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Tag: contabilità

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Startup Tips: come aumentare la produttività della tua startup in 5 mosse

Vuoi aumentare la produttività della tua startup? Prova questi 5 semplici consigli che miglioreranno il tuo business

Se sei uno startupper alla sua prima esperienza come imprenditore, avviare il tuo business sarà probabilmente difficile per te: la vita è completamente stravolta da questa nuova avventura e la lista di cose da fare ogni giorno cresce sempre di più.

Inoltre, in un team agli inizi ci sono poche persone e tanti ruoli da svolgere: strategist, marketer, responsabile delle risorse umane, analista finanziario… per non parlare della gestione delle attività di assistenza clienti!

In uno scenario così complesso, far crescere la produttività della tua startup può sembrarti un’impresa impossibile: esistono però alcuni consigli semplici da mettere in pratica che potrebbero darti una mano.

Partiamo da una definizione: la produttività non è il numero di ore che dedichi al lavoro, è la quantità di lavoro che metti in quelle ore. Ciò significa che massimizzare la produttività di una startup giovane non significa necessariamente lavorare di più, significa lavorare bene nel tempo che si ha a disposizione.

Vediamo quali sono i 5 consigli utili per aumentare la produttività della tua startup:

1) Lettura

Se la stanchezza sta prendendo il sopravvento sulla voglia di tenere duro, impiega del tempo a leggere libri motivazionali: la lettura è sempre una fonte inaspettata di ispirazione per un imprenditore!

Non trascurare la lettura di blog e siti web sull’argomento startup: potrai comprendere le strategie di chi ce l’ha fatta prima di te e trovare nuovi spunti per la tua creatività.

2) Sposta l’attenzione su altro

Quando lavori alla tua startup il mondo inizia a ruotare esclusivamente intorno al business: diventa difficile vedere oltre, ma fare la stessa cosa tutto il giorno è deleterio.

Prova a staccare per un po’ dal lavoro e fai altro, in modo tale da guardare le cose da un’altra prospettiva e ritrovare la voglia di fare.

3) Tecnologia

Esistono degli strumenti e delle tecnologie studiati ad hoc per potenziare il livello di produttività di una startup: usali per aiutarti ad essere maggiormente connesso e sentirti più tranquillo sul lavoro.

La tecnologia è fondamentale per le attività di social networking, contabilità, analisi, gestione delle relazioni con i clienti e tanto altro: trova gli strumenti più adatti a te e al tuo team e usali!

4) Automazione

Oltre alla tecnologia, anche l’automazione può rendere decisamente più semplice la vita di uno startupper: il suo apporto al miglioramento della produzione sta nel fatto che offre la possibilità al team di concentrarsi sulle attività cruciali, anzichè su quelle ripetitive dandoti modo di lavorare in maniera più smart ed efficace.

5) Risolvi i problemi di cultura aziendale

Aumentare la produttività significa fare un utilizzo il più possibile saggio dei vostri soldi, del vostro tempo e delle vostre energie: ciò significa costruire una cultura aziendale che permetta a tutti di lavorare senza intoppi di alcun genere.

Se il tuo team riscontra dei problemi o delle distrazioni bisogna impegnarsi per risolvere la questione prima possibile e dare a tutti la possibilità di lavorare al meglio ed essere più produttivi.

FONTE: https://blog.markgrowth.com/5-easy-to-do-productivity-tips-that-will-improve-your-startup-d83740429798

Finanziamenti per nuove imprese e lavoratori autonomi: pubblicato in G.U. il Decreto per la disciplina del Microcredito

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 279 del 1° dicembre 2014 il testo del Decreto 17 ottobre 2014 n. 176 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dedicato alla disciplina del Microcredito per il finanziamento di nuove attività imprenditoriali e di lavoro autonomo.

