infatti, spesso cede alla tentazione di investire il 100% del capitale nella propria attività: fare nuove assunzioni, scegliere un ufficio migliore, aggiornare la tecnologia. Purtroppo, però, è sempre meglio lasciare una “riserva” di capitale per il lungo periodo: in questo modo ci si potrà muovere con più tranquillità e gli investimenti saranno più redditizi.

In altre parole, è consigliabile per una startup costruire un “margine”, un “cuscinetto di sicurezza” all’interno del flusso di cassa a breve termine, da tenere separato e riservato: va bene reinvestire nella propria attività, ma è importante risparmiare un po’ di denaro per gestire il business con maggior tranquillità.

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3) Non avere un mentor finanziario

Una startup deve sempre avere un mentor: qualcuno che supporti e consigli il CEO di fronte alle scelte strategiche più rischiose e difficili, ma non solo. Secondo l’autore è fondamentale avere un mentor anche per le questioni finanziarie.

A volte le startup pensano che il denaro investito in una consulenza di tipo finanziario sia denaro speso male, che questo tipo di consulenze siano necessarie più avanti nel tempo, ma in realtà sono proprio gli imprenditori con meno esperienza ad aver bisogno di un supporto in questo campo.

In conclusione, una startup inizia un progetto che avrà impatto non soltanto sui founder, ma anche su altre persone: imparare a gestire al meglio il denaro e a dare il giusto valore finanziario alle risorse è un aspetto fondamentale, assieme all’impegno e al lavorare sodo ogni giorno.

Per leggere il post originale: http://www.entrepreneur.com/article/245606

Napoli, 06/05/2015

La ricerca del co-founder perfetto per la tua startup: alcuni consigli utili

Nanxi Liu è co-founder e CEO di Enplug, società tecnologica di Los Angeles leader nel mercato dei software specializzati per l’alimentazione degli schermi digitali nei centri commerciali, ristoranti, negozi, etc. Molte grandi aziende in tutto il mondo si servono dei software di Enplug, per mostrare in tempo reale i contenuti interattivi sui propri schermi.
Di recente, il portale WeWork ha pubblicato un interessante articolo di Nanxi Liu sul tema della ricerca del perfetto co-founder per una startup: l’autrice prende spunto, per scrivere il suo articolo, dall’esperienza personale che ha vissuto con la fondazione della sua startup.

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Cinque punti fondamentali per trovare il co-founder perfetto

 

Nella maggior parte dei casi, i consigli sulla ricerca del co-founder sono essenzialmente due: fonda la tua startup con qualcuno che conosci già da tempo e fonda la tua startup con qualcuno con cui hai una pregressa esperienza di lavoro.

Nanxi Liu non ha seguito nessuno dei due: la sua prima startup, Nanoly Bioscience, è nata in un bar del college che l’autrice frequentava. Con il suo co-founder, Balaji Sridhar, hanno preso la decisione di fondare una nuova startup il giorno dopo essersi conosciuti: tre anni dopo, l’azienda era ancora in piedi e cresceva incessantemente.

Un’esperienza molto simile è stata quella della nascita di Enplug: i cinque co-founder anno scelto di intraprendere insieme l’avventura di una nuova startup dopo una settimana dal loro primo incontro, e due anni dopo l’azienda può contare su un team di 35 persone e degli uffici a Los Angeles.

Basandosi sulle sue esperienze, quindi, l’autrice ha trovato i suoi cinque punti da tenere in considerazione quando si è alla ricerca del co-founder perfetto per una startup:

1) Ammirazione reciproca

In entrambe le esperienze di startup, Nanxi Liu ha riscontrato un’immediata e reciproca ammirazione e rispetto per i co-founder e compagni di avventura: tutti si guardavano l’un l’altro con rispetto, il rapporto è stato immediatamente tra pari e ognuno si è sentito subito fiero di lavorare con l’altro. Sentirsi orgogliosi della propria squadra è, secondo l’autrice, un aspetto importante da tenere in considerazione quando si scelgono i co-founder per una startup.