La disciplina in questione entrerà in vigore a partire dal prossimo 16 dicembre, e sarà finalizzata al sostegno di attività di microimpresa e lavoro autonomo svolte in forma individuale, di associazione, di società di persone, di società a responsabilità limitata semplificata o di società cooperativa. Lo strumento del Ministero, inoltre, si propone l’obiettivo di promuovere l’inserimento di persone fisiche nel mercato del lavoro.

I finanziamenti del Microcredito sono destinati a persone fisiche che si trovino in condizioni di “particolare vulnerabilità economica o sociale”: disoccupazione, sospensione o riduzione dell’orario lavorativo, condizioni di non sufficienza di un componente del nucleo familiare, significativa contrazione del reddito.
Sono inoltre esclusi dai finanziamenti i soggetti elencati all’art. 1 del Decreto, tra cui ricordiamo:

a) lavoratori autonomi o imprese titolari di partita IVA da più di cinque anni;
b) lavoratori autonomi o imprese individuali con un numero di dipendenti superiore alle 5 unità;
c) società di persone, società a responsabilità limitata semplificata, o società cooperative con un numero di dipendenti non soci superiore alle 10 unità.

I finanziamenti del Microcredito possono raggiungere un importo massimo di 25.000 euro, che può essere aumentato di 10.000 euro nel caso di erogazione frazionata, in cui i versamenti successivi saranno subordinati al verificarsi di due condizioni: il pagamento puntuale di almeno sei rate pregresse e il raggiungimento dei risultati intermedi stabiliti dal contratto di finanziamento.
Il rimborso del finanziamento di Microcredito avviene in base ad un piano di rate a cadenza massima trimestrale, per una durata non superiore a sette anni.

Le spese ammissibili ai finanziamenti del Microcredito sono elencate all’art. 2 del Decreto. Nello specifico, possono essere finanziati progetti relativi a:

a) acquisto di beni e servizi strumentali allo svolgimento dell’attività;
b) retribuzione di nuovi dipendenti o soci lavoratori;
c) pagamento di corsi di formazione per accrescere la qualità professionale e le capacità tecniche e gestionali dell’imprenditore e dei lavoratori (nel caso di finanziamenti per l’inserimento nel mercato del lavoro, la formazione può essere anche universitaria o post-universitaria).

Secondo quanto previsto dall’art. 111 del T.U.B. (Testo Unico Bancario), i finanziamenti del Microcredito sono erogati attraverso specifici operatori iscritti in un elenco ad hoc gestito dalla Banca d’Italia, i quali presteranno ai beneficiari dei servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio sia in fase istruttoria che di rimborso.
Tali servizi riguarderanno, tra l’altro, il supporto alla definizione della strategia di sviluppo del progetto e la formazione su svariati aspetti della gestione aziendale (amministrativo, contabile, tecnologico, etc).

Per ulteriori informazioni e approfondimenti:

Qui, il testo del Decreto n. 176 del 17/10/2014

Qui, il testo del T.U.B. – Testo Unico Bancario

Napoli, 09/12/2014

Il CFO – Chief Financial Officer: chi è, di cosa si occupa e quando diventa necessario assumerlo in una startup

Jeff Thomson ha recentemente intervistato per Forbes Tridivesh Kidambi, CFO della startup tecnologica CallFire: il tema centrale dell’intervista è capire quando un’azienda necessita di un CFO e cosa significa essere CFO in una startup.

Il CFO (Chief Financial Officer) è il manager responsabile della gestione delle attività finanziarie di un’azienda. Negli ultimi anni la figura del CFO ha assunto un ruolo sempre più rilevante per una startup: il compito centrale del CFO è infatti quello di guidare le decisioni aziendali in maniera efficace, stabilendo su quali opportunità puntare e, di conseguenza, come impiegare il capitale e le risorse per massimizzare le probabilità di successo della startup. Uno dei compiti principali del CFO, quindi, sta nel guidare il focus dell’azienda e della strategia di business.