2) Fase della vita simile

Trovarsi in una fase di vita simile significa avere le stesse esigenze in termini di Work Life Balance: si tratta di un aspetto importantissimo, per evitare risentimenti e conflitti nelle aspettative tra i co-founder. Spesso, agli inizi di una startup, occorre lavorare per molte ore al giorno, sacrificando anche i weekend, ed è fondamentale che tutti siano pronti a farlo.

3) Posizione finanziaria simile

Sia per Nanoly Bioscience che per Enplug, i co-founder si sono trovati d’accordo sulla decisione di rinunciare allo stipendio per i primi tempi. Inoltre, tutti erano pronti a vivere dei propri risparmi e a lavorare a tempo pieno sul progetto della startup. Inoltre, nessuno aveva debiti pregressi o la necessità di impegnarsi in un lavoro part-time. La condivisione di una posizione e di obiettivi finanziari simili tra i co-founder è, secondo Nanxi Liu, un aspetto che facilita il percorso di sviluppo di una startup.

4) Skillsets complementari

Fondare una startup con persone che hanno skills e conoscenze differenti è indispensabile per avere un team di successo: è importante riuscire a coprire le competenze di base per una nuova impresa, come quelle relative a design, finanza, hardware, software. Inoltre, secondo l’autrice, quando i co-founder hanno skillsets simili è più facile incorrere in conflitti e discussioni.

5) Valori condivisi

Anche se le esperienze di ogni co-founder sono differenti, è fondamentale condividere tutti gli stessi valori: tra questi, ad esempio, il rispetto degli altri, l’integrità e l’onestà. Ancora, tra i valori condivisi dall’autrice e dai co-founder delle sue startup ritroviamo la convinzione che il miglior modo per imparare sia assumersi dei rischi, l’ottimismo, il vedere qualsiasi impedimento come una sfida da risolvere.
I valori condivisi sono, secondo Nanxi Liu, alla base del team di una startup e rappresentano le fondamenta su cui l’azienda potrà crescere e svilupparsi.
Per leggere il post originale: https://magazine.wework.com/inspiration/found-perfect-co-founder/

Napoli, 02/03/2015

IC Tomorrow: sei sfide sulle Wereable Technologies per startup europee da Innovate UK

IC Tomorrow è l’iniziativa dedicata a startup europee di Innovate UK: si tratta di un Innovation Contest dedicato a progetti digitali incentrati sulle Wereable Technologies (tecnologie indossabili) che mette in contatto startup e PMI dell’area UE con partner e investitori di rilevanza internazionale, attraverso un network comprendente stakeholders di diversi settori: tra questi, ricordiamo ad esempio musica, film, fashion, TV, educazione, cultura, sport, healthcare, finance.

In particolare, il Contest IC Tomorrow offre con la sua call for ideas la possibilità di accedere a sei finanziamenti da 35.000 sterline ciascuno, per i vincitori delle sei Challenges previste:

1) Sport & Wellbeing

La prima sfida è dedicata al tema “Sensor technology and tracking performance“: si tratta di individuare soluzioni innovative di Wereable Technologies in grado di dare valore aggiunto nello sport, la salute e il benessere.

Le soluzioni potranno essere dedicate a migliorare l’esperienza dell’atleta, dell’allenatore o di qualsiasi soggetto del team sportivo, in una o più delle seguenti categorie:

Comfort e divertimento;
Sicurezza, prevenzione degli infortuni e recupero;
Miglioramento delle performance.

Il progetto vincitore sarà sviluppato e sperimentato in collaborazione con due partner (McLaren Technology Group e Loughborough University) per un periodo minimo di tre mesi, prima di accedere ad un mercato più ampio per la commercializzazione.

2) Entertainment

La seconda sfida è focalizzata sul tema “Wearables for kids“, e il partner per il progetto vincitore è Walt Disney Company.
I partecipanti a questa sfida dovranno creare un dispositivo indossabile innovativo dedicato ai bambini: l’idea nasce dalla consapevolezza che, oggi, i bambini sono spesso più bravi dei loro genitori con la tecnologia ed è per questo che l’esigenza di sicurezza per i dispositivi dedicati ai più piccoli è un aspetto di importanza crescente.

I candidati dovranno prestare particolare attenzione, nella realizzazione del proprio progetto, ad aspetti relativi a entertainment, usability, sicurezza, connettività con altri prodotti rilevanti Disney (ad esempio film, programmi TV, giocattoli e parchi a tema), personalizzazione.

Il progetto vincitore della Challenge Two sarà sperimentato per almeno tre mesi dalla Disney, prima di essere commercializzato su un mercato più ampio.

3) Hospitality

La terza sfida è incentrata sul tema “Guest-centred experience through wearables“, ed è legata al settore dell’ospitalità ricettiva: lo scopo dei progetti è quello di offrire soluzioni tecnologiche innovative per ristoranti, alberghi, bar, palestre, sale congressi, etc.
In particolare, si cercano soluzioni in grado di coordinare questa tipologia di servizi, allo scopo di offrire al cliente un’esperienza integrata e personalizzata.

I progetti di Wereable Technologies applicati al settore Hospitality adatti a partecipare a IC Tomorrow dovranno tenere in attenta considerazione una serie di aspetti, tra cui:

Posizione dei dipendenti e gestione delle attività di monitoraggio,
Metodologie di Alerting per i dipendenti,
Comunicazione agli ospiti,
Gestione e utilizzo di dati e informazioni,
Utilizzo di tecnologie di geolocalizzazione o legate al meteo per offrire servizi innovativi ai clienti.

Il progetto vincitore si questa sfida potrà sperimentare la sua soluzione innovativa per un periodo minimo di tre mesi nelle strutture del partner glh Hotels, il maggior operatore alberghiero di Londra (36 hotel, oltre 8.000 camere e 370 sale conferenze). La sperimentazione con un partner così grande sarà l’opportunità per verificare future collaborazioni con più ampia commercializzazione del prodotto.

4) Health & Safety

La quarta sfida è legata all’industria ferroviaria, e in particolare al tema del “Reacting to the local environment“: si tratta di individuare soluzioni tecnologiche innovative che forniscano un’interfaccia tra l’ambiente, i dati esterni e il benessere delle persone.
Nell’industria ferroviaria riveste infatti un ruolo preponderante il problema della sicurezza: obiettivo primario dei progetti deve essere, quindi, ridurre il rischio per i lavoratori quando svolgono mansioni pericolose.

Tra gli esempi di sfide specifiche in questo settore, si ricordano l’evitamento della folgorazione (linee 25kV), i pericoli per movimenti ad alta velocità (treni, automobili, etc.), i pericoli per movimenti a bassa velocità (ruspe, camion, etc.), i pericoli a livello di infrastrutture (cavi sotterranei, acqua, altezza, etc.).

Il vincitore della Challenge Four avrà l’opportunità di sviluppare e testare la propria soluzione con due grandi colossi del settore: Network Rail e Amey.

5) Accessibility

La quinta sfida è dedicata all’utilizzo delle tecnologie indossabili per i disabili: il tema è “Unlocking accessibility through wearables“, declinata sia on-line che off-line, in particolare riguardo l’autenticazione e l’identità.

Spesso i disabili hanno difficoltà nell’utilizzo delle interfacce digitali che assumono, invece, un ruolo sempre più centrale nella vita moderna: ecco perchè IC Tomorrow è alla ricerca di soluzioni innovative digital based che siano semplici da usare, accessibili, sicure anche per chi ha difficoltà dovute a disabilità.

La soluzione vincente sarà sperimentata in collaborazione con Atos (nello specifico con il Centro Inclusive User Experience) per un periodo minimo di tre mesi, prima di procedere ad una più ampia commercializzazione.