Interessante è anche la differenza tra il ruolo del CFO in una startup e in un’azienda già consolidata: basandosi sua esperienza, infatti, Kidambi afferma che il ruolo chiave di un CFO all’interno di una startup è quello di costruire l’infrastruttura organizzativa da zero. In un’azienda già consolidata, invece, si presuppone che tale infrastruttura sia già pronta e in grado di fornire le risorse necessarie in termini, ad esempio, di risorse umane, IT, sistemi e processi, etc.
Quando si è CFO di una startup, invece, occorre rimboccarsi le maniche e dare la migliore direzione possibile alla strategia aziendale, in modo tale da rendere il business scalabile e costruire sistemi e processi in grado di supportare la crescita futura.

Riguardo alle competenze necessarie ad un buon CFO per una startup, Kidambi afferma che sono fondamentali la capacità di comunicare in maniera efficace e la logica decisionale. Questo perchè, quando ci si occupa di aspetti finanziari, non basta costruire un modello finanziario integrato o prendere decisioni stratgiche in materia: occorre saper spiegare quali sono le motivazioni alla base di ciascuna decisione, e quali sono le implicazioni per ciascuno degli stakeholders coinvolti. Per guadagnare e mantenere la fiducia dell’organizzazione per cui lavora, infatti, il CFO deve saper essere onesto e trasparente sul come e sul perchè delle decisioni prese, e concentrarsi sull’approccio collaborativo che permetta a tutti gli stakeholders di raggiungere gli obiettivi alla luce del modello finanziario costruito per l’azienda.

Entrando più nello specifico della sua esperienza a CallFire, Kidambi spiega il rapporto con i founder della startup e cerca di aiutare i lettori a capire come individuare il momento giusto per assumere un CFO. Prima di tutto, nel rapporto tra CFO e founder risultano fondamentali la comunicazione e la trasparenza: bisogna sempre essere aperti al confronto con i founder, che conoscono la startup meglio di chiunque altro. Il ruolo del CFO è quindi quello di collaborare allo sviluppo di un progetto cercando di razionalizzare gli aspetti finanziari di un percorso che i founder hanno già in mente.

Riguardo invece al momento giusto per una startup di assumere un CFO, Kidambi afferma che all’inizio le responsabilità inerenti gli aspetti di gestione finanziaria sono condivise tra il team executive e quello finance. Quando, però, la startup inizia a crescere e raggiunge la scalabilità, anche le funzioni relative alla finanza, alla tesoreria, alla contabilità devono essere messe a fuoco in maniera più specifica e precisa. In questo caso diventa importante avere in squadra un CFO, che riesca a gestire gli aspetti finanziari di una startup preoccupandosi del successo futuro dell’azienda.

Il ruolo del CFO è ancora più importante in una situazione economica come quella attuale, caratterizzata da continui e repentini cambiamenti: chi si occupa degli aspetti finanziari dell’azienda deve infatti avere una visione a 360° su tutto ciò che accade nell’organizzazione, occupandosi inoltre di costruire connessioni tra le varie parti di cui l’azienda si compone, offrendo idee e soluzioni creative a sfide che a volte la startup non sa nemmeno di dover affrontare.

A differenza di quanto accadeva in passato, quando gli aspetti finanziari venivano presi in considerazione solo dopo aver preso le decisioni, la gestione finanziaria oggi è vista come parte integrante dell’azienda e del team, che tiene sempre in considerazione il punto di vista finanziario di qualsiasi questione. Il ruolo del CFO non è più quello di dire sì o no ad una decisione già ampiamente discussa, oggi il CFO viene interpellato fin dall’inizio.

Per essere un buon CFO per una startup, Kidambi consiglia di impiegare tempo e buona volontà ad imparare più possibile sul settore di riferimento dell’azienda. Bisogna imparare a capire il punto di vista degli operatori del settore e, solo a questo punto, si può dimostrare loro quanto gli aspetti finanziari possano avere un impatto positivo sulla loro attività. La fiducia e il rispetto dei founder sono assolutamente imprescindibili per il CFO.

Infine, Kidambi dà un consiglio ai giovani che vorrebbero diventare CFO in una startup: dire sempre di sì. Anche se la richiesta è totalmente estranea ai propri compiti, o in generale non rientra negli aspetti strettamente finanziari, potrebbe trasformarsi in un’opportunità per costruire la fiducia con qualcuno all’interno del team, o potrebbe essere la base per creare una connessione significativa. Occorre imparare il business, non fermarsi ai numeri: il contributo di un buon CFO va infatti al di là del bilancio, ma può essere un modo per costruire l’azienda e plasmare il business.

Il post originale è disponibile qui: http://www.forbes.com/sites/jeffthomson/2014/07/15/why-a-startup-cfo-is-like-a-personal-trainer/

Napoli, 15/07/2014

Opportunità per aspiranti imprenditori e PMI: il Programma europeo Erasmus per giovani imprenditori

Erasmus per giovani imprenditori è un programma finanziato dalla Commissione Europea nato nel 2009: il suo scopo è quello di supportare giovani aspiranti imprenditori europei nell’acquisizione delle competenze più adatte ad avviare e gestire una piccola impresa.

Il fulcro del Programma è lo scambio di conoscenze, idee e skills tra imprenditori già affermati ed aspiranti imprenditori attraverso un periodo di soggiorno cofinanziato per un periodo della durata compresa tra uno e sei mesi.
Possono partecipare a Erasmus per giovani imprenditori sia neo-imprenditori (o aspiranti tali), sia imprenditori esperti in qualità di ospitanti.

ASPIRANTI E NUOVI IMPRENDITORI

Si tratta di aspiranti imprenditori con un’idea o un progetto imprenditoriale concreto, seriamente intenzionati ad avviare la propria attività, o di neo-imprenditori che abbiano costituito la propria impresa da non più di tre anni. Non ci sono limiti di età e l’impresa può rientrare in qualsiasi settore.
Inoltre, bisogna essere residenti in uno dei 37 Paesi partecipanti al Programma.

I benefici offerti da Erasmus per giovani imprenditori consistono innanzitutto in un soggiorno (fino a sei mesi) presso un imprenditore già affermato in un Paese europeo. Durante il periodo all’estero, il neo-imprenditore o aspirante tale avrà la possibilità di:
– acquisire competenze e conoscenze su temi imprenditoriali di grande rilevanza, come il marketing, la contabilità, i rapporti con clienti e fornitori, etc;
migliorare il proprio progetto di impresa;
– opportunità di networking e collaborazione con altri imprenditori e stakeholders del settore;
– miglioramento delle proprie competenze linguistiche;
– opportunità di conoscere da vicino una realtà differente da quella del proprio Paese di origine.

Il Programma offre ad aspiranti e nuovi imprenditori un cofinanziamento sulle spese di viaggio e di soggiorno commisurato al costo della vita del Paese scelto per la propria esperienza Erasmus: a questo link è possibile scaricare la tabella dei contributi mensili per ciascun Paese (da un minimo di 530 euro per l’Albania, a un massimo di 1.100 euro per la Danimarca).

Per fare domanda come nuovo imprenditore: http://www.erasmus-entrepreneurs.eu/page.php?pid=007#.U6AUG1M7nYg

IMPRENDITORI OSPITANTI

Per essere imprenditore ospitante ed accogliere uno dei partecipanti al Programma Erasmus per giovani imprenditori bisogna essere titolare/responsabile di una piccola o media impresa operante da alcuni anni in uno degli Stati coinvolti nell’iniziativa. Può partecipare anche una persona direttamente coinvolta nell’attività imprenditoriale come membro del consiglio di amministrazione di una PMI.

Gli imprenditori ospitanti possono trarre degli importanti benefici dallo scambio con i giovani imprenditori:

– collaborazione con un giovane motivato che può offrire un importante contributo all’azienda in termini di nuove conoscenze, abilità e prospettive;
– occasione di svolgere le attività di coach o mentor;
– possibilità di trarre informazioni e conoscenze sul mercato estero e di creare occasioni per collaborazioni oltre confine;
– opportunità di entrare in contatto con altri imprenditori partecipanti al Programma;
– miglioramento delle competenze linguistiche.