6) Design

La sesta e ultima sfida è per soluzioni “Plug-and-play for textile wearables“, dedicata alle innovazioni tecnologiche indossabili legate ai tessuti. Si tratta quindi di un campo di applicazione molto vasto, che si ricollega alle ultime tendenze tecnologiche come l’Internet of Things, i sensori e le Smart Cities.

La sfida è quella di progettare soluzioni che risolvano i problemi di interfaccia tra dispositivi, convertendole in applicazioni adatte ai tessuti (interfaccia digitale/tessuto). Le interfacce devono essere di semplice utilizzo (plug-and-play), per essere facilmente implementate da artisti, designer e creativi.

Il progetto vincitore avrà la possibilità di lavorare per almeno tre mesi allo sviluppo della propria soluzione con i ricercatori e scienziati della Queen Mary University of London, con accesso ai laboratori e alle attrezzature dell’Università.

Per partecipare a IC Tomorrow occorre inviare la propria candidatura entro la deadline fissata per il 10 marzo 2015, attraverso il form di iscrizione disponibile al seguente link: https://ictomorrow.innovateuk.org/web/wearable-technology-innovation-contest/apply

I migliori 18 progetti saranno selezionati ed invitati a partecipare all’evento previsto il 20 aprile 2015, durante il quale i team presenteranno alla Giuria il proprio pitch. Al termine dell’evento saranno scelti i sei vincitori, che avranno diritto ad un premio da 35.000 sterline più la collaborazione prevista per ciascuna delle sei sfide.

Per maggiori informazioni:

https://ictomorrow.innovateuk.org/web/wearable-technology-innovation-contest/overview
https://ictomorrow.innovateuk.org/documents/20017019/0/Wearable%20Technologies%20Innovation%20Contest%20Brief
https://ictomorrow.innovateuk.org/documents/20017019/0/Wearable%20Technologies%20Innovation%20Contest%20Guidance%20For%20Applicants

Napoli, 09/02/2015

SELLALAB è alla ricerca di talenti con idee innovative nel settore Banking & Finance: per i migliori, 12 mesi di accelerazione e un rimborso di 25.000 €

Il gruppo Banca Sella, in collaborazione con SELLALAB, è alla ricerca di talenti con progetti innovativi nell’ambito Banking & Finance: sono aperte le selezioni per partecipare al percorso di accelerazione della durata di 12 mesi all’interno della struttura SELLALAB, acceleratore con sede a Biella, all’interno dell’ex Lanificio Maurizio Sella.

Per partecipare occorre inviare la propria candidatura all’indirizzo e-mail selezione@sellalab.it, allegando il proprio curriculum vitae e una presentazione che metta in risalto la componente innovativa del proprio progetto nel mondo dei servizi bancari. Nell’oggetto bisogna specificare la dicitura “RICERCA TALENTI”.

I talenti selezionati potranno beneficiare di un percorso di accelerazione annuale, con la possibilità di un continuo confronto e supporto da parte dei mentor di SELLALAB e aprendosi alle possibilità offerte dal network internazionale di SELLALAB e del Gruppo Sella. Inoltre, è previsto un rimborso spese pari a 25.000 € lordi annui.

La ricerca di talenti da parte di SELLALAB si concentra sulle seguenti aree:

– mobile,
– user experience,
– social organization,
– online security,
– online payments.

La struttura dispone di uno spazio di coworking in grado di offrire postazioni di lavoro, aree comuni, servizi di mentoring e networking, partecipazione ad eventi formativi ed è specializzata nell’accelerazione di progetti imprenditoriali in ambito digitale.

Per maggiori informazioni sulla call di SELLALAB, è possibile consultare la sezione “Ricerca Talenti” del portale http://www.sellalab.net/wp/

Napoli, 01/08/2014

Il CFO – Chief Financial Officer: chi è, di cosa si occupa e quando diventa necessario assumerlo in una startup

Jeff Thomson ha recentemente intervistato per Forbes Tridivesh Kidambi, CFO della startup tecnologica CallFire: il tema centrale dell’intervista è capire quando un’azienda necessita di un CFO e cosa significa essere CFO in una startup.

Il CFO (Chief Financial Officer) è il manager responsabile della gestione delle attività finanziarie di un’azienda. Negli ultimi anni la figura del CFO ha assunto un ruolo sempre più rilevante per una startup: il compito centrale del CFO è infatti quello di guidare le decisioni aziendali in maniera efficace, stabilendo su quali opportunità puntare e, di conseguenza, come impiegare il capitale e le risorse per massimizzare le probabilità di successo della startup. Uno dei compiti principali del CFO, quindi, sta nel guidare il focus dell’azienda e della strategia di business.

Interessante è anche la differenza tra il ruolo del CFO in una startup e in un’azienda già consolidata: basandosi sua esperienza, infatti, Kidambi afferma che il ruolo chiave di un CFO all’interno di una startup è quello di costruire l’infrastruttura organizzativa da zero. In un’azienda già consolidata, invece, si presuppone che tale infrastruttura sia già pronta e in grado di fornire le risorse necessarie in termini, ad esempio, di risorse umane, IT, sistemi e processi, etc.
Quando si è CFO di una startup, invece, occorre rimboccarsi le maniche e dare la migliore direzione possibile alla strategia aziendale, in modo tale da rendere il business scalabile e costruire sistemi e processi in grado di supportare la crescita futura.

Riguardo alle competenze necessarie ad un buon CFO per una startup, Kidambi afferma che sono fondamentali la capacità di comunicare in maniera efficace e la logica decisionale. Questo perchè, quando ci si occupa di aspetti finanziari, non basta costruire un modello finanziario integrato o prendere decisioni stratgiche in materia: occorre saper spiegare quali sono le motivazioni alla base di ciascuna decisione, e quali sono le implicazioni per ciascuno degli stakeholders coinvolti. Per guadagnare e mantenere la fiducia dell’organizzazione per cui lavora, infatti, il CFO deve saper essere onesto e trasparente sul come e sul perchè delle decisioni prese, e concentrarsi sull’approccio collaborativo che permetta a tutti gli stakeholders di raggiungere gli obiettivi alla luce del modello finanziario costruito per l’azienda.

Entrando più nello specifico della sua esperienza a CallFire, Kidambi spiega il rapporto con i founder della startup e cerca di aiutare i lettori a capire come individuare il momento giusto per assumere un CFO. Prima di tutto, nel rapporto tra CFO e founder risultano fondamentali la comunicazione e la trasparenza: bisogna sempre essere aperti al confronto con i founder, che conoscono la startup meglio di chiunque altro. Il ruolo del CFO è quindi quello di collaborare allo sviluppo di un progetto cercando di razionalizzare gli aspetti finanziari di un percorso che i founder hanno già in mente.

Riguardo invece al momento giusto per una startup di assumere un CFO, Kidambi afferma che all’inizio le responsabilità inerenti gli aspetti di gestione finanziaria sono condivise tra il team executive e quello finance. Quando, però, la startup inizia a crescere e raggiunge la scalabilità, anche le funzioni relative alla finanza, alla tesoreria, alla contabilità devono essere messe a fuoco in maniera più specifica e precisa. In questo caso diventa importante avere in squadra un CFO, che riesca a gestire gli aspetti finanziari di una startup preoccupandosi del successo futuro dell’azienda.

Il ruolo del CFO è ancora più importante in una situazione economica come quella attuale, caratterizzata da continui e repentini cambiamenti: chi si occupa degli aspetti finanziari dell’azienda deve infatti avere una visione a 360° su tutto ciò che accade nell’organizzazione, occupandosi inoltre di costruire connessioni tra le varie parti di cui l’azienda si compone, offrendo idee e soluzioni creative a sfide che a volte la startup non sa nemmeno di dover affrontare.