Per fare domanda come imprenditore ospitante: http://www.erasmus-entrepreneurs.eu/page.php?pid=012#.U6AUOFM7nYg

COME FUNZIONA ERASMUS PER GIOVANI IMPRENDITORI

I candidati, al momento di compilare la domanda di partecipazione, devono indicare un centro di contatto locale (in Italia sono presenti al momento 21 centri di contatto). Se la domanda va a buon fine, potranno accedere al catalogo on-line di imprese ospitanti.
All’interno del catalogo, con il supporto del centro di contatto locale, sarà possibile individuare la PMI partner più adatta alle esigenze del giovane imprenditore.

A questo punto, il candidato e la PMI partner concordano un progetto di lavoro e apprendimento con date, obiettivi e programma delle attività da svolgere durante lo scambio (il Progetto di “Impegno per la qualità”). Per l’erogazione del cofinanziamento sarà invece concordato un contratto con il centro di contatto locale. Tra le attività erogate dal centro di contatto locale, inoltre, si segnala l’organizzazione di corsi di formazione per aiutare il candidato a prepararsi al meglio al periodo di soggiorno all’estero.

Per maggiori informazioni, il sito ufficiale di Erasmus per giovani imprenditori è disponibile al seguente link: http://www.erasmus-entrepreneurs.eu/index.php#.U6AYzlM7nYg

Napoli, 17/06/2014

VentureOutItaly II: 15 startup tecnologiche italiane a New York

La città di New York ospiterà dal 4 al 9 maggio VentureOutItaly II, la seconda edizione del programma di accelerazione dedicato alle startup tecnologiche italiane nato dalla collaborazione tra VentureOutNY e Italian Business & Investment Initiative.

VentureOutNY è un punto di riferimento per le startup di tutto il mondo che vogliono espandere il proprio business sul mercato USA, ed in particolare a New York.

Italian Business & Investment Initiative è un’organizzazione fondata nel 2010 da Fernando Napolitano, che racchiude cinque milioni tra PMI e startup innovative italiane allo scopo di offrire all’economia Made in Italy la possibilità di internazionalizzarsi e fare business sul mercato statunitense grazie ad un network di riferimento con base a New York.

Il programma di accelerazione negli USA è aperto alle 15 startup tecnologiche italiane più promettenti tra quelle che faranno pervenire la propria application al link http://www.ventureoutny.com/apply/italy2014

Si tratta di un percorso della durata di una settimana che sarà incentrato sul tema dell’espansione delle startup partecipanti nel mercato statunitense. In particolare, il programma di VentureOutItaly II prevede:

Cap Intro: la possibilità di entrare in contatto con alcuni tra i più stimati venture investors americani, tra cui Gotham Ventures ed ERA;
Workshop: informazioni e assistenza in tema di visti e immigrazione, formazione su temi del business, delle vendite, delle strategie di marketing, della contabilità e delle assunzioni, ecc.;
Networking: partecipazione ad eventi cui saranno presenti oltre 150 membri della tech community newyorkese;
Pitch Night: presentazione dei progetti ad un panel di investitori ed esperti nel settore tecnologico;
Tours: visite ad aziende tech di successo tra qui Etsy, Huffington Post, AOL , Sailthru , e Big Spaceship.

Inoltre, la giornata di mercoledì 7 maggio sarà dedicata all’evento centrale della settimana di VentureOutItaly II: Startups & Meatballs, che metterà in contatto le aziende tecnologiche italiane con la community di venture investors locali.

Per maggiori informazioni: http://www.ventureoutny.com/events/italy2014

Per candidarsi al programma: http://www.ventureoutny.com/apply/italy2014

Napoli, 02/04/2014