A differenza di quanto accadeva in passato, quando gli aspetti finanziari venivano presi in considerazione solo dopo aver preso le decisioni, la gestione finanziaria oggi è vista come parte integrante dell’azienda e del team, che tiene sempre in considerazione il punto di vista finanziario di qualsiasi questione. Il ruolo del CFO non è più quello di dire sì o no ad una decisione già ampiamente discussa, oggi il CFO viene interpellato fin dall’inizio.

Per essere un buon CFO per una startup, Kidambi consiglia di impiegare tempo e buona volontà ad imparare più possibile sul settore di riferimento dell’azienda. Bisogna imparare a capire il punto di vista degli operatori del settore e, solo a questo punto, si può dimostrare loro quanto gli aspetti finanziari possano avere un impatto positivo sulla loro attività. La fiducia e il rispetto dei founder sono assolutamente imprescindibili per il CFO.

Infine, Kidambi dà un consiglio ai giovani che vorrebbero diventare CFO in una startup: dire sempre di sì. Anche se la richiesta è totalmente estranea ai propri compiti, o in generale non rientra negli aspetti strettamente finanziari, potrebbe trasformarsi in un’opportunità per costruire la fiducia con qualcuno all’interno del team, o potrebbe essere la base per creare una connessione significativa. Occorre imparare il business, non fermarsi ai numeri: il contributo di un buon CFO va infatti al di là del bilancio, ma può essere un modo per costruire l’azienda e plasmare il business.

Il post originale è disponibile qui: http://www.forbes.com/sites/jeffthomson/2014/07/15/why-a-startup-cfo-is-like-a-personal-trainer/

Napoli, 15/07/2014

Cresce l’ecosistema campano dell’innovazione: nasce a Caserta “012 Factory”, centro di contaminazione per startup

E’ appena nata in Campania una nuova realtà dedicata all’imprenditoria innovativa: si tratta di 012 Factory, centro di contaminazione per startup, talenti e idee creative di impresa che offre un percorso formativo gratuito sui temi dell’imprenditoria innovativa: 012 Academy.

Il centro 012 Factory si trova a Caserta ed sarà inaugurato ufficialmente oggi, 27 febbraio, con un evento che si terrà a Villa Vitrone (Via Fulvio Renella, 89 – Caserta) a partire dalle 17:30.
Nel frattempo, sono già aperte le iscrizioni per il programma formativo 012 Academy 2014: è possibile inviare la propria candidatura on-line entro il 31 marzo 2014 compilando il form di iscrizione disponibile al link http://www.012factory.com/academy.php .

Tra tutte le candidature saranno selezionate le migliori 30 che potranno accedere gratuitamente al percorso di formazione semestrale (che si terrà tra maggio e novembre 2014): il focus è su progetti innovativi e ad alto potenziale di crescita, e la partecipazione è aperta a talenti creativi, studenti, aspiranti imprenditori già in possesso di un’idea imprenditoriale o semplicemente con molta voglia di mettersi alla prova. E’ prevista inoltre un’attività di team building ad aprile 2014, prima dell’inizio dell’Academy.

Il percorso 012 Academy si struttura in 12 moduli dedicati ad altrettanti temi fondamentali per startup e imprese: Analisi dei Bisogni, Competitor e Best Practices, Analisi di Mercato, Processi di Produzione, Piano Commerciale e Pricing, Comunicazione, Risorse Umane, Aspetti Legali e Societari, Proprietà Intellettuale, Business Model, Finance e Piano Economico, Pitch Development.

Al termine del percorso formativo, la migliore idea di impresa riceverà un premio consistente in un Seed Funding di 20.000 euro e potrà accedere all’Incubatore di 012 Factory per un percorso della durata di altri 6 mesi.

Per maggiori informazioni: http://www.012factory.com/

Napoli, 27/02/2014